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di LAURA GASPARI *
Lo scorso maggio il presidente americano Joe Biden ha nominato Monica Bertagnolli come direttrice dei National Institutes of Health (NIH), agenzia parte del Dipartimento della Salute dedita alla ricerca biomedica, dopo che il posto era rimasto vacante da dicembre 2021. Nulla ancora di certo, in quanto la conferma deve arrivare dal Senato, ma questa scelta del Presidente ha decisamente sollevato molte riflessioni, domande, spunti e anche qualche opposizione.
Chi è Monica Bertagnolli? Cresciuta in Wyoming, classe 1959, figlia di immigrati italiani e francesi baschi di prima generazione, si è laureata a Princeton e specializzata all’Università dello Utah, prendendo la strada della chirurgia oncologica – una specialità ancora a maggioranza maschile.
La sua vita, sia da clinica che da ricercatrice, l’ha spesa nella lotta al cancro: solo l’anno scorso era stata nominata direttrice del National Cancer Institute (NCI), dove detiene il primato di essere la prima donna in assoluto a guidare l’agenzia. Se confermata in Senato, Monica Bertagnolli sarebbe la seconda donna alla guida del NIH, ma il primo chirurgo a ricoprire il ruolo, di solito affidato a puri ricercatori.
“La Dottoressa Bertagnolli ha trascorso la sua carriera aprendo la strada alla scoperta scientifica e ampliando i confini di ciò che è possibile per migliorare la prevenzione e il trattamento del cancro per i pazienti e garantendo che essi in ogni comunità abbiano accesso a cure di qualità”, ha scritto lo stesso Biden in una nota allegata alla sua nomina.
Negli Stati Uniti le nuove diagnosi di cancro sono in salita, arrivando a toccare i quasi 2 milioni solo nel 2021, con migliaia di morti ogni anno, secondo le stime dell’American Cancer Society. Negli ultimi anni i numeri sono aumentati anche a causa delle diagnosi e dei trattamenti ritardati dalla pandemia di Covid-19. La lotta al cancro è dunque una cosa molto seria, dimostrato anche dal rilancio di Biden nel 2022 dell’iniziativa Cancer Moonshot, appoggiata da Bertagnolli, con l’obiettivo di ridurre i numeri allarmanti del 50% in 25 anni e incrementare la ricerca scientifica. Come ricorda il ‘New York Times’, Biden ha motivazioni più che personali per prendere seriamente la lotta al cancro, poiché suo figlio maggiore Beau, a soli 46 anni, è morto nel 2015 per un tumore al cervello.
La stessa Bertagnolli è, sfortunatamente, una paziente oncologica: con una diagnosi di tumore al seno ricevuta nell’ottobre 2022 e un percorso chirurgico, chemioterapico e radioterapico sulle spalle, la dottoressa Bertagnolli ha raccontato pubblicamente la sua malattia, raccontando dell’importanza dello screening e delle cure messe a disposizione della ricerca. “Mi sono presentata alla mia mammografia regolare aspettando che fosse negativa come tutte le altre e ho avuto una brutta sorpresa. E così ora so come ci si sente”, ha detto in un’intervista con NPR, aggiungendo di essersi arruolata volontariamente in uno studio clinico per dare un seguito all’attività di ricerca che non ha mai smesso di fare perché è “il minimo che potessi fare”.
Una figura solida, competente e dedita. Nonostante tutte le carte in regola però Bertagnolli ha ricevuto una ferma opposizione dal Senatore del Vermont Bernie Sanders, che presiede la commissione Salute, Istruzione, Pensioni e Lavoro. Sanders, infatti, si è dichiarato fin dall’inizio contrario alla sua nomina perché, nonostante reputi Bertagnolli estremamente competente, non la ritiene abbastanza pronta per affrontare l’avidità delle case farmaceutiche sui prezzi dei farmaci. Nonostante le rassicurazioni di Bertagnolli durante l’audizione e il precedente impegno in tal senso del Presidente Biden, Sanders ha prima tenuto “in ostaggio” il voto e poi espresso parere negativo, mettendosi in contrasto con i suoi colleghi democratici per la precisione – assolutamente favorevoli alla nomina di Bertagnolli.
Monica Bertagnolli ha dovuto sopportare un’audizione pesantissima di fronte alla Commissione non solo a causa di Sanders, ma anche di alcuni esponenti Repubblicani: ha dovuto rispondere sull’impegno futuro del NIH, sulla posizione riguardo la gender-affirming care per i giovani transgender – uno degli argomenti preferiti dal GOP per alzare polveroni – e la passata gestione del Covid-19.
Bertagnolli verrà sicuramente nominata e troverà davanti una montagna molto difficile da scalare: la sanità americana in sé è piena di diseguaglianze, paletti, storture, la ricerca ha bisogno di ripartire, le sfide sono molte e il futuro incerto. La comunità scientifica, tuttavia, è in visibilio per sua nomina, nutrendo grande speranza per il suo operato. Speranza e gioia che, si spera, si ricostruisca anche per l’opinione pubblica, quella di potenziali pazienti, che sempre più perdono fiducia nella scienza e nella medicina e la sentono distante. Bertagnolli, medico, chirurgo, direttrice, e pure paziente, riuscirà a ricucire questo strappo?
(* medical writer e Vicedirettrice di ‘Jefferson – Lettere sull’America’)