di ALBERTO BRUZZONE
Segno meno su tutto. E non è un segno che sta bene su tutto. Anzi, è l’esatto contrario. Gli indicatori economici della Città Metropolitana di Genova per il primo semestre del 2020 restituiscono un quadro assai drammatico e preoccupante. E non è che le prospettive, in vista del secondo semestre ormai iniziato, siano decisamente migliori.
Quello che era stato ampiamente annunciato in periodo di lockdown, ovvero un calo generale a tutti i livelli e con effetti importanti e pesantissimi, si sta ampiamente manifestando e viene confermato ora dalle cifre.
Nei giorni scorsi, il Centro Studi di Confindustria Genova ha presentato il tradizionale report riferito al periodo gennaio/giugno e, come prevedibile, le conseguenze della pandemia e dell’isolamento sono presenti su tutti i fronti.
Secondo il documento, “nel primo semestre 2020, il 78% per cento delle imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi del campione dell’indagine ha accusato conseguenze negative relative alla pandemia e alle connesse misure di contenimento, con l’attesa di un calo significativo delle vendite nel primo semestre del 2020, che potrebbe essere solo parzialmente recuperato nella seconda parte dell’anno. Oltre all’industria, i comparti che si basano sulla mobilità di merci e persone (trasporti, logistica e turismo) sono stati fortemente penalizzati. Il calo di fatturato è stato notevole: tra le aziende della logistica, trasporti e terminal operators la flessione è stata, in media, tra il 14% e il 18%”.
Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova, osserva: “A pesare su tutto ci sono le conseguenze del Covid, ma anche la difficilissima situazione delle Autostrade liguri, specie nell’ultimo periodo. È complicato quantificare le ricadute dei disagi autostradali sulla perdita di produzione nell’industria e servizi. Ma quel che è certo è che hanno inciso sugli extra costi, oltre a rappresentare un danno reputazionale enorme”.
Secondo Mondini, “ci sono esempi di imprese che non hanno potuto fare colloqui e quindi hanno rinunciato ad assumere, figure dirigenziali milanesi che si sono rifiutate di venire in Liguria. Il danno è enorme. Per alcuni settori è più semplice fare una stima, come quello dei trasporti: Trasportounito, per esempio, ha già pronto un dossier con tutte le richieste di risarcimento, che ha formulato utilizzando lo stesso sistema adottato nel caso del Morandi. Sarà importante individuare i criteri e, laddove non si troverà un criterio, proveremo in un altro modo. Non mi interessa che i soldi arrivino da Aspi o da un fondo del Ministero, l’importante è che arrivino”.
L’altra grande incognita riguarda poi i posti di lavoro. “Sembra che gli imprenditori non vedano l’ora di poter licenziare per fare macelleria sociale, ma non è così – assicura Mondini – Non voglio dare la mia interpretazione su cosa è meglio, ma di sicuro il blocco dei licenziamenti mi sembra una misura adottata solo in Italia, e non mi piace nemmeno quando si dice che la cassa integrazione dovrà essere mantenuta fino a dicembre. Secondo me ci dev’essere la flessibilità del caso e tararla sui settori più sofferenti”.
Guido Conforti, che è il responsabile del Centro Studi di Confindustria, commenta: “Non abbiamo mai visto prima una cosa di questo genere, perché c’è stato uno shock contemporaneo della domanda e dell’offerta, entrambe congelate. A Genova, nel 2011, con la crisi del debito sovrano l’export non era stato colpito. Adesso anche la ripartenza è incerta, basta vedere i dati dei contagi per rendersi conto che la situazione è tutt’altro che superata”.
Qualche esempio? Nel periodo gennaio/giugno la movimentazione del Porto di Genova è diminuita complessivamente del 18,3%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il traffico teus passante per il porto è anch’esso diminuito del 13,8%, così come le navi attraccate e partite (-21%).
Ma a pagare il prezzo nettamente più alto sono state le aziende del turismo, che hanno registrato un crollo del fatturato su base semestrale di oltre il 50%. Nei mesi di marzo e aprile gli arrivi di turisti nella Città Metropolitana di Genova sono calati rispettivamente dell’87% e del 99%, le presenze del 73% e 93%. I passeggeri delle crociere sono calati, nel primo semestre, dell’82,9%.
