di FABRIZIO DE LONGIS
Nei giorni della sessantesima edizione della TTG, la fiera turistica per eccellenza in Italia, che si tiene a Rimini, Francesco Andreoli, direttore del consorzio Liguria Together e dell’Hotel Miramare di Sestri Levante, interviene sul tema destagionalizzazione.
Andreoli, il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, come è solito fare è entrato a gamba tesa sulla destagionalizzazione del turismo. Idee chiare e proposta secca: incentivi alle strutture che restano aperte tutto l’anno, perché destagionalizzare senza la possibilità di accogliere i turisti è impossibile.
“Sono d’accordo con il presidente Toti, però serve un supporto da parte delle istituzioni. Prima di tutto serve agire sulla tassazione. Per chi tiene aperto nei mesi invernali, proprio rispetto a quei mesi, deve essere ridotta. Se vogliamo la destagionalizzazione del turismo, è giusto che ognuno faccia la propria parte. Gli imprenditori sono pronti a fare la loro”.
La rincorsa lanciata da Toti, caro ai modelli, è quella di rendere la Liguria la Florida dell’Europa.
“Un’idea suggestiva, però non adatta a tutti, almeno in un primo momento. Gli imprenditori, se decidono di aprire tutto l’anno, lo fanno con una certezza, ossia quella dei costi, e un’incognita, ossia quella degli incassi. Se pensiamo che da domani mattina tutte le strutture devono stare aperte tutto l’anno, tanto vale che non apra nessuno”.
Cosa intende?
“Bisogna partire per gradi. Magari in un territorio il primo anno saranno poche le strutture a tenere aperto, perché bisogna abituare i turisti all’offerta invernale. Che va evidenziato, è un’offerta suscettibile a tante incognite, come il clima, e che probabilmente punta a permanenze brevi. Se di colpo aprono tutte le strutture, non ci sarà modo per nessuna di queste di avere il ritorno economico necessario a non perdere soldi. Con gli anni, sarà possibile intercettare i flussi di turisti sufficienti a consentire un’apertura più diffusa”.
Si sta parlando di un modello di accoglienza diverso.
“Decisamente. Anche perché d’inverno non sarà possibile proporre ai turisti la stessa tipologia di vacanza che si propone d’estate. Bisognerà fare sistema ancora di più, in modo che chi decide di venire in Liguria d’inverno, possa avere un’offerta varia sul territorio. Dallo scegliere di passare un giorno a Genova, al godersi una passeggiata sulla spiaggia di Sestri Levante, o fare un giro nel centro di Chiavari”.
La vede come una sfida per le aziende turistiche?
“Come una giusta sfida che deve essere intrapresa con i giusti supporti e per passaggi razionali. Altrimenti non si può fare una colpa a un imprenditore che decide di massimizzare gli incassi della propria azienda d’estate e chiudere l’inverno. Aprire un’attività ha dei costi ingenti e chi fa questo di mestiere lo fa con l’ottica di avere un utile e far perdurare la propria struttura negli anni. Ai costi deve corrispondere un fatturato”.
Uno di questi costi è il personale. Oggi che le cronache ci raccontano di una continua carenza di persone da assumere nel settore, ritiene che con la destagionalizzazione si possa trovare il personale necessario?
“Sono pienamente convinto di sì. Senza dubbio ci sarà modo di trovare personale qualificato e in grado di mantenere alto il livello dei servizi offerti. Il turismo ligure ha sempre goduto di personale qualificato e continuerà a goderne”.
In questi giorni Liguria Together è impegnata in prima fila alla fiera TTG, vero appuntamento clou del mondo turistico italiano. Parlerete di destagionalizzazione?
“Parleremo di fare sistema e di promozione del territorio. Le basi di qualsiasi strategia, anche di quella di destagionalizzare il turismo. Come consorzio gestiremo l’accoglienza e il catering allo stand di Regione Liguria e abbiamo improntato tutto sull’esperienza che la Liguria può offrire. Presenteremo i nostri prodotti enogastronomici e vogliamo che gli operatori di settore provino con mano di cosa può godere un turista. Prima verranno accolti e poi avvieremo un confronto fra persone di business. Così facendo, però, con la bontà unica dei nostri prodotti, la Liguria rimarrà già impressa nelle loro menti”.
Da tredici anni dirige una delle strutture principali del turismo del Tigullio e da dieci un consorzio che raduna oltre 150 associati fra alberghi, pubbliche amministrazioni e altri consorzi. Nell’era del digitale, le fiere servono ancora?
“Le fiere sono sempre attuali, soprattutto dopo due anni di pandemia stanno tornando ad avere la giusta importanza. Le pubbliche relazioni sono fondamentali. Serve la capacità di cogliere l’importante differenziazione delle fiere sul mercato. Non basta andare a una fiera in Italia. Serve un programma di promozione suddiviso per fiere, settori e tipologie. Un altro modo di fare sistema, che è quello che propongo da anni”.
Con Liguria Together accoglierete la sfida della destagionalizzazione in un periodo di grande crescita per il consorzio?
“L’accoglieremo con le giuste condizioni. Liguria Together cresce ogni mese di almeno due associati, operando da Bordighera a Portovenere. In questi giorni siamo presenti a Rimini con più di 250 persone: una sorta di condizione miracolosa se parliamo di Liguria. Siamo abituati alle sfide e coglieremo anche questa. Vogliamo sconfiggere lo stereotipo dei liguri che non sono accoglienti”.
