di DANILO SANGUINETI
L’unico divario che interessa Eleonora Ferroni è quello che distingue le varie categorie agonistiche e il solo handicap che accetti è quello attribuito alle varie classi per compensare i tempi di regata. Per il resto la campionessa della sezione Chiavari e Lavagna della Lega Navale Italiana cancella ogni presunta diversità e si fa beffe dello stesso gender gap (che nella marineria esiste, eccome) con la stessa determinazione e l’identica serenità di spirito con i quali affronta le competizioni e scala le classifiche dei ranking internazionali.
La plurimedagliata atleta (ha conquistato prestigiosi titoli italiani e internazionali), il mese scorso ha ricevuto un ulteriore attestato di come sia entrata nel giro ristretto dei big: è stata convocata dal Tecnico Federale ai raduni nazionali della classe velica paralimpica Hansa 303 per partecipare agli allenamenti del 22-27 febbraio a Punta Ala. Al momento prima e unica donna.
La chiamata in azzurro è ancora più notevole se si pensa che sia entrata da relativamente poco tempo nel circuito della vela agonistica. Lei è donna ed è disabile solo per chi segue superate distinzioni tassonomiche. Nel concreto Eleonora è una competitor che ha modi e idee da campione tout court. Per esempio non ha mai avuto dubbi, sin dal primo giorno, di poter essere in grado di gareggiare, di confrontarsi con i migliori e, alla resa dei conti, di batterli. E non stiamo parlando di un percorso pluridecennale: Eleonora fino al gennaio 2018 delle barche a vela sapeva solo che… appunto erano a vela.
“Quattro anni fa vidi un volantino, invitava a partecipare a un evento della L.N.I., che prevedeva anche un open day sulla disabilità intitolato ‘Oltre le barriere’. Ero semplicemente curiosa, venni per osservare ma non ci misero molto, grazie all’entusiasmo del presidente Umberto Verna, a coinvolgermi. Diciamo che tra me e il mare, l’andare in barca a vela fu un colpo di fulmine, di quelli che ti prendono e non ti mollano più”.
Era una grande agonista, lo era sempre stata nella vita, nello studio e nel lavoro, dovendo superare ‘qualche’ ostacolo in più rispetto alla maggioranza delle persone con le quali si confrontava. “Ho sempre avuto in me il desiderio di fare sport – ha recentemente raccontato – già dagli anni scolastici. Negli anni Novanta, erano poche le persone con disabilità che frequentavano le associazioni o le società sportive, non esisteva ancora tutta questa cultura in merito e l’offerta di sport verso i disabili era scarsa e poco attrattiva per me. Poi con il liceo, l’università e il lavoro ho abbandonato per alcuni anni, finché mi sono ritrovata per caso un giorno di nuovo con questa febbre da sport che mi ardeva dentro”.
Era nel destino che Ferroni e la sezione di Chiavari e Lavagna della L.N.I. si incontrassero. Il presidente Verna ha sempre creduto nel progetto Hansa 303, la barca creata per consentire a chi ha disabilità fisiche di andare in mare e gareggiare. Il progetto è datato 2010 ma è con l’arrivo della campionessa che ha preso il largo: la L.N.I. dodici anni fa aveva investito in cinque barche date in utilizzo a tutte le sedi che ne facevano richiesta; nel giro di cinque anni, la flotta Hansa 303 della sezione di Chiavari, è diventata la flotta più rilevante del Tigullio.
La campionessa ha nel porto turistico ‘Ammiraglio Gatti’ la sua seconda casa. “Al di là delle uscite in mare, è l’ambiente della Lega Navale a essere accogliente e stimolante. Oltre alle gare, ci sono le riunioni tecniche, i confronti con allenatori e altri velisti. Marina Chiavari ha un’area attrezzata con sollevatore e scivolo che facilita l’imbarco di persone con difficoltà motorie più importanti, il monotipo Hansa 303, che è in continua evoluzione proprio per consentire a persone con disabilità fisiche di poter regatare in totale sicurezza. Pensate che con le ultime versioni posso salirci da sola e non come nei primi tempi quando mi allenavo e gareggiavo con una persona normodotata. Poi abbiamo formato coppie di atleti delle nostre categorie e oggi siamo in molti ad andare per mare da soli. Ed è bellissimo perché non ci sono differenze. Tutti contro tutti, e tutti abbracciati dallo stesso mare, dalla stessa onda”.
Neppure quattro anni di vela, meno di 18 mesi in ‘solitaria’, ed oggi non solo ha avuto l’onore di andare in Nazionale, è stata pure confermata. “Sì, mi hanno richiamato per un secondo stage sempre a Punta Ala, sempre nel gruppo azzurro formato esclusivamente da atleti maschi. Si vede che sono riuscita a ‘farmi valere’”.
Non c’era possibile dubbio. E anche se non è stata una passeggiata tra le rose, Eleonora è pronta per una nuova chiamata. “Devo dire che è impegnativo, si lavora con tabelle e ritmi che a Chiavari per ovvie ragioni non posso tenere. Una sfida affascinante proprio perché è ardua, dentro la barca e anche al molo. Io in mezzo ai maschi? Meglio, perché nessuno voleva sfigurare e tutti davano il massimo. Ho accumulato un bagaglio di esperienza, nozioni tecniche e lezioni psicologiche che verranno utilissime nei prossimi appuntamenti”.
Ferroni ha una Hansa 303 ‘personalizzata’, di colore rosa, e chiamata ‘Giuggiola’, da uno dei personaggi più apprezzati (e simpatici) del cartoon ‘Nemo’, apparentemente svagata, determinata nella sostanza. Con essa va quasi tutti i giorni ad allenarsi nel Golfo, e tutti i giorni si allena a secco, al porto e pure a casa. E come ogni agonista che si rispetti ha i suoi alti e bassi.
“Quando sali di grado, tipo la convocazione in Nazionale, ti interroghi, dubiti di non essere all’altezza. Poi c’è il sostegno degli amici, dei compagni di circolo e scordi le paure”. Un’agonista si era detto, che non vuole dire essere Wonder Woman ma essere in grado di sconfiggere timori e andare oltre, migliorare. “Quando segui la corrente e sfrutti le brezze, non hai molto tempo per preoccuparti”. Questo e lo spirito giusto, Eleonora. Che il vento arrivi di traverso, in faccia o in poppa poco importa. Le mani e il cuore porteranno sempre la tua ‘Giuggiola’ in porto.