di ALBERTO BRUZZONE
Sono passati sette secoli, sono passati settecento anni da quando, precisamente il 14 settembre del 1321, il sommo poeta Dante Alighieri moriva a Ravenna, dopo una vita molto travagliata e piena di misteri. Settecento anni nei quali l’interesse verso le sue opere, in particolare verso la ‘Divina Commedia’, non è mai venuto meno, anzi proprio ultimamente c’è una sempre più ricca bibliografia a lui dedicata e non si contano ormai più le iniziative culturali legate a questo grandissimo protagonista della letteratura di tutti i tempi.
Il Levante genovese è molto legato a Dante, che definì il fiume Lavagna la ‘fiumana bella’ e così, anche in tempo di emergenza sanitaria, ecco un bellissimo progetto che la Società Economica di Chiavari porta avanti insieme al Comitato di Genova della Società Dante Alighieri e insieme alla Biblioteca Universitaria di Genova.
Si tratta del ciclo ‘Dante, la Liguria e altro’, che è iniziato martedì scorso e che è articolato in ventuno incontri, anche grazie alla collaborazione e al sostegno dei comuni di Chiavari, Cogorno, Genova, Gorreto, Lavagna, Lerici, Neirone, Noli, Rovegno e Voltaggio, oltre che del Comitato di Savona della Dante Alighieri.
Tra marzo e giugno, con una modalità in presenza ristretta a causa delle normative anti Covid, ma con la possibilità di rivedere tutti i filmati registrati sul sito www.ladantegenova.it, ecco queste interessanti conferenze, volte a riproporre la lettura commentata di alcuni dei più attuali e interessanti canti del poema, seguita da conversazioni approfondite, e al tempo stesso divulgative, tenute da qualificati studiosi su alcuni temi generali della ‘Divina Commedia’, e con particolare riferimento ai luoghi e ai personaggi della Liguria in essa citati, dove appunto si svolgeranno in gran parte gli incontri (in fondo a questo articolo pubblichiamo il calendario completo).
Dietro e dentro all’organizzazione c’è uno dei personaggi più attivi e appassionati della cultura chiavarese e non solo, Enrico Rovegno, l’instancabile e preparatissimo bibliotecario della Società Economica di Chiavari: “Abbiamo cominciato a lavorare nel 2019 per mettere insieme questo programma – racconta – Posso dire che, fin da subito, il Consiglio di Presidenza della Società Economica ha colto con estremo favore questa possibilità di collaborazione con la Dante di Genova, della quale da qualche anno sono vicepresidente. Vorrei sottolineare l’impostazione ‘ligure’ espressa nel titolo della programmazione, ‘Dante, la Liguria e altro’, grazie alla quale abbiamo coinvolto una serie di comuni dall’estremo Levante all’estremo Ponente della nostra regione”.
Ma, secondo Rovegno, ci sono da rimarcare anche “la scelta divulgativa e non specialistica, la varietà dei temi che mira a interessare un pubblico più vasto, che magari non si è mai accostato prima all’opera di Dante, come pure la scelta di far seguire a ogni conferenza la lettura di un canto della ‘Commedia’, che risponde alla convinzione che il modo migliore di celebrare uno scrittore sia ancora e sempre quello di far risuonare la sua voce”.
A guidare il Comitato genovese della Dante Alighieri è da molti anni il professor Francesco De Nicola, docente di Letteratura Italiana Contemporanea all’Università di Genova: “L’auspicio è che gli appuntamenti indicati nel calendario si possano svolgere alla presenza, sia pure limitata, del pubblico. Ma, qualora ciò non fosse possibile a seguito della situazione sanitaria del Paese, ogni incontro sarà registrato in un video, nel quale saranno proposte inizialmente anche immagini della città o cittadina ospitante, e che sarà messo gratuitamente a disposizione sui siti www.ladantegenova.it e su MeDA Channel, che raggiunge i Paesi del Mediterraneo. In seguito, i testi delle conversazioni saranno pubblicati in volume, dando così l’opportunità di ritornare con agio sugli argomenti trattati nel corso degli incontri. Vi invitiamo dunque a seguire il nostro programma con la certezza che la vostra conoscenza e il vostro apprezzamento per la ‘Divina Commedia’ aumenteranno, così come potrete meglio approfondire l’affascinante biografia, spesso divulgata in modo disinvolto e male informato, di Dante Alighieri”.
Attivi saranno anche i canali social della Società Economica: Facebook al link https://www.facebook.com/Societa.Economica e YouTube al link https://www.youtube.com/channel/UCJCPjrkYHxlUYzxC6msU1Ag.
La rassegna è iniziata martedì scorso alla Biblioteca Universitaria di Genova, con la conversazione di De Nicola su ‘Dante in Liguria’ e con il professor Fabio Contu che ha letto il Canto I dell’Inferno. “Tra i pochi documenti attendibili sulla vita di Dante – ha ricordato il professor De Nicola – due testimoniano la sua presenza a Sarzana e poi a Castelnuovo Magra il 10 ottobre 1306”. Ma da dove e come il poeta avrà raggiunto la Liguria, che evidentemente conosceva poiché nella ‘Divina Commedia’ ne sono citate alcune località (Luni, Lerici, Chiavari, Siestri, e Noli), i fiumi Lavagna e Magra e alcuni personaggi delle famiglie Doria, Fieschi e Malaspina? In risposta a questi interrogativi, in questo incontro sono state avanzate alcune ipotesi sul percorso compiuto dal poeta nel suo avvicinamento all’estrema Liguria di Levante e sulla sua permanenza presso la famiglia dei Malaspina, che gli aveva commissionato una delicata missione diplomatica.
Domani quindi, venerdì 5 marzo, ecco il primo appuntamento chiavarese, presso la Società Economica alle 17: Cesare Dotti, cultore per tradizione familiare di storia e lingua locale, nonché appassionato divulgatore, parlerà di ‘Purgatorio XIX: una salamandrina, un villaggio, una fiumana e l’affettuoso sorriso di Ottobono’, mentre Fabio Contu leggerà il Canto XIX del Purgatorio. Nella ‘Commedia’, infatti, un noto richiamo al territorio ligure è quello nel Purgatorio, XIX, 100-102, nelle parole con cui papa Adriano V ricorda la sua origine ex comitibus Lavaniae, il nobile casato dei Conti Fieschi: ‘Intra Sïestri e Chiaveri s’adima / una fiumana bella, e del suo nome / lo titol di mio sangue fa sua cima’.
Siestri, per la scarsa conoscenza del territorio, è stata da molti, erroneamente, considerata una variante di Sestri, Segesta Tigulliorum. Un contributo linguistico, nell’ambito della toponomastica in lingua locale, può costituire un tassello nella definizione di quel lungo dibattito. A settecento anni dalla morte, di Dante si parla ancora moltissimo. Ed è un parlare bello e di assoluta qualità.
IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI