di ALBERTO BRUZZONE
I numeri sono davvero scioccanti. Più di un bambino su quattro di età inferiore ai cinque anni perde la vita ogni anno a causa di impatti ambientali evitabili, mentre altri milioni soffrono di malattie, disabilità e una serie di altre forme di danno, molte delle quali provocano conseguenze per tutta la vita.
Dall’inquinamento atmosferico e dai prodotti chimici tossici, alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità globale senza precedenti, le questioni ambientali pongono minacce gravi e sistemiche ai diritti dei bambini sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e mettono a repentaglio la vita delle generazioni attuali e future.
I bambini, e anche i ragazzi, non sono solo fisiologicamente ed emotivamente più vulnerabili a questi rischi a causa del loro unico stadio di sviluppo, ma sono anche tra i meno autorizzati a esercitare i loro diritti fondamentali all’informazione, a essere ascoltati nel processo decisionale su questioni ambientali e a cercare giustizia per le violazioni dei loro diritti. Nonostante le immense barriere che devono affrontare, bambini e ragazzi hanno costantemente dimostrato la loro capacità di fornire risposte significative e potenti ai rischi ambientali.
Ma è importantissimo che di questi temi si parli sempre di più, a cominciare dal mondo della scuola. Per questo è molto interessante il percorso che ha avviato nelle scorse settimane il liceo ‘Marconi – Delpino’ di Chiavari, che rappresenta una vera e propria eccellenza in campo formativo in tutto il Tigullio e non solo. La scuola, guidata con passione e competenza dalla professoressa Paola Salmoiraghi, ha aderito al progetto ‘Children for Environmental Rights’, ragazzi per i diritti ambientali, in collaborazione con l’Associazione Tigullio per i Diritti, che a Chiavari è coordinata da Donatella Nicolini.
Sono previsti cinque incontri con gli studenti, di cui un paio si sono già tenuti: per la precisione, quello con Alberto Girani dell’Università di Genova, già direttore dell’Ente Parco di Portofino e, prima ancora, dell’Ente Parco dell’Aveto, e quello con Andrea Sbarbaro, pure lui dell’Università di Genova e tra i membri più attivi dell’Associazione Cittadini Sostenibili.
“Queste due conferenze – racconta Paola Salmoiraghi – si sono tenute in modalità a distanza, mentre le prossime saranno in presenza. Venerdì prossimo, 4 marzo, è la volta di Guia Croce e di Massimo Maugeri, in rappresentanza di Legambiente, mentre il 25 marzo toccherà a Federico Lera di Amnesty International. Da definire l’incontro con Daniele Cicala di Fridays For Future. Il progetto, inoltre, prevede anche due incontri formativi con un esperto di fotografia, che guiderà i ragazzi a prendere consapevolezza dell’ambiente in cui vivono come fonte di ispirazione e insegnerà loro a utilizzare la fotografia come mezzo espressivo”. Gli incontri per la fotografia saranno in presenza, pomeridiani, mercoledì 16 marzo e mercoledì 23 marzo, dalle ore 15 alle ore 16,30.
“I ragazzi – prosegue la preside del ‘Marconi – Delpino’ – dovranno poi inviare le foto-documento scattate e, se possibile, sarà loro fornito un riscontro attraverso la lettura dell’immagine da parte di un esperto. L’idea, come suggerito da una docente, è quella di prevedere un incontro conclusivo di restituzione, magari nell’aula magna del ‘Maria Luigia’, con una presentazione del lavoro e una illustrazione delle foto migliori. Credo che, nei momenti di buio, come questi, far tenere alti la testa e il cuore dei ragazzi mi pare un’ancora di salvezza e un dovere civile”.
Oltre al fatto che i temi ambientali sono sempre più di stretta attualità. Al riguardo, nei giorni scorsi, proprio Legambiente ha presentato il progetto ‘Scuole e università a zero emissioni’, sottoscritto dai primi firmatari tra cui Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, Fridays For Future, Link, Rete degli Studenti Medi, Rete Nazionale Scuole Green, Save the Children, UdS – Unione degli Studenti, Unione degli Universitari. L’obiettivo è quello di attivare processi educativi e infrastrutturali rivolti al mondo delle scuole e delle università, amministrazioni comunali e provinciali, per costituire comunità energetiche rinnovabili e solidali che assumano la sfida della giusta transizione ecologica, come chiave educativa e strutturale.
È un progetto ambizioso, che coniuga processi sociali, ambientali ed educativi, attraverso una metodologia attiva e partecipativa a quattro fasi che prevede la co-progettazione fra scuola, ente locale, comunità educante più allargata e il territorio stesso: d’altra parte, è un momento favorevole per agire e farsi portavoce di una rivoluzione energetica dal basso, viste le condizioni critiche in cui versa l’edilizia scolastica in Italia, a cui il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza destina diciassette miliardi di euro, di cui i primi cinque miliardi stanno per essere messi a bando.
Secondo Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente, “il Pnrr offre importanti opportunità di riqualificazione dell’edilizia scolastica. Bisogna sfruttare tutte le risorse possibili, prevedendo progetti di efficientamento energetico ma anche di solarizzazione dei tetti, con la creazione di comunità energetiche rinnovabili e solidali. Questo è lo scopo del manifesto che abbiamo presentato. Infatti, se in tutti i quarantamila edifici scolastici attivi in Italia installassimo 20 kW di pannelli solari fotovoltaici, riusciremmo in breve tempo a produrre energia pari al fabbisogno di oltre quattrocentomila famiglie, portando benefici ambientali e sociali”. La ‘rivoluzione’ è teorica, ma anche pratica.