(r.p.l.) Colmata, Lido, aree strategiche, sviluppo futuro, depuratore, visione di città. Finisce l’estate e questi grandi temi, tutti strettamente connessi tra loro, ricominciano ad affacciarsi nella vita politica cittadina.
A partire da quella maggioranza che, in un anno e più di amministrazione a Palazzo Bianco, si è limitata all’ordinario (a volte ben fatto, altre no) ma mai ha mostrato di avere uno slancio in prospettiva, bloccata dai numerosi ‘no’ pronunciati in campagna elettorale.
Stranamente, quindi, è stato proprio il sindaco di Chiavari Marco Di Capua a battere ieri il primo colpo che sancisce, di fatto, la ripresa dell’attività politica locale. Lo ha fatto attraverso un comunicato stampa, a nome suo e dell’intera maggioranza e ad argomento Colmata a mare. ‘Piazza Levante’ lo riporta integralmente: a scanso di equivoci, fraintendimenti, polemiche, vignette satiriche confezionate dal disegnatore prezzolato di turno.
Usando una formula tanto cara a certa informazione locale, anche noi quindi ‘riceviamo e pubblichiamo’. Per poi fare alcune considerazioni.
Dal Comune di Chiavari, 12 Settembre 2018
Area di Colmata Mare a Chiavari: l’amministrazione dice no all’edilizia residenziale.
A seguito di una riunione della maggioranza, il sindaco, gli assessori e i consiglieri tutti vogliono precisare e sottolineare la contrarietà dell’amministrazione comunale all’edilizia residenziale in Colmata mare.
“In questi mesi si sono susseguite diverse richieste da parte di gruppi imprenditoriali – spiega il sindaco Di Capua – che hanno manifestato forte interesse per l’area di Colmata, a cui sono seguiti incontri, come avviene con tutti coloro che hanno idee e manifestano interesse per il nostro territorio, e di questo l’amministrazione ne è grata.
Sovente, però, le proposte prevedevano quote di edilizia residenziale, magari con edificazione a carattere verticale. Sentiamo, quindi, il dovere di precisare – in modo pubblico e chiaro – che il nostro indirizzo, anche per ribadire il programma elettorale delle varie componenti della maggioranza, non prevede la costruzione di nuovi appartamenti in Colmata e, pertanto, non prenderemo in considerazione progetti di sviluppo dell’area che prevedano l’edificazione di nuove residenze private. Il nostro programma include aree verdi attrezzate, campetti per lo sport, giochi all’aperto, bar, ristoranti, alberghi, centri di aggregazione per giovani, impianti per lo sport in concessione, servizi pubblici e commerciali, edilizia scolastica, piste ciclabili e parcheggi pubblici. Tutto tranne residenze ad uso privato, di cui Chiavari non ha bisogno. Sono, quindi, benvenuti gli investitori che hanno idee di sviluppo per la suddetta area ma sempre nell’ambito della cornice delle attività sopra enunciate.”
Come spesso accade, quando si parla della maggioranza Di Capua, bisogna fare attenzione alle date. E rispolverare gli archivi.
Vero è che nel programma elettorale di Avanti Chiavari, alla voce Colmata, si leggeva la seguente frase: “Istituzione di un parco urbano fronte mare dotato di impianti sportivi e loro sedi associative, strutture di accoglienza, centro civico, aree commerciali, turistiche e parcheggi pubblici”. Siamo nell’aprile del 2017.
Altrettanto vere, e provate, le schermaglie tra l’ex sindaco Roberto Levaggi e il consigliere Giovanni Giardini, ieri di minoranza, oggi di maggioranza dopo l’apparentamento con Di Capua. Era Giardini, sempre in campagna elettorale, ad attaccare Levaggi parlando di ipotetici “cinquantamila metri cubi di cemento in Colmata”, una cifra non presente in nessun atto ufficiale, ma frutto di un calcolo assai complesso e poco empirico dello stesso Giardini, professione architetto con vocazione all’urbanistica.
Sin qui, nulla d’incoerente, comunque, tra il 2017 e oggi. La contraddizione invece risale al 12 gennaio 2018. Sul quotidiano locale, esce un pezzo intitolato “Un campus in stile americano. La scuola del futuro vista mare”.
Nell’articolo, parla Antonio Segalerba, presidente del Consiglio Comunale, braccio destro del sindaco, consigliere metropolitano eletto con i voti della Lega Nord.
Commentando il progetto di un polo alla Colmata, Segalerba dice: “Verificheremo la disponibilità di fondi statali per l’edilizia scolastica e per gli impianti sportivi. Uno studio sulle reali esigenze delle scuole cittadine non è mai stato fatto. Penso che una scuola moderna, con annessi impianti sportivi e un posteggio nel quale i genitori possano lasciare le auto senza intralciare la circolazione del traffico urbano, possa incontrare ampi consensi”.
