di FABRIZIO DE LONGIS
Il problema asili si affaccia anche in Liguria e la Regione stanzia 5,5 milioni di euro per il potenziamento e la manutenzione delle strutture. Nel Tigullio mancano i posti e a Chiavari prosegue il caso Sampierdicanne.
Con l’apertura dei finanziamenti sanciti da Regione, tramite il Fondo nazionale per il sistema integrato dei Servizi di educazione e di istruzione, ritorna in auge il problema della scarsità di posti a disposizione delle famiglie liguri con bambini nella fascia di età 0-6 anni.
Che in Italia e in Liguria gli asili siano carenti, è un dato di fatto. Il nostro paese misura una copertura media del 26,6% dei posti rispetto ai bambini residenti nel paese. In sostanza, solo uno su quattro ha un posto nelle strutture nido (0-3 anni) o materne (3-6 anni) presenti nelle città italiane. Dato che sfigura apertamente rispetto alla media europea del 45%. In particolar modo a Chiavari dove le misurazioni Pnrr attestano una copertura del 25%, in ulteriore calo (il 30% si registra a Sestri Levante, il 27% a Rapallo e il 26% a Santa Margherita Ligure).
Il parametro stabilito dall’Unione europea è di una copertura di posti per ogni comune del 33%. Ossia, un posto ogni tre bambini. Standard, a dire la verità, già basso di per sé, in quanto fa affidamento sul fatto che due famiglie su tre si gestiscano in autonomia la presenza di figli. E che difatti, come detto, viene ampiamente superato dalla media comunitaria. Mentre in Liguria sembra essere poco considerato, in special modo per la fascia cruciale del dito.
Nel caso del Tigullio il dato complessivo di posti disponibili si attesta al 29%. Un quantitativo insufficiente che di recente ha misurato un apice proprio a Chiavari, con circa 70 famiglie in attesa di un posto nelle strutture comunali, con l’aggravarsi della situazione che riguarda l’asilo nido di Sampierdicanne: ‘Il nido di Pierino’, che non sembra poter riaprire per l’avviso dell’anno scolastico 2023-2024. Struttura ad oggi chiusa per apparenti irregolarità in termini di sicurezza e che ha visto mobilitarsi genitori e Curia (i locali dell’asilo sono della parrocchia di Sampierdicanne), senza una presa di decisione concreta da parte del Comune. Con la conseguente criticità nella riduzione ulteriore in città di posti dedicati ai bambini. E con essi lo standard dei servizi offerti ai residenti e la conseguente riduzione della qualità della vita. Tutto a deperimento dell’attrattività e competitività di Chiavari.
Mentre i genitori in città si stanno confrontando con la caccia al tesoro di un posto nelle strutture del territorio, i fondi regionali sembrano però poter andare incontro proprio alle esigenze chiavaresi.
Difatti i fondi stanziati da Regione consentono alle amministrazioni comunali di finanziare interventi quali le ristrutturazioni, o la messa in sicurezza, fino alla costruzione di nuove strutture o investire nella formazione del personale e nel miglioramento di servizi. Insomma, un portafoglio molto ampio che consentirebbe al Comune di Chiavari di potenziare le proprie strutture e finanche riaprire ‘Il nido di Pierino’, qualora si trovasse un’intesa sui locali del quartiere che fino a poco tempo fa ospitavano una struttura decisiva per gli assetti delle famiglie chiavaresi.
Il rischio, per l’appunto, sembra quello di uno spopolamento infantile della città. Esempio ne è il fatto che, a fronte della carena dei posti di Sampierdicanne, nelle ultime settimane si sta registrando una completa migrazione delle famiglie chiavaresi che stanno iscrivendo i propri figli negli asili, persino, di Cavi Borgo e Zoagli. Tragitto medio, per entrambe le destinazioni, coperto in 10 minuti di automobile. Vuol dire, fra andate e ritorno due volte al giorno, 40 minuti in più per famiglia di spostamenti, costi aggiunti e non pochi disagi (ad esempio sarà strettamente necessario per le famiglie essere muniti di un’autovettura a disposizione). Con l’inevitabile snaturarsi della dimensione di quartiere dedicato alle famiglie, su cui si è strutturata da decenni Sampierdicanne.
Ma quello che sembra colpire di più, proprio rispetto alle indicazioni nazionali Pnrr e regionali, in entrambi i casi con tanto di fondi a disposizione, è la scarsità di servizi fondamentali come quello dell’asilo nido, offerto in città.
Se gli studi di Città Metropolitana di Genova evidenziano come l’entroterra da alcuni anni sia divenuto sempre più attrattivo per le giovani coppie, in termini di stili e costo della vita, si è oramai consolidato il trend delle madri lavoratrici provenienti dall’entroterra che cercano un posto negli asili nido delle città costiere, dove in modo più frequente lavorano. Se però tale offerta comincia a diminuire, si osserva in città, l’attrattiva stessa di Chiavari comincerà a perdere interesse per le famiglie. Con l’inevitabile invecchiamento della popolazione. Dato registratosi proprio nel caso chiavarese, dove nel solo 2022 si è registrato un rapporto tra nascite e decessi, negativo di ben 204 unità. Quasi un invecchiamento dell’1% annuo.