(r.p.l.) “Tutti hanno le loro precise responsabilità in questa vicenda e ogni contraddizione deve essere messa in luce. Per questo andiamo avanti”. A dirlo è Andrea Sanguineti, presidente del Comitato No al depuratore in Colmata, impegnato in prima linea per contrastare la realizzazione di un impianto di vallata nell’unica area strategica sul fronte mare del Tigullio, decisione presa dalla precedente amministrazione comunale di Chiavari, guidata dal sindaco Marco Di Capua, e mai ritrattata – anzi – dall’attuale sindaco Federico Messuti e dal presidente del Consiglio Comunale e vicesindaco metropolitano Antonio Segalerba.
Proprio a Messuti e a Segalerba erano dirette le due precedenti lettere aperte inviate dal comitato, mentre il destinatario della terza è il gruppo di maggioranza Partecip@ttiva, rappresentato nel Comune di Chiavari dall’assessora alla Cultura, Silvia Stanig, e dal consigliere comunale Alessandro Monti.
È di loro che Sanguineti, anche a nome di tutto il direttivo del comitato, intende rimarcare le contraddizioni e le incoerenze: “Il 4 maggio del 2017 – ricorda Andrea Sanguineti a Stanig, Monti e al presidente di Partecip@ttiva Andrea Torchio – il vostro movimento politico promosse un convegno sul tema depuratore comprensoriale manifestando forte contrarietà alla costruzione di un unico grande depuratore a Chiavari, ponendo condivisibili problemi di natura idrogeologica e denunciando gli alti costi di costruzione, all’epoca novanta milioni. A distanza di sette anni a Chiavari si costruirà un megadepuratore sul mare. Anzi, a proposito di problemi idrogeologici, sotto il mare, per centoquarantamila abitanti e undici comuni al costo di una cifra probabilmente più del doppio di quella da voi contestata. Ma cosa ha fatto e cosa sta facendo il vostro movimento per contrastare questa sciagurata opera da voi già bocciata in passato? Nulla, assolutamente nulla, in un silenzio assordante”.

Ecco, quello che non quadra tra il prima e il poi: quando Partecip@ttiva era un movimento di opposizione e quando è diventata parte integrante della maggioranza. Una metamorfosi di cui si sono accorti tutti: “Il vostro movimento è nato, leggiamo testuale, ‘per promuovere la partecipazione del cittadino alla vita democratica’. Coerenti con questo impegno oltre a una ferma opposizione alla costruzione dell’impianto ci attendevamo soprattutto una vostra azione per coinvolgere i chiavaresi su un progetto così impattante”.
Invece, “lei, presidente Torchio, si è limitato a venire a una nostra iniziativa contestando duramente il nostro operato. Non solo, ma lei presidente, che siede nel Consiglio di Amministrazione del Porto di Chiavari, non si pone il problema di un camino alto solo sette metri con una circonferenza di due, posto nel centro del porto e di una mappa odorigena, prodotta da Iren, che prevede una presenza significativa di odore ‘accettabile’ (bontà loro) in pieno approdo turistico e un passaggio di camion con fanghi reflui sulla banchina del porto?”.
Evidentemente, sostiene Sanguineti, “avete preferito assecondare la volontà politica di amministratori chiavaresi molto attenti alla loro futura carriera politica e poco interessati agli interessi dei cittadini. Ci permettiamo dunque di darvi un consiglio: modificate il nome del vostro movimento ed evitate così, a differenza di altri amministratori, di perpetuare la vostra incoerenza nella attività politica”.