Poi la frase clou: “Analizzeremo pro e contro. Vogliamo puntare su scuola, turismo, commercio. E’ un progetto da meditare con cura. Scartiamo la vecchia ipotesi perché le residenze erano eccessive e il mercato non è recettivo (si riferisce al progetto di Agostino, ndr). Tuttavia, per rendere sostenibile un intervento importante come quello che abbiamo in mente, una quota minima di edilizia potrebbe essere necessaria”
Questo a inizio anno. Oggi, invece, la giunta si affretta a dire che non ci sarà nessun tipo di abitazione privata. Dove sta la verità? Attenzione che qui la ‘quota minima di edilizia’ non è stata tirata in ballo da avversari politici, media poco allineati, imprenditori che puntano al profitto. Il discorso è del presidente del Consiglio Comunale Antonio Segalerba.
Prima considerazione: se, leggendo queste dichiarazioni, si sono presentate a Palazzo Bianco persone interessate alla Colmata anche per l’edilizia privata, le ragioni vanno cercate solo e soltanto in seno alla maggioranza, che ieri aveva aperto a questa ipotesi. E’ molto probabile pensare a un forte dibattito interno, a proposito di questo argomento.
Ma a questo aspetto se ne aggiunge un secondo, ed è comunicativo. Che bisogno c’era di uscire con questa nota stampa? Non è stata suscitata da nessun articolo negativo. Né da alcuna polemica politica. Né da alcun avversario dell’attuale maggioranza. Perché il sindaco ha fatto questa dichiarazione? Che cosa voleva dire? Dove sta la notizia? Se davvero si voleva informare i cittadini, allora Di Capua avrebbe dovuto dire chi sono questi imprenditori venuti a bussare alla porta di Palazzo Bianco. Mostrare progetti. Spiegare i pro e i contro. Ragionare in termini di trasparenza. Questo comunicato, invece, si limita a ribadire i contenuti assai generici del programma elettorale, certo con l’impegno di volerlo rispettare, ci mancherebbe altro.
Il terzo aspetto è connesso al secondo. Si parla per la Colmata di “aree verdi attrezzate, campetti per lo sport, giochi all’aperto, bar, ristoranti, alberghi, centri di aggregazione per giovani, impianti per lo sport in concessione, servizi pubblici e commerciali, edilizia scolastica, piste ciclabili e parcheggi pubblici. Tutto meno l’edilizia privata”. Alla faccia delle idee chiare!
Secondo la maggioranza, alla Colmata dovrebbe stare tutto questo ‘minestrone’ di cose. Ma siamo sicuri che, per quanto ampio, quello spazio potrebbe ospitarle tutte? Ecco perché l’uscita del sindaco pare l’ennesima dichiarazione vaga, senza una prospettiva, senza una posizione. Come su tutti i grandi temi. Atta solo a troncare le velleità degli speculatori. Solo questo è giusto. Ma perché allora il sindaco non ce la racconta tutta? Chi sono, o meglio chi erano, questi potenziali investitori? Perché le loro idee sono state cassate?
Ultimo, ma non in ordine d’importanza: se la Colmata, per assurdo, dovesse ospitare tutti questi servizi e al Lido, secondo Avanti Chiavari, vanno salvaguardati spiaggia e stabilimento balneare, con il rifacimento della piscina (con quali risorse è un mistero e Di Capua, anche qui, non l’ha mai saputo spiegare), dove pensa, l’attuale maggioranza, di collocare il depuratore di vallata? Sono state individuate zone al di fuori di Chiavari, come aveva ipotizzato il consigliere Giovanni Giardini? Verrà potenziato l’impianto a fine vita di Preli? E, nel frattempo, dove finiranno i liquami dei chiavaresi? Ci sono soluzioni alternative al Lido? Perché il tempo passa e il grande tema su cui si è giocata la campagna elettorale langue.
Forse sarebbe stato più opportuno, alla ripresa dell’attività politica, al posto di alzare l’ennesima cortina di fumo, dare una risposta chiara e certa su un tema fondamentale come quello della depurazione delle acque. I ritardi sono già ampi ed evidenti.
Mentre Sestri Levante va avanti con la progettazione del suo impianto in zona Ramaia, Chiavari è ferma al palo. Bloccata da veti incrociati, da promesse elettorali praticamente impossibili da mantenere.
Visione, prospettiva, senso logico. Sarà meglio che sindaco e maggioranza se ne dotino, se davvero questa giunta vorrà lasciare il segno al di là delle pulizie ordinarie e dei progetti ereditati.
