(r.p.l.) L’ambiguità e l’imbarazzo dell’amministrazione comunale di Chiavari in tema di depuratore sono ormai evidenti a tutti, nelle scorse settimane vi abbiamo raccontato come le dichiarazioni pubbliche di alcuni membri della maggioranza che la sostengono – che esprimevano contrarietà all’opera – cozzassero del tutto con i voti e i provvedimenti adottati nelle sedi ufficiali. Aggiungiamo un ulteriore elemento: in novembre il Comune si è costituto a fianco di Regione Liguria, e quindi a difesa del progetto, nel ricorso presentato al Tar da alcuni cittadini.
È notizia di ieri che il sindaco Messuti ha sostanzialmente rifiutato una richiesta di colloquio avanzata dal Comitato No Depuratore in Colmata. Il primo cittadino ha declinato l’invito rispondendo che “è più proficuo che l’incontro si svolga in modo contestuale con Regione Liguria, Città Metropolitana, Ato e Iren”.
Il sindaco ha così chiesto a Domenico Cianci, presidente della Commissione ambiente di Regione Liguria, di ammettere il comitato alla commissione convocata in data 18 maggio, occasione in cui sono stati convocati in Regione tutti gli enti decisori, autorizzatori e realizzatori dell’opera. “Questo appuntamento, per cui peraltro avevamo già avanzato richiesta di audizione, non è un confronto tra gli enti ma un’occasione di esposizione delle relative posizioni da parte di ciascun soggetto invitato”, spiegano dal comitato.
La richiesta, tra l’altro, è stata respinta. Il Comitato e le associazioni ambientaliste che hanno fatto richiesta verranno sì auditi (presumibilmente in data 1° giugno), ma in assenza degli enti pubblici e di Iren.
“Questa risposta non ci soddisfa per nulla”, ha commentato il presidente Andrea Sanguineti. “Ribadiamo la necessità di dialogare direttamente con l’Amministrazione Comunale per poterci confrontare e presentare le nostre numerose preoccupazioni: l’impianto avrà un costo stimato di 250 milioni di euro, con alti costi di manutenzione ed energetici, e quindi un forte impatto sulle bollette; i tempi di realizzazione saranno molto lunghi e creeranno enormi disagi; non si sa dove passeranno le condotte dei comuni dell’entroterra; il camino posto in pieno porto turistico, di soli 7 metri di altezza, creerà problemi a livello di odori; c’è l’incognita del materiale presente nel sottosuolo, un tempo area di discarica, e i relativi tempi e costi di bonifica; l’attuale progetto, infine, non prevede il recupero delle acque trattate ma lo scarico direttamente in mare”.
L’insoddisfazione da parte del Comitato è stata manifestata tramite una lettera destinata a Palazzo Bianco: “Le manifestiamo la nostra più profonda insoddisfazione per non averci accordato tale incontro – si legge – Vorremmo sapere se l’amministrazione cittadina da lei guidata ha delle risposte soddisfacenti e rassicuranti per i cittadini di Chiavari. Oppure se condivide le nostre preoccupazioni, non escludendo di ripensare all’intero progetto e non concedendo quindi le aree a Iren”.
La domanda da rivolgere all’Amministrazione, ancora una volta, appare scontata. Da che parte state?