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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Disturbi del comportamento alimentare, numeri in preoccupante aumento dopo il Covid. Ma il presidio di Sestri Levante è in crisi 

La Fondazione del Fiocchetto Lilla: “Le risorse umane dedicate alla cura stanno diminuendo, mettendo a rischio la salute a lungo termine dei pazienti”. Asl 4: “Ci sono difficoltà legate al reclutamento di medici specialisti”
L'ospedale di Sestri Levante
L'ospedale di Sestri Levante
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di ALBERTO BRUZZONE

Lo scorso 15 marzo è stata la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, che si celebra ogni anno per sensibilizzare l’opinione pubblica a proposito dei disturbi del comportamento alimentare, i cosiddetti Dca. A spendersi moltissimo su questo fronte, da parecchio tempo, è Stefano Tavilla, presidente dell’Associazione Mi Nutro di Vita, genovese e papà di una ragazza mancata proprio a causa dei Dca, mentre era in attesa di ricevere cure. 

Proprio per ricordare la figlia Giulia, ma anche per tutte le persone che sono affette dalle stesse patologie, Tavilla ha fondato una realtà che è radicata a livello nazionale. Mi Nutro di Vita è ascoltata, è riconosciuta, ma la strada da fare è ancora parecchia e, proprio nei giorni scorsi, l’associazione ha denunciato, attraverso un comunicato, la situazione non positiva legata al Centro diurno per la Cura dei Disturbi del Comportamento alimentare che si trova all’ospedale di Sestri Levante, mai così “a rischio chiusura”, come sostengono i volontari.

“Eppure – rimarca Tavilla – questa struttura da tempo rappresenta una fondamentale risorsa per i pazienti affetti da queste gravi patologie. Nel corso degli anni, infatti, il centro ha accolto e curato centinaia di pazienti provenienti da un’ampia e diversificata zona della Liguria, coprendo un territorio che abbraccia il Golfo del Tigullio, le valli montane adiacenti fino allo spezzino e persino utenti del genovese che non trovavano risposte sul loro territorio. Il centro offre un supporto cruciale per le persone e le famiglie affette da tali malattie, diventate ormai una vera e propria epidemia nella nostra società”.

Tavilla ricorda la storia: “Nel marzo 2020, in risposta all’aumento dei casi di Dca, la direzione della Asl 4 aveva programmato di ampliare e trasferire il centro al terzo piano nell’ala est della struttura, per offrire un servizio di day hospital quotidiano, supportato da un team multidisciplinare specializzato, come da linee guida. Tuttavia, a causa dell’emergenza Covid, questo piano è stato convertito in un centro specificamente destinato a tale scopo e rimasto vuoto senza utilizzo dalla fine della pandemia ad oggi. Nonostante le difficoltà derivanti dalla pandemia, il team medico, guidato dal dottor Gallo, ha continuato a lavorare instancabilmente per garantire il servizio ai pazienti e alle loro famiglie. Nel frattempo, la pandemia ha portato a un aumento esponenziale dei casi, con un incremento del 40% nei primi accessi e una significativa presenza di casi già gravi. Ma, non essendo stato ultimato il trasferimento del centro diurno, il servizio si è svolto negli spazi della dietologia al quinto piano, ambiente non ancora ottimale per operare. I pazienti sono in costante aumento (circa 140 cartelle aperte), mentre le risorse umane dedicate alla cura stanno diminuendo, mettendo a rischio la salute a lungo termine dei giovani affetti da Dca”.

Ad oggi, la situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di personale medico specializzato. “La figura del medico psichiatra è sporadica; le due psicologhe, a tempo determinato, sono in una situazione critica (una è entrata in maternità e non è stata sostituita, l’altra ha il contratto in scadenza a giugno); uno dei due medici sarà a breve trasferito; infine le professioniste coinvolte nelle attività di sostegno non sono state inquadrate dall’Asl 4. La Fondazione Fiocchetto Lilla è dovuta intervenire per inquadrare e sovvenzionare il lavoro delle professioniste che si occupano delle attività di sostegno, fondamentali per i pazienti che usufruiscono dei (purtroppo solo tre volte a settimana) pasti assistiti”. 

Di qui la richiesta: “Regione Liguria e Asl 4 prendano coscienza di questa grave situazione e non considerino tale tematica come una spesa, ma piuttosto come un investimento fondamentale per le generazioni future e le loro famiglie. In Italia, i Dca coinvolgono oltre tre milioni di malati e causano quasi quattromila morti all’anno, soprattutto tra i giovani sotto i 25 anni, ovvero il futuro. Ora più che mai sorge la necessità che i casi di Dca siano riconosciuti, così come chi ne è affetto, ha diritto di essere visto e curato. Questa epidemia richiede un impegno concreto e immediato per garantire un supporto adeguato. È imperativo rispondere con soluzioni accessibili a tutti, anziché limitate a pochi”. 

Un allarme, quello acceso da Mi Nutro di Vita, che non è passato inosservato, anche perché l’associazione gode di parecchia considerazione. Asl 4 sostiene di aver “cercato di potenziare il proprio Centro Disturbi Alimentari, attivando il percorso semi-residenziale riabilitativo, inserito a pieno titolo negli attuali piani di potenziamento aziendali. Tutto ciò ha nondimeno dovuto fare i conti con le difficoltà nel reclutamento del personale, ma non è mai stata considerata una prospettiva di disimpegno, bensì tutta la volontà della nostra azienda di mantenere le attività del centro, a tutela dei numerosi pazienti seguiti e delle loro famiglie”. 

Con queste parole il direttore sanitario dell’Asl 4, Giovanni Andreoli, ha replicato alla Fondazione Fiocchetto Lilla e rassicurato circa la volontà dell’azienda sanitaria di mantenere stabili le attività del Centro Disturbi Alimentari, considerato un servizio fondamentale per la popolazione del Tigullio e non solo.

“Le difficoltà contingenti – spiega Andreoli – sono legate al reclutamento di medici specialisti, a fronte del trasferimento volontario di una professionista, previsto nei prossimi mesi, e di un’assenza temporanea per maternità. Ci siamo già attivati per poter inserire fin da subito almeno uno specialista, pur nelle difficoltà di reclutamento del personale che ormai ben conosciamo. Speriamo che le iniziative messe in campo diano presto i loro frutti”.

Il Centro Disturbi Alimentari dell’ospedale di Sestri Levante si occupa della diagnosi e del trattamento dei DAN (i pazienti affetti da disturbi alimentari e della nutrizione) in regime ambulatoriale e, dal giugno 2022, anche attraverso il servizio semi-residenziale riabilitativo attivo tre giorni alla settimana, che costituisce un ambiente protetto in cui svolgere il percorso terapeutico affrontando gli aspetti metabolico, clinico nutrizionale e psicologico della malattia. Peculiarità della Struttura è l’approccio multidisciplinare attuato grazie alla stretta collaborazione tra gli specialisti della Dietologia, della S.S.D. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, della S.C. Salute Mentale e del Consultorio.

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