C’è un angolo carioca nel porto turistico di Chiavari che è un approdo sicuro per chi vuole mangiare bene. È il Dragut, la più antica churrascaria in Italia. Un nome che rievoca un mondo fatto non solo da pirati e razzie: ci sono le spade, ma servono per cuocere la carne che arriva così, infilzata, sulla tavola del cliente.
È una storia che nasce nel 1992 da un’idea di Enzo Bellocchio e affonda le sue radici in un viaggio a Rio de Janeiro. Il Corcovado e il Cristo Redentore, le spiagge di Copacabana e Ipanema, bellezze che entrano dentro come il clima festoso che accompagna la giornata brasiliana. La ‘cidade maravilhosa’ non la dimentichi nello spazio di un volo transatlantico e infatti Bellocchio – dj e gestore di importanti locali – torna stregato. Dalla cucina, soprattutto, e da una pazza idea che cuoce a fuoco lento nella sua testa: ‘Marius’ o il ‘Porcao’, esempi da esportare nella sua città, Chiavari.
Azzardo vincente, doppia scommessa, “aprire un ristorante di carne in porto”, che ripaga subito. Perché fin dagli esordi quella novità diventa abitudine nella mappa dei locali che non tradiscono. Idea verdeoro così come il personale, ingaggiato proprio dai migliori locali di Rio, perché quella cottura e quel taglio della carne sono roba che scorre nelle vene, o ce l’hai o non ce l’hai.
Sugli schermi posizionati all’interno del locale scorrono i filmati del Brasile visto dall’alto, ma niente saudade, la parola d’ordine per chi si siede al tavolo del Dragut è rodizio, un giro di carni infilzate in spade: salsiccia, salsiccia piccante, pollo, tacchino con pancetta, costina di maiale, cupim, bistecca con aglio, scamone, picanha, filetto, asado di vitello, prosciutto cotto, cuori di pollo, lonza di maiale, filetto di maiale con formaggio, scamorza, ananas al forno alla cannella. “Carni certificate, della migliore qualità, provenienti da Brasile, Argentina e Italia”. I contorni più esotici si chiamano pao de queijo, gustosi panini al formaggio, e feijoada, un piatto a base di riso e fagioli.
Si cena – perché il locale apre solo la sera – con spremute di lime, ananas o maracuja. E per chi non deve guidare c’è pure una ricca carta dei vini, consigliata dal sommelier Mauro Marina, serviti al motto “o melhor vinho do mundo é aquele que você gosta”, tradotto: il miglior vino del mondo è quello che ti piace.
Qui sono passati tanti nomi di spicco. Sportivi soprattutto: dai grandi calciatori del passato, agli attuali giocatori di Sampdoria, Genoa, Entella e Spezia. Senza dimenticare Gilberto Gil (nella foto con Bellocchio), celebre cantautore brasiliano e ministro della Cultura nel governo Lula.
La galleria fotografica è un libro dei ricordi che certifica, 27 anni dopo, che questa missione è compiuta. Si mangia con vista sul mare e a fine serata il Monte di Portofino sembra quasi il Pan di Zucchero.
DANIELE RONCAGLIOLO