di ALESSANDRA FONTANA
Il trenino fermo, i cancelli chiusi e un silenzio spettrale regna sulla Miniera di Gambatesa chiusa da ormai quattro anni. La riapertura di uno dei simboli della Val Graveglia sta diventando un vero e proprio miraggio. Dopo la chiusura nel 2020, la procedura di gara per affidare il sito è stata curata dalla Stazione Appaltante Unica Regionale per conto dell’Ente Parco Aveto. L’offerta è arrivata, ma non è mai stato possibile procedere con l’affidamento (o con il rifiuto): era stata infatti nominata una commissione che avrebbe dovuto valutare l’offerta. Due anni dopo si è fermato tutto. Il colpevole questa volta è stato il maltempo, i danni causati dalle piogge di novembre hanno messo fine a qualunque progetto, almeno nell’immediato futuro.
Infatti la Suar ha deciso di revocare tutto. “Appena si sono verificati i danni abbiamo avvisatola Stazione Appaltante – spiega con rammarico la presidente del Parco Tatiana Ostiensi – che ha deciso di sospendere tutto. La verità è che le condizioni di oggi in cui versa Gambatesa non sono più le stesse di due anni fa”. I danni sono ingenti, quando fu indetta la gara la miniera aveva appena terminato alcuni interventi in una delle parti più suggestive del luogo: il grande vuoto. Ora la situazione è molto diversa: “Aspettiamo di avere nuovi interlocutori” commenta amaramente Ostiensi. Il Parco in questi mesi è rimasto in vigile attesa sperando di riuscire ad assegnare una volta per tutte il complesso che non potrebbe gestire autonomamente: “Noi abbiamo fatto i lavori di manutenzione ma questo evento alluvionale ha cambiato radicalmente le cose”. Migliaia di euro di danni e nessun acquirente all’orizzonte. Le speranze di veder riparto il sito si affievoliscono sempre di più.
La miniera nel 2001 è diventata un museo e da allora, come già ricordato, ha affrontato diverse difficoltà, fino ad arrivare alle ultime: il museo, che è di proprietà del Parco dell’Aveto, era gestito dalla Ski Mine di Bergamo e prima dell’inizio della pandemia le visite e gli eventi hanno invaso Gambatesa.
Centinaia di famiglie hanno fatto il giro sul trenino e osservato le viscere della terra con il tradizionale caschetto giallo in testa, almeno fino a quando, a seguito delle restrizioni, il sito ha dovuto fare i conti con lunghi periodi di chiusura che hanno costretto il gestore comprensibilmente a gettare la spugna prima del tempo. I mesi di chiusura sono stati sfruttati per effettuare altri lavori ma le settimane sono diventate mesi e poi anni. Sul tema sono intervenuti consiglieri regionali, comunali e il Parco stesso, ma ad oggi tutto resta congelato a data da destinarsi.