(r.p.l.) Mezzo secolo fa, l’artigiano Ido Battistone fece uscire dalle sue mani quello che, a distanza di pochissimi anni, sarebbe diventato il simbolo indiscusso di Camogli, oltre che un pezzo importante di storia della marineria ligure. Il Dragun. Non c’entrano il dragone cinese, e neppure il mostro protagonista di tante leggende. Perché questa è una storia profondamente legata all’acqua, al mar Ligure. Da esso trae linfa e gloria, trae storia e tradizioni.
In principio, ci fu una scialuppa di salvataggio di una nave dei primi del Novecento. Ido e i suoi amici la trovarono e pensarono di farci qualcosa di unico. Un’imbarcazione che così singolare non si era mai vista: un misto tra vela e remi, con le caratteristiche tipiche dello sciabecco e della galea. Ed ecco, dalla fusione di due stili, di due modi differenti d’interpretare e sfidare le onde, che nasce l’animale… o meglio il natante che non esisteva. E che esisterà per sempre – oggi, domani e dopodomani – grazie a quel gruppo U Dragun che conta decine e decine di iscritti e che, ogni anno, fa in modo di perpetuare questa tradizione, di ribadire le proprie origini marinare, di portare in alto il vessillo di Camogli, come si faceva con altrettanto orgoglio nella notte dei tempi.
Andrea Costa è l’attuale ‘Commodoro’, ovvero il presidente dell’associazione, che è pienamente riconosciuta dal Comune di Camogli e che è la legittima proprietaria dell’imbarcazione storica. Si festeggia il cinquantennale, e quindi questo 2019 è assolutamente speciale: “Abbiamo iniziato il nostro calendario di celebrazioni – racconta – lo scorso 23 febbraio, con un convegno al quale hanno partecipato moltissime persone. Ora che viene la stagione estiva, si entrerà nel clou del programma”.
Il ‘Commodoro’ parla del Dragun come se fosse un figlio. Tanto è l’affetto che lega i camogliesi al loro simbolo: “È un ibrido tra una barca a vela e una a remi, con tredici persone a bordo: dodici rematori e un timoniere. La completano due vele latine. È una barca di ‘fantasia’, ma assolutamente reale, al tempo stesso. Molto robusta e capace di affrontare qualsiasi mare”.
Sabato scorso, presso il Museo Marinaro di Camogli, si è tenuto il secondo incontro a calendario: titolo dell’iniziativa era ‘Al remo delle galee’. Hanno parlato il professor Luca Lo Basso, sul tema ‘Dal liber Gazarie alle galee dell’età moderna’ e l’avvocato G.B. Roberto Figari, sul tema ‘Un antico approdo tra Camogli e Recco’. Sono stati ricordati sia Ido Battistone sia le varie spedizioni dei Dragonauti nel mondo. Inoltre, si è potuto ammirare il nuovo assetto del museo, dedicato a Gio Bono Ferrari, con l’atrio e la biblioteca che sono stati ristrutturati.
“Forse neanche il suo fondatore Ido, quel primo maggio del 1969 – osservano gli amici del gruppo U Dragun – pensava di mettere in moto un gruppo di persone che dapprima lo seguisse e successivamente ne continuasse l’iniziativa da lui intrapresa, fino a raggiungere il compleanno dei cinquant’anni. Se il gruppo ha potuto raggiungere questo importante traguardo, è stato possibile anche per merito degli amici che hanno contribuito negli anni per continuare quello che era cominciato come un sogno, e che ora è un’importante realtà”.
Prossimo appuntamento, a giorni. Il 5 maggio al Teatro Sociale, alle ore 21. “Andrà in scena – spiega Andrea Costa – lo spettacolo teatrale ‘Loro senza di me, io senza di loro’, con i camoglini che racconteranno i cinquant’anni del Dragun. Quindi, il prossimo 23 giugno, è prevista una sorta di ‘transumanza’ del Dragun: lo porteremo a mano in giro per la città, in modo da farlo vedere da tutti, per poi fargli prendere il mare. Partiremo da dove viene normalmente custodito, vicino alle padellone della Sagra del fritto. L’altra grande manifestazione simbolo di Camogli fuori dai propri confini”.
E non finisce qui: “A luglio è in programma la traversata a remi verso Levante, durante la quale toccheremo le varie città che nel corso della storia ci hanno ospitato: Portofino, Sestri Levante, Lerici, La Spezia. Quindi, il 4 agosto, la festa della Stella Maris, con un Dragun che sarà equipaggiato in maniera anche più ricca del solito. Il 7 settembre, infine, la tradizionale festa di San Prospero (che potrebbe però anche essere anticipata, per non andare in coincidenza con la Sagra del Fuoco della vicina Recco)”.
“Il cinquantenario del Dragun – afferma il sindaco di Camogli Francesco Olivari – è un avvenimento importante per tutta la città. Il Dragun è divenuto un simbolo di Camogli e ha tenuto nel tempo grazie al Gruppo. Ricordo anche che nel 2013 fu inaugurato largo Ido Battistone. Ricordo pure le tante spedizioni effettuate e il fatto che il Dragun sia anche ambasciatore dell’Unicef e dei suoi valori e che a bordo vi sia un equipaggio, i Dragonauti, formato da diverse generazioni. Tra il più giovane e il più anziano vi sono quasi sessant’anni di differenza. Parafrasando il titolo di un film, si può dire che questo è l’anno del Dragun”.
Mezzo secolo di una vicenda che richiama il mondo antico ma è straordinariamente moderna, in fatto di entusiasmo e sempre enorme partecipazione. Il Dragun vive e naviga in mezzo a noi.