di ALBERTO BRUZZONE
Si parlerà di conflitto tra Russia e Ucraina, si parlerà dello scenario internazionale e delle strategie di Cina e Stati Uniti, ma ci sarà anche un focus sull’attuale situazione italiana. È come sempre incentrato sull’attualità e sull’approfondimento il Festival della rivista di geopolitica ‘Limes’, che si terrà da venerdì 11 a domenica 13 novembre a Palazzo Ducale a Genova e che è giunto alla nona edizione.
‘Tutto un altro mondo’, il titolo dato a questa versione 2022, lo stesso che avrà il numero di ‘Limes’ in uscita proprio venerdì 11 e che costituirà la base del ragionamento. Previsti incontri, seminari, riflessioni e una mostra una mostra cartografica, ‘Dis-equilibri’, che sarà allestita nella Sala Liguria da Laura Canali. L’ingresso a tutti gli incontri e gli eventi è libero.
“L’orizzonte – spiegano gli organizzatori – è inevitabilmente occupato dalla guerra ucraina con le sue ripercussioni economiche, geopolitiche e di sicurezza per il nostro paese, l’Europa e il resto del mondo. ‘Guerra grande’: così appare a uno sguardo geopolitico questo conflitto, le cui ragioni e ricadute travalicano l’aspro e lungo scontro sul campo tra Russia e Ucraina. Guerra d’invasione nella sua genesi, lo scontro è ormai a tutti gli effetti una guerra per procura tra Stati Uniti – dunque Alleanza Atlantica, europei inclusi – e Russia. Un conflitto d’attrito inscritto nella più ampia cornice della contesa Usa-Cina, che le crude vicende ucraine possono portare a un nuovo livello. In parte per la proclamata ‘amicizia senza limiti’ tra Mosca e Pechino, che scricchiola vistosamente ma che non è ancora apertamente rinnegata. In larga parte per gli effetti destabilizzanti, in Eurasia e altrove, della campagna militare russa e della vigorosa risposta di Kiev. Sullo sfondo, l’irrisolta questione di Taiwan che agita le acque dell’omonimo stretto”.
Appuntamento a Palazzo Ducale con esperti, decisori e protagonisti di questo delicato momento storico. Il Festival si aprirà venerdì 11 novembre con un incontro riservato alle scuole genovesi. Gli eventi saranno trasmessi in diretta streaming su repubblica.it e lastampa.it, sul canale YouTube di Limes e su quello di Palazzo Ducale. Il Festival di Limes è realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo ed Eni.
Lucio Caracciolo, fondatore e direttore di ‘Limes’, a proposito del conflitto tra Russia e Ucraina osserva: “È chiaro che i russi non rinunceranno spontaneamente in ambito negoziale a quel territorio che hanno conquistato ed è anche chiaro che gli ucraini non cederanno un millimetro rispetto ai confini del 1991. Questo ci riporta al punto di partenza. Ovviamente sarebbe ottimo se si arrivasse a una soluzione negoziata del conflitto, ma io non penso che sia possibile. L’unica cosa che si può negoziare è qualche cessate il fuoco”.
Secondo Caracciolo, “questo è il momento degli ultranazionalisti un po’ dappertutto. Per quanto riguarda il potere russo, più che nazionalisti direi imperialisti. Sono comunque in questa fase assolutamente dominanti. E non è solo questione di apparati. È che l’idea di impero russo è piuttosto radicata nella cultura di quel Paese e le frange che in una guerra si oppongono a quella che loro considerano di fatto, anche se non lo dicono, una guerra patriottica, sono piuttosto limitate. Da questo punto di vista, non confonderei le diserzioni e le fughe in Occidente come manifestazioni di alternative politiche. Sono semplicemente frutto della disperazione”.
Quanto all’Ucraina, “prima della guerra, era una democrazia in costruzione. Il punto vero è che il potere in Ucraina è stato detenuto in tutto il periodo recente da un gruppo di oligarchi, alcuni schierati con Mosca, altri filo occidentali, ma tutti fondamentalmente centrati sui propri affari, che hanno dato il tono del potere ucraino attraverso dei leader politici di loro gradimento e riferimento, salvo quando direttamente non sono andati al potere politico. La speranza è che alla fine della guerra questo sistema oligarchico finisca e che l’Ucraina possa in pace percorrere una strada libera e democratica. Purtroppo, però, la guerra non favorisce questi processi”.
Sull’atteggiamento dell’Italia rispetto alla guerra, il direttore di ‘Limes’ non ha dubbi: “L’Italia ha mantenuto finora una posizione sostanzialmente allineata con quella dei paesi dell’Europa occidentale, in particolare Francia, Germania e Spagna, e naturalmente Washington. Questa è stata la linea di Draghi e del governo italiano finora. Con un profilo relativamente basso dato che certamente non siamo decisivi in questa partita. Quello che è cambiato dopo il 24 febbraio è che la storica russofilia italiana si è dimostrata inerte ed è stata a questo punto totalmente rovesciata, tanto è vero che la Russia ci considera un paese ostile. Per noi italiani che abbiamo sempre avuto, aldilà delle preferenze politiche in ogni tipo di regime, una notevole simpatia e affinità con la Russia, questo è un cambio fondamentale di paradigma. Ma questo paese evidentemente non si è reso conto che siamo in guerra. Noi abbiamo fatto tutta la campagna elettorale come se fossimo in una normale situazione di pace. Non è così. Noi siamo oggettivamente in guerra, la Russia ci considera un paese ostile e facciamo parte di un’alleanza che non ha dichiarato guerra alla Russia ma di fatto appoggia, anche militarmente, l’Ucraina”. Di tutto questo (e molto altro) si parlerà nel fine settimana di Palazzo Ducale.
IL PROGRAMMA DELLA NONA EDIZIONE DEL FESTIVAL DI LIMES
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