Inoltre, l’industria manifatturiera ha subito più di tutte la chiusura forzata delle attività, con il fermo dell’attività produttiva (-12% su base semestrale) e conseguente forte calo del fatturato (-16,9% fatturato italiano, -11,8% quello estero). Meglio, benché scontino anch’esse dei cali, le aziende dei servizi, grazie al contributo delle aziende dell’informatica che in alcuni casi sono riuscite, nel periodo del confinamento, a trovare opportunità di sviluppo del business.
“I drammatici cali dei livelli di attività – prevede il report – si rifletteranno inevitabilmente sull’input di lavoro impiegato. La contrazione di quest’ultimo si è tradotta in calo di ore lavorate pro-capite, piuttosto che di posti di lavoro. In prima battuta, per limitare la distruzione di posizioni lavorative, è stato fatto il più ampio ricorso possibile a forme di riduzione degli orari, senza eccessivi oneri aggiuntivi per le imprese, quali smaltimento ferie o utilizzo di congedi parentali da parte di chi abbia oneri di cura di minori”.
Il settore manifatturiero
Tutti i comparti che compongono l’industria manifatturiera hanno registrato risultati fortemente negativi. Entrando nello specifico dell’andamento dei comparti manifatturieri, il settore della Metalmeccanica e impiantistica vede una produzione in calo del 18,8%. Il fatturato italiano si è contratto del 17,7%, quello estero del 22,8%. Le commesse provenienti da clienti nazionali sono diminuite del 13,1%, mentre quelle estere del 9,1%.
Nel secondo semestre continueranno i cali, ma più contenuti (tra i 2 e gli 8 punti percentuali).
Le aziende della Cantieristica navale registrano una diminuzione della produzione del 6,3%. Crolla il fatturato: -24,7% dall’Italia, -8,1% dall’estero. Unica nota positiva riguarda le commesse interne che salgono del 5,5% (ma quelle dall’estero calano di un punto percentuale). I margini lordi sono in sofferenza (-10%), mentre l’indebitamento cresce del 18,5%. I dati dei bacini di carenaggio indicano una minor percentuale di impegno vasche rispetto alla prima metà del 2019 (75,4% contro 83,1%) Nel secondo semestre la finalizzazione di alcune commesse pluriennali potrebbe portare a un parziale recupero.
Le aziende dei settori Automazione, elettronica e telecomunicazioni hanno registrato nel semestre un calo della produzione del 5,9%, mentre il fatturato verso clienti italiani è calato del 14,5%. Il fatturato verso l’estero è invece salito del 2,6%. La raccolta di ordini ha subito un crollo per entrambe le componenti (-17,1% ordini interni, -17,4% ordini esteri). Nel secondo semestre le aziende si aspettano nuovamente dei cali marcati, seppur minori (produzione -5,6%, fatturato -10%, ordini e export -8,3%).
Tra le Industrie alimentari la produzione è calata del 4,4%, il fatturato nazionale è rimasto stabile, sorretto dalla domanda interna che, per quanto riguarda il settore, è aumentata, mentre il fatturato dall’estero è sceso del 12,6%. Male gli ordini interni ed esteri, rispettivamente calati dell’8,5% e del 4,2%. Margini lordi in contrazione del 12,9%. Nella seconda parte dell’anno le aziende confermano le difficoltà con cali attesi di fatturato e ordini intorno al 9%.
Andamenti negativi caratterizzano anche i settori della Chimica, Plastica e Tessile: la produzione scende del 9,5%, così come il fatturato (-13,4% la componente interna, quella estera fa segnare un -13,7%). Margini lordi in contrazione del 18,3%. Nota positiva sono gli ordini del comparto chimico: +2% le commesse dall’Italia, +14% le commesse dall’estero.
Cartai, Cartografici, Editori e Grafici denunciano una contrazione di ordini e giro d’affari intorno al 30%. La produzione crolla del 40%.
Infine, le aziende dell’Ardesia e Materiali da costruzione indicano una produzione crollata del 36%, il fatturato diminuito del 26,5% rispetto al primo semestre del 2019 e ordini inferiori del 17,7% per quanto riguarda la clientela nazionale. Il calo si assesta a -7,7% con riferimento all’estero.
Il settore trasporti e logistica
I dati riguardanti i traffici portuali mostrano una forte contrazione del tonnellaggio delle merci passate per il Porto di Genova nel primo semestre dell’anno, corrispondente a un calo del 18,3%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tutte le voci sono in diminuzione, ad eccezione dei bunkers e provviste di bordo. Il traffico containerizzato è calato sia in termini di tonnellate (-12%), sia in termini di teus (-13,8%), il traffico convenzionale è calato del 18,8%. Rinfuse solide e Oli minerali sono scesi del 22% e del 26,8%, mentre le rinfuse liquide del 14,1%. Nel complesso la funzione commerciale è risultata in contrazione del 17,7%. La funzione industriale è risultata in calo del 42,8%.
