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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Elsie e Stefania, le maestre del tornio: un’esplosione di fantasia e creatività in quel di Lavagna

Il racconto: “Prima superammo lo scetticismo di chi non lo considerava un lavoro da donne, poi incontrammo la curiosità e l’interesse di molti, infine arrivarono le richieste”
Elsie e Stefania lavorano al tornio in quel di Lavagna
Elsie e Stefania lavorano al tornio in quel di Lavagna
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di DANILO SANGUINETI

Se lo sapesse Ludovico Massa detto Lulù, il personaggio disegnato da Gian Maria Volontè in “La classe operaia va in paradiso” si sentirebbe male: donne che maneggiano il tornio, attività che nella prima, seconda e pure terza rivoluzione industriale era la macchina che esprimeva l’assenza della fabbrica popolata da nerboruti lavoratori, la quintessenza del machismo metalmeccanico. Dallo sfornare pezzi di metallo urlante alla creazione di levigati e sinuosi stampi per pasta fatta in casa ce ne passa quanto dalla tradizione del padre padrone all’etica delle Pari Opportunità.

Oggi il tornio può essere il meccanico utensile che permette a due “ragazze” (nello spirito sicuramente) di mutuare l’orgoglio femminista in consapevolezza femminile, di rigettare l’etichetta “boomer” e di dare libero sfogo ad un entusiasmo alimentato dal carattere eclettico e dall’ingegno non trascurabile. 

Lavagna esiste una bottega che mischia lo sprizzare delle scintille agli aromi antichi della cucina storica ligure. Un altro connubio impossibile? Affatto se si ascolta quello che hanno da raccontare Elsie Job (di stirpe “furlan”) e Stefania Albertinetti. Amiche per la pelle, impegnate in famiglia come nel lavoro (la prima ha una salumeria a Lavagna assieme al marito, la seconda una lavanderia a Sestri Levante), eppure tenendo fede alla tradizionale abilità polivalente del un tempo sesso debole – il famoso multitasking che manda in crisi il maschio di qualunque latitudine e ceto – pensano a qualcosa che sia solo loro, uno spazio libero dove esercitare la loro creatività. Potevano limitarsi a tenerne uno su Internet, gestire un blog come fanno molti. “Ed infatti da questo siamo partite – spiega Elsie. Il nostro blog si chiamava “Cambio vita…ma non troppo!”. Poi è arrivata la pandemia, volenti o nolenti avevamo più tempo libero e ci siamo chieste se potevamo creare qualcosa di più “tangibile”, un’avventura che desse sfogo sia alla nostra fantasia che al desiderio di costruire. 

Una definizione che calza a pennello per quello che intendevamo fare è diventare “operatrici di ingegno”. C’era la teoria, c’era la volontà, mancava la forma e la materia. “Io sono figlia e nipote di artigiani (ed anche di artisti, suo zio è Giovanni Job N.d.r.) che con il legno hanno sempre trafficato, sfornando vere opere d’arte. Io quindi non partivo da zero nel campo dell’intaglio. Pensammo di dedicarci alla costruzione di mobili, poi avemmo un’ulteriore illuminazione”. Perché Elsie e Stefania sono anche appassionate di gastronomia. “Ne parlavamo spesso sul blog e quindi pensammo di unire i nostri due hobby. Ma come? Fu Stefania ad avere l’ulteriore decisiva illuminazione”. L’amicizia ultradecennale permette loro di lavorare in perfetta sintonia, dove si ferma l’una continua l’altra e viceversa. “Il suocero di Stefania aveva un vecchio tornio che non usava da tanto tempo. Glielo chiedemmo “in prestito”, andammo nel nostro garage e cominciammo ad esercitarci”. Siamo arrivati al 2022.

“Un seme iniziò a germogliare nel mio cervelletto e quando ne parlai con la mia amica con la A maiuscola lei mi diede il coraggio, la forza, l’input per provarci, insieme. A quel punto ci siamo munite di sgorbie, legno, vestiti vecchi da riempire di trucioli e tanto entusiasmo ed abbiamo iniziato a tornire, o meglio, ad imparare a farlo. Stiamo ancora imparando, si intenda, ma delle nostre opere ne andiamo enormemente fiere, dalle prime con tutti i suoi difetti fino alle ultime dove si vedono i miglioramenti”. 

È il segnale dell’operatore di ingegno, provando e riprovando come suggerivano quelli dell’Accademia…

“L’idea principale fu quella di creare stampi per corzetti, la caratteristica pasta ligure che viene realizzata imprimendo nella sfoglia appositamente preparata un marchio creato grazie a un “anima” in legno”. 

I Corzetti liguri o “croxetti” è un tipo di pasta piatta e stampata, solo nella Valpolcevera e dintorni sono tirati con le dita. Un tempo le famiglie avevano il “loro” stampo recanti lo stemma del capostipite. Dalla seconda metà del Novecento, per motivi intuibili – quasi impossibile trovare un falegname che abbia tempo per intagliarti l’antico stemma di famiglia – ci si arrangia con uno stampo da biscotti rotondo e sul quale si incidono i disegni e le parole volute.

C’era un vuoto realizzativo nel quale inserirsi. “Prima superammo lo scetticismo di chi non lo considerava un lavoro da donne, poi incontrammo la curiosità e l’interesse di molti, infine arrivarono le richieste. In oltre due anni di attività abbiamo avuto alti e bassi ma la vendita non si è mai fermata. Il nostro volano per il marketing sono i mercatini. Nei quali facciamo vedere gli stampi ma anche mostriamo cosa si possa realizzare con essi, i Corzetti, ma anche altre cose”. Così arriviamo al presente dove c’è anche Legnoecannella.com.

“In una manciata di mesi sono accadute cose per noi straordinarie. Abbiamo sconvolto le nostre vite, cambiato lavoro, imparato a fare cose mai fatte nella vita, abbiamo tornito legno come se non ci fosse un domani, imparato ad usare la fresa computerizzata (serve per creare loghi, disegni, font dei caratteri per le scritte), mangiato polvere e trucioli di legno, tentato, provato, fallito, gioito”.

La vita cambia a cinquant’anni? “Diciamo che siamo due amiche sull’orlo di una crisi di tornio! Produciamo e personalizziamo stampi per Corzetti ma anche lampade e altra oggettistica. Ci chiedono stampi personalizzati i ristoranti e pure i turisti. Manteniamo il profilo basso, siamo Opi non autonome, ma abbiamo preso macchine più costose perché pensiamo che la nostra opera abbia un futuro”. Da scoprire incontrandole nei vari mercatini oppure andando sulle loro pagine social, su Instagram “stelbylegnoecannella.com”, sul blog “legnoecannella.com”.

La vita a cinquant’anni può ancora offrire opportunità. Lo dimostrano dietro gli occhialoni da tornitore (“non da intagliatore mi raccomando!” Elsy e Stefania. Che non rallentano neppure in questo periodo uggioso.  L’undici novembre non è lontano. Tempo perfetto per fare girare non solo “su’ ceppi accesi lo spiedo scoppiettando” Anche lo sfrigolante ruotare di un mandrino può infondere un lirico afflato.

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