(r.p.l.) In occasione della sua presentazione come candidato sindaco, in rappresentanza dell’amministrazione comunale uscente, Federico Messuti ha dichiarato apertamente che in questo ciclo amministrativo “è stato realizzato il 75% delle opere annunciate sul programma elettorale”.
Il 75% è una cifra ragguardevole e di tutto rispetto: andiamo a vedere nel dettaglio come e dove l’amministrazione Stanig/Segalerba o forse meglio Segalerba/Stanig, a giudicare dal presenzialismo del Presidente del Consiglio Comunale, ha conquistato sì ragguardevoli traguardi.
Cominciamo dal depuratore di vallata, su cui l’attuale governo di Palazzo Bianco ha condotto una battaglia all’ultimo sangue, ventilando minacce di fumi tossici e ingombri devastanti per il paesaggio: no all’impianto nella zona del Lido, come proposto dall’amministrazione Levaggi (che era riuscita a scongiurare l’ipotesi di un maxi impianto comprensoriale con le condutture dei liquami che sarebbero transitate sotto il mare di Sestri Levante e di Cavi di Lavagna) sì invece all’impianto nella zona della Colmata, con un nuovo voto espresso dall’Ato, ovvero l’Ambito Territoriale Ottimale che riunisce i sessantasette comuni della Città Metropolitana.
Dopo tante polemiche in campagna elettorale, però, è cambiato veramente poco: Chiavari ha mantenuto la sua servitù, semplicemente questa è stata spostata di qualche centinaio di metri più a ovest. In compenso è stata pregiudicata, e per sempre, l’ultima area strategica per il Comune di Chiavari, l’unica che sarebbe stata in grado di fornire prospettive di sviluppo a una città in piena crisi, dopo la chiusura del Tribunale e la perdita di moltissimi servizi.
Ma non solo in termini di impatto ambientale non è cambiato granché: mentre infatti Sestri Levante è partita con la realizzazione del suo depuratore in zona Ramaia, e così pure la Val Petronio, a Chiavari, invece, la costruzione dell’impianto di depurazione è ferma al palo.
Dopo cinque anni non c’è traccia, almeno per quello che è stato mostrato agli elettori chiavaresi, nemmeno del progetto del depuratore; non c’è prospettiva di timing definitivo, ma soprattutto è impossibile intravvedere una corrispondenza tra gli annunci della Giunta Comunale di tanto in tanto usciti trionfalmente sul quotidiano locale e il progetto che è davvero stato realizzato da Iren.
Nel settembre del 2021 questo settimanale scriveva, tirandosi addosso i soliti strali, che l’impianto di depurazione e il parcheggio non sarebbero stati affatto interrati come promesso dall’amministrazione ma che, al contrario, erano previste delle opere murarie, e pure molto imponenti, sino a otto metri di altezza proprio di fronte al mare.
Adesso, guarda un po’, si viene a scoprire che l’altezza dell’edificio supererà anche le nostre pessimistiche previsioni: otto metri e quaranta, per la precisione. Il dato è ufficiale e sta nelle carte. Il depuratore che si fa attendere da cinque anni e che è ancora di là da venire (con l’incubo delle sanzioni europee sempre più vicino e concreto) non sarà ‘a raso’, non sarà invisibile, come tanto auspicato e annunciato, ma avrà altezze importanti e lo stesso varrà per l’autorimessa.
A confermare questa versione è stata, nei giorni scorsi, Cecilia Brescianini, direttore generale del Dipartimento Ambiente e Protezione Civile della Regione Liguria. Nell’informare che il proponente, ovvero Iren, “a seguito delle richieste di modifica degli accessi del parcheggio interrato e delle sistemazioni superficiali da parte del Comune di Chiavari, nonché in esito alle risultanze della seduta della Conferenza dei servizi del 19 ottobre 2021, sta provvedendo alla redazione degli elaborati a livello di progetto definitivo”, la dirigente aggiunge anche: “L’area oggetto di progettazione risulta in lieve pendio per raccordarsi con la città, partendo da quota 4,50 metri in corrispondenza di corso Cristoforo Colombo, ponendosi a quota 6,50 metri in corrispondenza dell’extradosso degli accessi veicolari della rimessa interrata e culminando a quota 8,40 metri sul livello del mare in corrispondenza dell’extradosso dell’impianto di depurazione”.
Otto metri e mezzo: e tanti saluti al panorama. Riusciremo nel mirabolante primato di essere la prima (e unica, si spera) cittadina di mare che nasconde il mare dietro a un depuratore e a un parcheggio. Chissà che gioia per i cittadini residenti in zona. E che aumento di pregio, per il nostro porticciolo turistico. Valeva la pena darsi sui piedi questa zappa solo per vincere una battaglia elettorale? Evidentemente per gli amministratori chiavaresi sì. Chissà se i cittadini la vedranno allo stesso modo. Sui fumi e gli odori, ancorché certamente non tossici, glissons.
Come ne verrà fuori l’attuale amministrazione?
Resta il fatto che la realizzazione dell’impianto di depurazione, con l’attuale impianto in zona Preli che è sempre più verso il fine vita (e infatti non mancano i malfunzionamenti, con conseguenti sversamenti in mare), doveva essere la principale opera pubblica di questo quinquennio, ed è invece rimasta lettera morta. Come l’avranno contato, nel calcolo della percentuale di promesse mantenute? Si tratterà del 25% che Messuti ammette di non aver realizzato? Se mai, il budget per quanto non è stato realizzato è già finito, d’ora in poi dovremmo trovarci davanti solo opere portate a compimento. Le vedremo nel dettaglio più avanti.
Per ora l’unico passo in avanti in zona Colmata è il progetto di un gigantesco depuratore di liquami che impedisce la visuale del mare. Un progetto costosissimo, le cui sole difese a mare sono stimate in quattordici milioni di euro. E proprio da qui si dipanano una serie di questioni, quelle domande che nessuno ha mai chiarito ma che noi continuiamo a riproporre.
Primo: il depuratore sarà realmente a filo di banchina, come annunciato dall’amministrazione comunale? E, in caso positivo, quanto potrà dirsi al sicuro da mareggiate e da eventi atmosferici ‘estremi’, ma, come abbiamo visto, sempre più frequenti e probabili, che possano comprometterne il funzionamento e creare enormi danni (i casi di Recco e Santa Margherita nel 2018 insegnano)?
Secondo: come arriveranno i liquami in Colmata, considerato il discorso delle pendenze differenti? In particolare, come arriveranno i liquami dalla zona del Lido all’impianto di depurazione? Saranno pompati? Manca totalmente un progetto organico delle nuove condotte legate al nuovo depuratore. Si è sentito parlare di tubi che correrebbero lungo l’Entella, se non di giganteschi scavi da Caperana fino in città lungo via Piacenza. Com’è la reale situazione?
Terzo: chi pagherà il conto del parcheggio interrato?
Quarto: come mai nelle carte della Regione Liguria continua a non esserci menzione del polo scolastico sull’area di Colmata, pure questo annunciato dall’attuale amministrazione comunale, ma per niente sicuro, invece, secondo i rilievi della Regione al Piano Urbanistico Comunale? Ma questo fa parte di un altro capitolo sul tema delle promesse mantenute. O mancate.
Stay tuned…