La movimentazione passeggeri risente anch’essa delle costrizioni, in questo caso relative allo spostamento delle persone. Il numero di passeggeri di traghetti è calato nel semestre del 62,9%, quello dei crocieristi dell’82,9%.
Per quanto riguarda l’aeroporto di Genova, nei primi sei mesi dell’anno sono diminuiti i movimenti totali degli aeromobili nella misura del 58,6% e il numero di passeggeri in transito del 73,7%. Nel mese di marzo il traffico passeggeri era calato dell’81% rispetto allo stesso mese del 2019, mentre ad aprile si era ormai quasi azzerato del tutto.
Anche l’andamento economico delle aziende della Logistica e trasporti è caratterizzato dalla forte contrazione del fatturato, che registra un calo del 16,7%. Il settore Energia, invece, ha risultati molto meno negativi: il fatturato da clienti italiani è calato dell’1,1%, quello riferito all’estero dello 0,6%.
I servizi del terziario
L’Informatica, pur registrando un calo del fatturato nazionale, ha aumentato il proprio giro di affari verso l’estero (in parte a discapito dei margini di profitto), controbilanciando la performance delle aziende del Terziario, la cui attività non ha riscontrato progressi nei primi sei mesi dell’anno (fatturato fermo e calo degli ordini)). Andamento molto negativo tra le aziende della Comunicazione, il cui fatturato è in calo del 17,3% rispetto al primo semestre 2019 e le commesse sono in contrazione del 17%.
Il settore turismo
È evidente che uno dei settori su cui l’epidemia sta impattando maggiormente è il settore del turismo. La limitazione di spostamento delle persone all’interno del Paese durante il lockdown e la chiusura delle frontiere con l’estero hanno reso impossibile l’arrivo di turisti nella regione nel periodo più difficile dell’emergenza.
“Nel periodo marzo/inizio giugno – secondo Confindustria – molte strutture ricettive hanno dovuto chiudere l’attività o comunque far fronte alla cancellazione delle prenotazioni in periodi festivi fondamentali per la costituzione del fatturato annuale (vacanze pasquali, ponti feriali). La chiusura delle scuole ha inoltre causato l’annullamento delle visite d’istruzione, che ha penalizzato ulteriormente gli operatori del settore. Da giugno ci si attende una ripresa di arrivi e presenze di turisti italiani, tuttavia è prevedibile che parte di questo movimento turistico possa avere caratteristiche diverse rispetto al passato: i timori del contagio e la difficoltà di raggiungere la Liguria a causa dei disagi legati alla manutenzione della tratta autostradale potrebbero penalizzare le strutture ricettive, a favore di affitti brevi di case nelle località di mare. In ogni caso, le presenze di turisti stranieri saranno notevolmente minori rispetto all’ estate 2019”.
Le conseguenze del Covid hanno impattato anche sul turismo ‘congressuale’. La pandemia ha infatti causato la cancellazione o il rinvio di numerosi eventi e convegni, con conseguenze fortemente negative sull’attività degli operatori interessati.
Nel complesso le aziende del turismo assistono a un vero e proprio crollo del loro giro di affari. Disastroso anche l’effetto sull’occupazione, caratterizzata dalla stagionalità: -27,8% rispetto al primo semestre 2019.
Le prospettive
Le indicazioni delle aziende genovesi per il 2° semestre 2020 sono marcate dall’incertezza sui tempi dell’effettiva fine dell’emergenza sanitaria, gli stock di invenduto e l’assenza di liquidità dovuta al crollo dei fatturati rappresentano per molte imprese ostacoli che inibiscono, nel breve-medio periodo, le decisioni di investimento, che saranno rinviate per quasi tutto il 2020. L’attività economica registrerà ancora variazioni negative: fatturato e esportazioni recupereranno, tornando in territorio positivo, solo nel 2021.
L’estensione eccezionale della CIG quest’anno permetterà un forte aggiustamento al ribasso delle ore lavorate e un minore impatto sui posti di lavoro. L’occupazione in termini di ULA (unità lavorative annue) diminuirà notevolmente, ma in termini di numero di occupati la flessione sarà più contenuta (-1,3%).
IL REPORT COMPLETO
https://www.confindustria.ge.it/images/indicatori_economici_1_2020.pdf