di FABRIZIO DE LONGIS
Il turismo come prima voce di sviluppo economico della Liguria. Un passaggio che fra programmazioni, desideri e logiche inarrestabili di mercato, si sta consolidando in maniera crescente all’interno della nostra regione, quasi sempre più votata all’accoglienza e meno all’industria e alle professioni.
In questo panorama, il riassetto produttivo e sociale ligure sta vivendo fenomeni a macchia di leopardo, con zone in ascesa, talune in discesa e concentrazioni di turisti spesso ingestibili o alcuni vuoti che ai conoscitori dei territori, paiono ingiustificabili.
Un dato però è certo, a trainare la quasi conclusa stagione estiva del 2023 sono stati senza dubbio gli stranieri. Con gli italiani più concentrati sullo sfruttare i fine settimana allungati, la permanenza stabile durante i giorni feriali in alberghi o appartamenti è stata garantita dai turisti provenienti dal resto d’Europa e con il ritorno preponderanti dei cittadini statunitensi. È, infatti, dagli Stati Uniti che si è registrato un forte flusso di presenze, soprattutto concentrato nel Levante ligure, complice anche la oramai ventennale attrattiva che le Cinque Terre garantiscono verso il pubblico d’oltre oceano.
Proprio dalle Cinque Terre, infatti, sembra oramai da un paio d’anni partito il ragionamento che in Regione si vuole applicare al tutto il territorio della Liguria. Ragionamento suddiviso in tre pilastri principali. Prolungamento della stagione estiva, sfruttando maggiormente i mesi primaverili e autunnali, in special modo verso quei paesi da cui provengono turisti che non amano il caldo torrido agostano. Offerta di servizi sempre più varia e interconnessa a livello territoriale, per cui non bastano più solamente spiagge e mare, ma serve un insieme di servizi che connettano costa e entroterra, fra opportunità sportive, escursionistiche, artistiche ed enogastronomiche. E l’incentivare una mobilità dei vacanzieri lungo l’asse ferroviaria e autostradale della regione. In breve, stimolare un turismo propenso a muoversi lungo la Liguria per godere l’insieme di offerta variegata che in pochi chilometri la regione può offrire. Logica che punta a favorire una minore concentrazione dei turisti in luoghi noti a livello internazionali (si vedano le Cinque Terre, quanto Portofino), garantendo una varietà di esperienze.
Guardando all’esperienza delle settimane passate, è possibile osservare che il prolungamento della stagione sembra essere già fra gli obiettivi più avanzati. Infatti per il mese di settembre si è registrato un tasso di prenotazioni superiore al 70%. Complice anche, secondo alcuni osservatori, l’abbassamento dei prezzi che può garantire agli italiani dei soggiorni più vantaggiosi a seguito di un anno che fra inflazione, innalzamento dei tassi di interesse e caro energia, ha messo a dura prova le famiglie nostrane.
Così come la stagione ha garantito un ottimo inizio del periodo di maggiore concentrazione, con oltre un milione di turisti nei soli primi quindici giorni di luglio, buona è stata anche la risposta verso la sempre crescente ampiezza di opportunità offerte ai turisti. Con elementi quali l’outdoor o le esperienze dedicate alla scoperta dei prodotti tipici che stanno avendo riscontri particolarmente positivi, soprattutto nel ponente della regione.
Quello che ad oggi sembra essere meno sviluppato, fra i tre pilastri, è la capacità di interconnettere territori vicini ma differenti, in special mondo nella promozione verso i turisti stranieri e ancor più verso quelli extraeuropei (che però, come visto, oggi svolgono un ruolo cruciale nell’economia del turismo ligure).
Esempio chiaro del tentativo di questo riassunto regionale della promozione turistica, che potremo definire allargata, è il Salone Nautico di Genova. In programma quest’anno dal 21 al 26 settembre. Un’offerta diversa dalle sole spiagge costellate di ombrelloni e lettini, che punta a interconnettere la città di Genova con la costa, per favorire un turismo diurno al salone e uno serale e di pernottamenti lungo la riviera, che si prefigge di allungare la stagione turistica fino a fine mese.
E sembra proprio questo l’ambito in cui un ruolo decisivo può essere giocato dal Tigullio, se visto quale sistema unitario. Posto fra la città di Genova, in cui il turismo culturale anche estivo è in crescita, e il nucleo turistico massivo, persino aggressivo, delle Cinque Terre. In questa logica il Tigullio può vincere la sfida di porsi come territorio di connessione fra le due realtà. Ciò vale tanto più se si pensa che abitudini quali i pernottamenti nel cuore della stagione estiva nella citta di La Spezia, per poi favorire dello spostamento in treno verso le Cinque Terre, sono in continua crescita.
Per questo, con una promozione internazionale adeguata e una logica di comprensorio, il Tigullio sembra posizionato alla soglia dell’opportunità di qualificarsi come luogo di grande turismo internazionale racchiusi fra l’attrattiva delle Cinque Terre e il patrimonio culturale genovese. Garantendo un luogo di turismo qualificato in cui pernottare, un entroterra ricco di attrattive e una facile e breve mobilità verso i territori limitrofi. Condizione che permettere di evitare critiche, dibattitti e ordinanze aggressive come quelle registrate oramai da tempo nei borghi di maggiore attrattiva, in cui quest’estate si sono misurate criticità anche solo a prendere un treno, consegnare le merci ai negozi o persino camminare per le vie e piazzette.
Per approfondire questa potenzialità del Tigullio, nelle prossime settimane affronteremo una serie di approfondimenti su come il Tigullio possa ritagliarsi questo ruolo, fra ciò che esiste, cosa manca e quanto può essere ancora fatto.