Come si cambia per non sparire. La legge ferrea della fusione per unire le forze e poter sopportare la piena della crisi del calcio non fa sconti in Liguria e nel Tigullio particolare.
Se nei quartieri alti (leggi Virtus Entella) e nei bassifondi (le categorie dei più puri, Seconda e Terza categoria) se la passano egregiamente, nel mezzo sono dolori. Le società che si barcamenano tra serie D e Prima Categoria stanno così così – per non dire maluccio – ed è prassi dettata dalla necessità unire, fondere, persino confondere, le forze e le energie.
È l’evolversi, che a molti appare ineluttabile, di un processo iniziato oltre un decennio fa. I tornei dilettanti ‘di un certo livello’ costano troppo: un po’ per demerito delle società che ricercano quasi sempre risultati cotti e mangiati, senza programmare e meno che mai puntare sulle coltivazione attenta e previdente delle risorse casalinghe, un po’ (tanto) per colpa della Federcalcio che nei Dilettanti vedeva e vede, al di là dei discorsi dei soliti retori, solo un gregge da tosare mediante tasse, balzelli, condizioni capestro.
È un concetto noto a chiunque si sia occupato del calcio minore che a Roma, Firenze e Milano (centri del potere pelotaro) ci si ricorda delle categorie dalla serie D a scendere quasi esclusivamente in occasioni di consigli elettorali e relative votazioni. È vero che i dilettanti dalla riforma Melandri in poi hanno ricevuto in dote una discreta quota di voti validi per scegliere le massime cariche del calcio italiota, ma è altrettanto provato che la massa dei non professionisti è ‘un volgo disperso che nome (e anche una sola voce) non ha’, che marcia in ordine sparso per colpire in un disordine ancora più accentuato.
Se è grigia a livello nazionale, figuriamoci in Liguria, regione che pure in questo campo ondeggia tra essere passeggero pagante e fare da ruota di scorta in un carro dove mai, ma proprio mai, le è concesso il volante. Limitiamoci all’attualità: la stagione appena andata in archivio ha visto il Levante perdere una delle due rappresentanti in serie D. La retrocessione del Sestri è resa ancor più bruciante dal ricordo di quali presupposti l’avevano introdotta: a settembre festeggerà il suo centesimo compleanno in Eccellenza. Già celebrato il genetliaco a tre cifre della Lavagnese, lo scorso 20 giugno il club bianconero ha spento 100 candeline. Il presidente Compagnoni e i suoi non abbondanti collaboratori sono riusciti a difendere per la 17esima volta consecutiva la categoria, le prospettive a breve termine non consentono molto di più.
Il quadro diventa sempre più fosco man mano che si discende. Nell’Eccellenza 2019-20 ritroviamo il RivaSamba che ha sofferto le pene dell’inferno (e cambiato 3 allenatori in 8 mesi) per risalire dalla Promozione nonostante avesse una squadra ‘ammazza-campionato’. I calafati rispolverano il derby della Bimare, un brivido di campanile in un torneo che non ne proporrà altri: infatti il Rapallo, salvatosi per il rotto della cuffia, è stato ‘inglobato’ dalla Rivarolese, la società genovese che vanta il maggior numero di tentativi di fusione, e che non avendone altri da inventare sotto la Lanterna, ha escogitato questa simil-fusione con il teletrasporto.
Per le regole federali due società possono fondersi solo se nello stesso comune o in due adiacenti, gli oltre 30 km tra Rivarolo e Rapallo hanno obbligato i dirigenti dei due club a optare per l’assorbimento. Così la prima squadra giocherà al Macera di Rapallo ma l’intero settore giovanile sarà ospitato dal Torbella di Rivarolo. C’è la preoccupazione, palpabile tra gli irriducibili nostalgici del Rapallo Ruentes che una storia pluricentenaria debba incappare in un altro brusco stop dopo i tanti subiti negli scorsi decenni.
Non va certo meglio alla quinta ‘nobile’ del calcio dilettantistico: la Sammargheritese dopo diverse stagioni tra le secche questa volta non ce l’ha fatta a non incagliarsi. Tornata in Promozione dove trova il Real Fieschi come unica altra rappresentante del Levante. Una nobile decaduta e una rampante che non si fida di fare un altro balzo verso l’alto, entrambe però hanno intravisto la soluzione anche se non rapidissima: curare il settore giovanile, individuare alcuni obiettivi, ritagliarsi uno spazio, magari anche qui unendo le forze (significativo il patto operativo siglato tra Real Fieschi e Sestri). La strategia dei piccoli passi, come bambini che debbono imparare a camminare prima di poter correre.
(d.s.)