(r.p.l.) Un incontro con la dirigenza e i soci Iren per rivedere la costruzione del depuratore previsto nella colmata a mare di Chiavari e spiegare tutti i punti critici del progetto. A partire dal camino dei fumi piazzato nel porto turistico della città o a circa 60 milioni di euro di costo per le sole opere accessorie.
Il comitato No al depuratore in colmata ha scritto una lettera al Consiglio di amministrazione di Iren e ai soci, fra cui i sindaci di Genova, Torino, Reggio Emilia e Parma, per evidenziare tutte le problematiche di un progetto che, se realizzato proprio dalla multiutility, secondo il comitato danneggerà in maniera irreversibile la città.
Una richiesta giunta dopo l’indifferenza della politica locale, a partire soprattutto da quella che amministra la città.
“Abbiamo scritto al Consiglio di amministrazione e ai soci di Iren per sensibilizzarli sul progetto”, ha spiegato il presidente del comitato, Andrea Sanguineti, illustrando il contenuto della missiva inviata nella giornata di mercoledì. “Abbiamo selezionato sette punti cruciali chiedendo di poterli discutere, oltre a tutte le altre criticità, proprio con i membri del consiglio di amministrazione e i soci. Quello che vogliamo, è rendere noto tutti quelli che sono gli aspetti, per noi sbagliati, di questo progetto”.
Una richiesta fatta direttamente a Luca Del Fabbro, presidente di Iren, e al nuovo amministratore delegato, Paolo Emilio Signorini, voluto dal sindaco di Genova, Marco Bucci, anche per la sua conoscenza del contesto ligure. Nel testo sono stati evidenziati alcuni degli aspetti del progetto che per i membri del comitato risultano cruciali e chiaramente incongruenti, tanto da rendere evidente la necessità di spostare in un’altra area la realizzazione del nuovo depuratore da 140mila abitanti.
Fra gli altri, ad esempio, la costruzione di una scogliera di 470 per 50 metri, la realizzazione del camino degli odori nel porto turistico della città, gli alti costi di interramento dell’impianto fronte mare e lo spreco delle acque trattate.
“Sono tutte criticità che derivano da un fattore: la scelta di dove realizzare l’impianto – chiosa Sanguineti – La colmata a mare di Chiavari è il posto più sbagliato in assoluto in cui realizzare un depuratore. Visto che gli amministratori cittadini, metropolitani e regionali sembrano essere poco sensibili a questo enorme problema per la città, abbiamo scelto di scrivere, fra gli altri, anche ai sindaci delle città che detengono quote di Iren. Ci auguriamo che in qualità di amministratori locali, capiscano l’assurdità di questo progetto”.
Di seguito il testo della lettera inviata all’intero consiglio di amministrazione di Iren e a tutti i soci, fra cui i sindaci di Genova, Torino, Reggio Emilia e Parma, nonché al presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo e all’amministratore unico della società Metro Holding Torino.
Spett.li,
Vi comunichiamo che a Chiavari è nato lo scrivente Comitato contro la costruzione di un depuratore in colmata a mare previsto dalla società IREN S.p.a. Ci permettiamo di sottoporVi, in qualità di massimi rappresentanti della stessa, le nostre osservazioni:
- il progetto proposto da IREN non è consono rispetto alle soluzioni tecnologiche oggi offerte dal mercato e di rilevante impatto ambientale.
A nostro parere non è accettabile che nel 2023 si assista alla costruzione di un depuratore fronte mare interrato e con alti costi di manutenzione ed energetici (consumo 50mwh/giorno), senza prevedere l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili né biodigestori per la produzione di biogas o un impianto per lo smaltimento dei fanghi reflui;
- per consentire la realizzazione dell’impianto sotto il livello del mare, IREN sarà costretta a costruire una scogliera lunga 470 metri e larga 50 metri, con un muro di protezione che sovrasterà di due metri la scogliera.
Scogliera che comporterà l’approvvigionamento di ottantamila metri cubi di massi (200mila tonnellate) e circa 8000 viaggi di camion che dovranno, inoltre, attraversare la città di Chiavari. Opera che è stimabile costerà ai cittadini 30 milioni di euro;
- l’interramento completo dell’edificio tecnologico e del parking che verrà realizzato nell’area limitrofa, prevede la movimentazione di 120mila metri cubi di terra.
I costi relativi saranno notevolmente superiori a un impianto moderno fuori terra proprio per via della profondità degli scavi (meno 15 metri in alcune sezioni). I tecnici da noi interpellati stimano costi di 30 milioni di euro per scavi, conferimento materiali di scavo, bonifica e opere civili;
dunque il depuratore di Chiavari costerà circa 60 milioni per le sole opere che non riguardano la realizzazione dell’impianto tecnologico.
- Ci chiediamo se tutto questo ha una logica almeno dal punto di vista economico;
- il camino di emissione del gas ha una altezza di soli 7 metri e verrà posto nel pieno centro del porto turistico, a soli 20 metri dalle prime file di barche ormeggiate. Caso crediamo unico in Italia;
- Il porto turistico verrà investito da 39 mil uo/h;
- il volume di fanghi prodotti dall’impianto sarà di 871 metri cubi al giorno, il che significa una presenza di camion giornaliera nel porto turistico, lungo il lungomare e nel centro della città. Nonché altissimi costi per lo smaltimento (700 euro a viaggio per camion);
- l’impianto comporterà un ingentissimo spreco di acqua trattata.
Nel 2023 anziché prevedere, come logica vorrebbe, il riutilizzo delle acque trattate per l’agricoltura e l’industria, IREN prevede un riutilizzo parziale per il lavaggio delle barche e delle strade. In pratica le acque depurate di circa 140mila persone andranno direttamente in mare. Ci pare uno spreco vergognoso.
Attualmente limitiamo le nostre osservazioni a questi punti cruciali, nella convinzione che in un dibattito civile e democratico, di fronte alle responsabilità dovute a tutti i soci della vostra azienda, accetterete di incontrare i rappresentati del nostro Comitato per un confronto sull’opera in oggetto.
Siamo fin da ora a precisare che la nostra opposizione non è al depuratore di per sé e alla necessità di depurare le acque reflue dei comuni coinvolti nel progetto, ma alla localizzazione dell’impianto.
Su questi presupposti vorremmo avviare un confronto con voi, auspicando che IREN voglia scegliere un sito più adeguato per la costruzione di un depuratore moderno, dai costi più bassi e meno impattante per i cittadini.
In attesa di un Vostro cortese riscontro, Vi porgiamo distinti saluti
Il Presidente
Andrea Sanguineti