
di ALBERTO BRUZZONE
Depuratore di Chiavari, il nodo della collocazione. L’argomento è tornato ‘caldo’ nei giorni scorsi, a seguito di un’interrogazione in consiglio regionale da parte dell’esponente del Partito Democratico Luca Garibaldi.
È noto come, ormai, Palazzo Bianco abbia superato l’opzione Lido – che era stato accesissimo terreno di scontro in campagna elettorale nel 2017 – indicando come luogo deputato per il progetto e la realizzazione dell’impianto di vallata la zona a mare della Colmata, quella più prospiciente la scogliera, attualmente non occupata né utilizzata.
L’amministrazione Di Capua, da sempre contraria alla scelta del Lido (una posizione sostenuta pure attraverso una raccolta di firme), ha più volte caldeggiato l’ipotesi Colmata, giungendo anche a un voto favorevole da parte della Città Metropolitana.
A questo punto, quindi, la progettazione sta andando avanti in tal senso. Garibaldi ha chiesto all’assessore regionale Giacomo Raul Giampedrone, che ha la delega per il Ciclo delle Acque, un aggiornamento della situazione, attraverso un’interrogazione a risposta immediata.
Secondo il consigliere regionale del Partito Democratico, “dagli studi di fattibilità presentati in queste settimane, risulta che l’impianto di depurazione è collocato in prossimità della diga che protegge la Colmata dalle mareggiate, sviluppandosi quasi completamente lungo tale massicciata. Ma tale collocazione, nonostante gli interventi ipotizzati, colloca un impianto strategico e vitale per la salute dei cittadini in un’area molto esposta a fenomeni meteo marini anche di grande intensità”.
Garibaldi ricorda come si è giunti a questa soluzione, “dopo diverse controversie al termine delle quali la Città Metropolitana ha individuato, con delibera del Consiglio Metropolitano, la collocazione del depuratore a servizio degli agglomerati di Chiavari e Lavagna nell’area della Colmata Mare. Tale decisione annullava la precedente ipotesi di collocazione del depuratore nell’area del Lido della precedente amministrazione comunale di Chiavari, a sua volta nata a seguito della precedente ipotesi di collocamento dell’impianto comprensoriale nell’area della Colmata a Mare di Chiavari”.
Ora, considerando che “anche recentemente impianti di depurazione collocati in zone fronte mare, anche se protette da massicciate, hanno subito danni e criticità operative a seguito delle ultime mareggiate”, Garibaldi interroga il presidente della Giunta regionale Giovanni Toti e l’assessore competente Giampedrone per sapere se “il Comune di Chiavari e la Città Metropolitana, che hanno ipotizzato tale collocazione, abbiano richiesto a Regione Liguria pareri tecnici preliminari su queste ipotesi progettuali di collocazione nelle fasi dello studio di fattibilità. E quale sia il giudizio di Regione Liguria in merito alla collocazione dell’impianto di depurazione nella porzione di Colmata a Mare ipotizzata, per quanto riguarda la necessaria protezione dai fenomeni meteo marini”.
I riferimenti del consigliere del Pd sono legati, in particolar modo, all’ultima devastante mareggiata, che ha causato seri danni all’impianto di depurazione di Punta Pedale a Santa Margherita Ligure. Da quel frangente è emersa la necessità di ripensare al progetto, visto che a Chiavari tutto ancora dev’essere realizzato.
Secondo Giampedrone, “lo studio è stato illustrato per sommi capi in una riunione del 21 febbraio scorso. In sede di valutazione di impatto ambientale, quando saranno messi a disposizione gli elaborati di dettaglio, gli uffici regionali competenti che dovranno esprimere il parere analizzeranno la soluzione individuata e ne valuteranno la compatibilità di esposizione e di interferenza con il moto ondoso”.
Non è affatto ufficiale né chiaro, quindi, se la Regione darà il via libero definitivo all’ipotesi progettuale che Palazzo Bianco ha ‘venduto’ alla cittadinanza come fatta, con tanto di render di come verrà completata tutta la zona al termine dei lavori.
Comunicazione prematura da parte dell’amministrazione? Probabilmente sì. Anche perché il parere tecnico della Regione è vincolante e sicuramente terrà in conto il discorso delle mareggiate.
C’è quindi pure la possibilità, per ora non concreta ma eventuale, che l’impianto venga arretrato rispetto alla costa e, conseguentemente, avvicinato alle abitazioni sul lungomare. Un’opzione che, al netto di questa recente discussione in Regione, ‘Piazza Levante’ aveva accennato tempo fa (l’articolo).
Alla domanda sulla collocazione nell’area attualmente preclusa ai cittadini, ovvero a fil di banchina, Di Capua aveva replicato: “Io spero che il gestore, ovvero Ireti, realizzi le opere di difesa marine in maniera ancora più efficace, specialmente dopo quanto successo a Rapallo e Santa Margherita. Sono previsti quattordici milioni di euro di investimento, due in più rispetto al precedente progetto del sindaco Agostino sulla Colmata. Su questo aspetto vigileremo con grande attenzione”. Della pericolosità di un impianto a fil di banchina si è anche parlato in Consiglio Metropolitano, all’interno di un ordine del giorno presentato dal consigliere Elio Cuneo.
Nel frattempo, il sindaco Di Capua, insieme al capogruppo di Avanti Chiavari Alberto Corticelli e al consigliere delegato per il ciclo delle acque, Paolo Garibaldi, ha visitato nelle scorse settimane gli impianti di depurazione di Recco e di Quinto.
Attraverso un comunicato stampa, l’attuale amministrazione ha continuato a ribadire la sua linea ottimistica: “Abbiamo appurato – sono le parole del sindaco di Chiavari – come gli spazi di copertura dell’impianto possano essere utilizzati per rendere fruibile la Colmata, sia per le famiglie che per i turisti, nel pieno rispetto delle norme vigenti. Infatti, l’intera area sarà protetta da nuove opere di difesa dalle mareggiate, verrà creato un prolungamento della passeggiata con annessa pista ciclabile e realizzati ristoranti e bar: il tutto circondato da un polmone verde di alberi ad alto fusto. I parcheggi rimarranno gratuiti, ma saranno coperti da una soletta con destinazione d’uso variabile; il campo da calcio a undici sarà dotato di spalti a gradoni, diventando così un’arena utilizzabile per concerti ed eventi. Finalmente un piano di riqualificazione anche per la Colmata, ad uso totalmente pubblico, con investimenti per decine di milioni di euro in opere, a costo zero per il Comune di Chiavari”.
E Corticelli ha aggiunto: “Abbiamo trasformato una criticità in opportunità: la soluzione ideale per quell’area. Dopo anni di abbandono trasformiamo la Colmata e, come promesso in campagna elettorale, salvaguardiamo il Lido di Chiavari”.
Peccato che l’interrogazione di Garibaldi e la relativa risposta di Giampedrone squarcino il velo su una situazione ancora di provvisorietà e d’incertezza che forse Palazzo Bianco avrebbe fatto bene a rappresentare ai chiavaresi.
Quantomeno con la stessa solerzia utilizzata nel raccontare le buone intenzioni.
