(r.p.l.) Fino a qualche anno fa, nel calcio, l’unico numero davvero preso in considerazione era il numero 3. Quello che separa chi vince da chi perde, quello che, sommato di giornata in giornata, ti fa vincere i campionati. Un numero che influenza la carriera di un allenatore, le sorti di un direttore sportivo, la storia di un presidente.
Ma anche un mondo resistente ai cambiamenti, uno sport in cui ‘si è sempre fatto così’, è stato nel tempo trascinato, non senza opporre resistenza, nell’era dell’analisi dei dati. L’era in cui i numeri, migliaia di numeri, vanno presi in considerazione, studiati ma soprattutto capiti.
Le applicazioni dell’analisi dei dati allo sport più popolare del mondo sono pressoché infinite: preparazione delle partite, studio degli avversari, scouting, prevenzione degli infortuni eccetera.
Per farlo però servono nuove figure professionali all’interno dei club, in grado di raccogliere, organizzare e gestire basi dati disomogenee e di guidare il passaggio dai ‘big data’ agli ‘smart data’.
Non poteva che nascere nello stesso luogo dove è stata fondata Wyscout – azienda leader mondiale nei servizi di analisi dati per il mondo del calcio – il primo corso per Football Data Analyst in Italia.
Il percorso formativo organizzato da Wylab, che ha chiuso da poco la sua quinta edizione, ha formato in 2 anni oltre 116 professionisti anche grazie al partner Top-IX e alla collaborazione di Wyscout, PlayeRank e Footovision.
Proprio in occasione dell’evento di chiusura del corso, a Chiavari, è stato organizzato un workshop con relatori di livello nazionale e internazionale: Marco Bellinazzo, Responsabile Sport & Business de ‘Il Sole 24 ore’; Simone Contran, match analyst Nazionale A; Gianluca Galliani, Board Member & co Owner di Noisefeed; Mathieu Lacome, Chief performance & Analytics Officer del Parma e Gennaro Volpe, allenatore della Virtus Entella.
Ogni relatore ha raccontato l’importanza dell’approccio data-driven con storie, casi e aneddoti sulle varie applicazioni dell’analisi dei dati al mondo del calcio.
“Utilizziamo i dati a tutti i livelli societari: manager, scout, area medica e staff tecnico. L’unità dati e analisi ha quindi il compito di garantirne l’archiviazione e la messa a disposizione al momento del bisogno”, ha spiegato Mathieu Lacome, Chief performance & Analytics Officer del Parma.
Il tecnico della Virtus Entella Gennaro Volpe ha parlato dell’utilizzo dei dati da parte del suo staff nella preparazione alle partite: “Grazie al supporto tecnologico, possiamo monitorare costantemente l’andamento dei nostri calciatori a livello tecnico, tattico e fisico. La nostra settimana tipo inizia con l’analisi della partita appena giocata, da lì ci concentriamo sugli aspetti da migliorare. Poi passiamo allo studio dell’avversario attraverso dati e analisi video, prendendo in esame alcuni elementi come l’indice di pericolosità, il pressing, dove la squadra avversaria fa più cross o dove perde più duelli”.
Simone Contran, match analyst della nazionale: “Utilizzando i dati possiamo paragonare giocatori con molta esperienza, come ad esempio Jorginho, a un giocatore dell’under 17 come Lipani. Senza voler mettere pressioni, ma confrontando le statistiche, che sono molto simili, possiamo immaginare Lipani come il futuro regista della nazionale italiana”.
Gianluca Galliani, Board Member & co Owner di Noisefeed: “Il nostro era un paese molto avanti sotto il profilo dell’analisi dei dati, ma siamo rimasti un po’ fermi. È importante sviluppare nuove professionalità. Con Noisefeed lavoriamo con società calcistiche di tutto il mondo, nessuno fornisce dati qualitativi di questo tipo sugli infortuni. Con il nostro lavoro mettiamo a disposizione dei club elementi fondamenti per la prevenzione gli infortuni”.
Marco Bellinazzo: “L’elemento matematico, legato all’utilizzo dei dati, è diventato centrale nell’industria calcio. Algoritmi e analisi predittive sono estremamente importanti, ad esempio, in fase di scouting. I dati permettono di capire in anticipo le qualità di un giocatore e quindi di arrivarci prima della concorrenza. Questo crea un enorme valore per i club”.
Istinto, emozione e imprevedibilità. Se il successo del calcio come sport popolare è stato costruito soprattutto grazie a questi elementi, la sua crescente professionalizzazione, il suo perfezionamento quotidiano, lo hanno portato a diventare un po’ più ‘scientifico’, maggiormente legato a numeri e statistiche. Una base razionale e solida da cui partire che non vuole sostituirsi al fiuto e all’intuito, ma che ne rappresenta un supporto concreto. Un computer non potrà mai sostituirsi a un allenatore o a un direttore sportivo, ma oggi, un allenatore o un direttore sportivo non possono fare a meno di un computer.