di FABRIZIO DE LONGIS
Inizia il Salone Nautico e Genova si anima a livello industriale, sociale, politico e turistico. L’evento degli eventi genovesi torna aprendo i battenti oggi per una settimana (21-26 settembre).
Nell’iconica attesa dello show di barche, yacht e suppellettili, da piazza De Ferrari, a Tursi, passando per i quartieri e i vicoletti, la città inizia quel fermento diviso fra gli imperdibili della kermesse nautica ligustica e quelli che la snobberanno per principio.
Nell’insieme di questo marasma umano, i genovesi si preparano ad una settimana di passione fra traffico e parcheggi, mentre la politica ligure non perderà occasione di rivendicare goal e qualche fuorigioco da vagliare al var.
Primo a esultare sarà sicuramente il sindaco Marco Bucci. Con l’apertura di oggi segna due reti attese da tempo. Per prima sarà l’utilizzo per eccellenza del nuovo Waterfront di Levante, oramai aperto al pubblico a scaglioni a partire dalla Ocean Race. Evento su cui il primo cittadino ha puntato molto ma che a conti fatti sembra essere interessato ben poco ai genovesi, se non negli eventi off, proprio fuori dai padiglioni della fiera del mare. E per questo il Salone sembra essere la consacrazione ideale e attesa per il progetto di Renzo Piano. Il secondo è quel rilancio della manifestazione che negli ultimi anni a livello internazionale ha subito una concorrenza spietata e che in Liguria si vorrebbe come apice della stagione turistica prolungata (per questo il suo ormai certo e stabile anticipo a settembre).
E come nelle migliori delle tradizioni, con il Salone si aprirà lo scenario delle critiche e polemiche. Non alla manifestazione e tantomeno alle aziende ospiti, ma fra politica e politica, in una settimana che di elementi ne ha accumulati a sufficienza per prepararsi ad una filata di colpi che potranno durare per giorni.
Primo tema sarà proprio il Waterfront, con i suoi ritardi o problemi, negati e scoperchiati, a seconda delle posizioni in gioco. Progetto oramai nell’occhio del ciclone anche per un’altra scelta di Bucci, ossia quella di ospitare nel Palasport iconico della città, con variante al progetto, importanti superfici commerciali, compresa una da destinare alla grande distribuzione organizzata alimentare. Scelta in cui in molti leggono l’insegna di un noto marchio del settore.
Del suo, però, lo avrà anche il presidente della regione Giovanni Toti, il quale, a inizio settimana, è volato a Singapore nell’headquarter del gruppo Psa che è anche il primo operatore dello scalo marittimo genovese. Una visita suonata all’imprenditoria portuale cittadina come uno scatto in avanti del governatore per segnare accordi poi difficili da scardinare nella scrittura del nuovo piano regolatore portuale. Una posizione di forza di Toti dopo un già paventato progetto per la privatizzazione completa dell’intero scalo. Un’ipotesi che a Genova, più che inefficiente, viene considerata come incredibile (con tanto di sommossa sindacale alle porte).
Scelte che non mancheranno di risuonare durante il Salone e i suoi eventi arricchiti di incontri, chiacchiere e occasioni di passerelle politiche. E proprio in termini di passerelle, sembra non essere passata in secondo piano la scelta del presidente Meloni di non essere presente all’inaugurazione (causa impegni internazionali), ma di raggiungere Genova nella giornata di venerdì. Quasi a segnare una distanza fra lei, il suo partito regionale e i due uomini forti della politica genovese (i due fronti non si amano da tempo). Così come la scelta di Fratelli d’Italia di convocare proprio per il fine settimana nautico, ossia sabato 23 e domenica 24 a Sanremo, gli stati generali del partito ligure, retrocessi ad appuntamento interno dopo il fallimentare lancio (per mancata adesione primo fra tutti proprio di Toti), degli stati generali della coalizione di centrodestra regionale (trasformati, per molti, nell’evento di apertura della campagna elettorale dell’europarlamentare Carlo Fidanza).
Con il taglio del nastro del Salone, non mancano di tornare in auge le polemiche sugli spazi destinati alle riparazioni navali. Area già sacrificata per via del Waterfront, difficilmente compatibile con abitazioni di lusso e coinvolte dal progetto del tunnel subportuale. Toccherà al primo cittadino far valere, proprio nella fiera nautica per eccellenza, le ragioni della forza di questa convivenza.
Soprattutto in un anno che si preannuncia come l’insieme fra rilancio pressante del Salone (ambizione dichiarata di Bucci e Toti è di riprendere lo scettro di prima kermesse del settore al mondo), e le importanti trasformazioni che riguarderanno proprio la foce del Bisagno, con la realizzazione definitiva della nuova Fiera, il completamento del Waterfront, il parco verde di piazzale Kennedy e lo sbocco del tunnel subportuale con la trasformazione della parte terminale di viale Brigate Partigiane. Carte su cui a Genova si giovano importanti pesi.
Pesi su cui le opposizioni, in tutto il riassetto del sistema nautico cittadino, puntano i fari della polemica politica. Con il tema molto caldo del ruolo in gioco di commissario della nuova diga portuale (oltre un miliardo di investimenti). Un ridisegno completo del sistema portuale (commerciale, merci, turistico e da diporto), della città e con essa dell’attrattiva ligure nel suo complesso.
L’auspicio, quindi, è che il Salone si apra con buon vento. Con chi soffia da una parte e chi dall’altra.