di ALBERTO BRUZZONE
Ma davvero c’è bisogno di un muraglione in cemento alto parecchi metri per difendere degli ortaggi? Per riparare dall’acqua delle piantagioni di cavoli, senza considerare che ai cavoli la vicinanza di un fiume non può che fare bene? Davvero c’è bisogno della Diga Perfigli vicino a dei campi coltivati, oppure ci sono sotto altri interessi?
Sono le domande che si stanno facendo, in questi ultimi mesi, in molti. Da quando cioè è tornata viva l’ipotesi, sempre più concreta, della realizzazione di una difesa spondale dell’Entella riprendendo un progetto vecchio di vent’anni, mai seriamente accantonato, e assolutamente inadeguato rispetto ai tempi e alle rinnovate esigenze ambientali e urbanistiche.
Sono le domande che si fa anche Roberto Bobbio, docente di Urbanistica e di Pianificazione del Paesaggio nei Parchi e in Aree Protette presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Genova, nonché membro della Società Economica di Chiavari.
Bobbio, che è stato ospite di ‘Piazza Levante’ nei mesi scorsi, per il nostro ciclo online dedicato al ripopolamento dei borghi e delle aree interne, fa sua la battaglia del nostro giornale e anche delle varie associazioni che stanno promuovendo la raccolta di firme, nella quale s’invita anche il Comune di Chiavari a ritirare la firma rispetto all’Accordo di programma per la Diga Perfigli, come fatto anche da Casarza,Cogorno e Lavagna.
La petizione è online su Change.org (al link: https://bit.ly/2V33Ezc), ma si può firmare anche fisicamente: il banchetto è allestito questa mattina, giovedì 22 luglio, dalle ore 10 alle ore 13 di fronte alla Farmacia Bellagamba in piazza Matteotti a Chiavari. A organizzare la raccolta di firme sono, oltre a ‘Piazza Levante’, anche Legambiente, Italia Nostra, Lipu, Il Bandolo, Associazione famiglie del Tigullio, Promotori Comitato contro la Cementificazione dell’area ex Italgas di Chiavari, Medici per l’Ambiente,Cittadinanza Attiva.
“Sono diversi anni – ricorda Roberto Bobbio – che provo anche io a sensibilizzare l’opinione pubblica circa il gravissimo errore che sarebbe il portare avanti questo progetto così impattante per la Piana dell’Entella e così profondamente inutile. Questa visione di difesa idrogeologica, questa gestione del fiume sono ampiamente superate: oggi i problemi si affrontano diversamente e tutto questo cemento non è più necessario”.
Nei giorni scorsi, il sindaco di Lavagna, Gian Alberto Mangiante, ha mostrato una simulazione di come sarebbe questa diga, ovvero di quale ampiezza, di quale altezza e di quale impatto. “Bisogna capire – prosegue il professor Bobbio – che cosa si vuole difendere. Davvero bisogna alzare questo muraglione per difendere dei cavoli, ai quali l’acqua per giunta fa anche bene? Oppure la presenza del muro può far diventare quest’area edificabile, e allora è questo il vero motivo dell’intervento così invasivo? I muri si fanno per difendere delle vite umane, non degli ortaggi, e mi risulta che in questa zona le inondazioni non abbiano mai fatto particolari danni, anche perché le abitazioni sono piuttosto lontane. Semmai, le inondazioni hanno fatto maggiori danni più a nord. Io credo che, anzitutto, vada rimesso in sesto il ‘seggiun’ napoleonico: ma non servono progetti enormi, basta qualche carriola di terra. E, poi, andrebbe risolto una volta per tutte il problema della barra sabbiosa alla foce dell’Entella. Se non si leva il tappo, se si restringe il corso del fiume proprio alla sua foce con ulteriore cemento, io credo che poi i danni andranno a riversarsi nella parte più a monte. Ma possibile che nessuno pensi a queste cose? Ma non avrebbe più senso mettere mano a quegli argini che sono rotti in più punti? Ma non avrebbe più senso intervenire dove eventuali inondazioni possono fare realmente danni, dove ad esempio le case sono al di sotto rispetto al corso d’acqua?”.
Bobbio si sofferma pure sulle questioni ambientali e paesaggistiche. È uno dei focus della sua attività professionale: in Pianificazione del Paesaggio nei Parchi e in Aree Protette, infatti, si analizzano problematiche di pianificazione ambientale e paesaggistica di un territorio di particolare pregio e caratterizza questo laboratorio l’integrazione tra la disciplina dell’urbanistica e le scienze biologiche e agrarie, applicate alla pianificazione e gestione degli spazi aperti e rurali. “Il paesaggio rurale e storico della Piana dell’Entella è unico in tutta la Liguria. Rappresenta un patrimonio sia ambientale che culturale, ma anche turistico, se viene promosso a dovere. Sulla edificazione della Diga, vedo una grossa mancanza di visione prospettica. Ma davvero la storia non ha insegnato nulla? Non ci ricordiamo quanti problemi di erosione delle coste sono partiti dopo la costruzione del porto di Lavagna? Davvero il cemento è sempre e solo l’unica soluzione? Davvero non è meglio mantenere l’esistente? Le situazioni peggiori sono a monte, è lì che vanno sanate, non sulla Piana dell’Entella”.
Questa la versione di Roberto Bobbio. Prima o poi qualcuno ascolterà le varie istanze? Noi non ci fermiamo. La politica che intenzioni ha? Per chi vuole saperne di più, ecco il banchetto domani mattina, dalle 10 alle 13, in piazza Matteotti a Chiavari.