di FABRIZIO DE LONGIS
Il Partito Democratico della Liguria si appresta a eleggere il proprio segretario regionale. Questo sabato, ore 10, al Bibi service in via XX Settembre a Genova si terrà il passaggio formare della guida dem ligure, da Valentina Ghio, deputata ex sindaca di Sestri Levante, a Davide Natale, consigliere regionale spezzino.
Il congresso arriva dopo un periodo tormentato che da tempo anima il dissenso interno al partito, soprattutto a Genova. La reggenza di Ghio, vissuta con sofferenza da non pochi esponenti, è stata in gioco per quasi un anno, con la stessa segretaria ufficialmente dimissionaria che ha temporeggiato nel convocare l’assemblea in cui, era scritto, si sarebbe dovuta sancire la sua successione.
Convocazione mai avvenuta, sostengono in molti dall’interno, per provare a garantire il prosieguo nella linea di guida orlandiana del partito. Passaggio in fine riuscito anche dopo una tornata di cocenti sconfitte alle recenti amministrative, partendo proprio da quella storica in casa di Ghio, a Sestri Levante.
Infatti, sia la segretaria uscente, sia Natale sono molto vicini all’ex ministro spezzino Andrea Orlando.
“Un passaggio inevitabile”, sussurrano dagli ambienti dem, in quanto Orlando controlla la maggioranza del partito ligure. “Il fatto era, se scegliere di andare allo scontro, o meno”, chiosa un consigliere regionale che con il futuro segretario condivide gli scranni di via Fieschi.
Scontro evitato con quella che nel partito viene chiamata, con un pizzico di ironia, la pax natalizia. Con il gioco sul nome del prescelto, ma anche sul tentativo di ritrovare uno spirito di condivisione interno e, perché no, segnare che è da tempo che si ricerca l’indirizzo verso un’unità che consenta di costruire un progetto politico con ambizioni. Finanche quella di poter contendere la regione al centrodestra.
Clausola fondamentale per ciò: dare una svolta alla guida regionale dem.
Sembra racchiudersi qui, infatti, il nucleo dell’elezione di Natale, il quale, scaramantico, si trincea dietro un silenzio da dirigente esperto. Già assessore a La Spezia, coordinatore territoriale e segretario provinciale, nonché consigliere anche nella stessa provincia e a Brugnato, è un politico di lungo corso.
“È uno attivo”, chiosa un ex dirigente di partito, per segnare quale è la differenza che i dem si aspettano di vedere in capo, dopo la segreteria targata Ghio. Una guida che da molti è stata vista troppo attendista. “Indirizzata solamente a certi obiettivi”, bisbiglia qualcuno.
Un’evidenza che in diversi fanno, precisando che per Natale, fra i primi dei pregi in lista si conta il fatto che è un attuale consigliere regionale e “non si vedono particolari mire di crescita, a differenza di altri”. “Punterà giustamente alla rielezione, e per farlo serve il territorio”, precisa un esponente dell’area bonacciniana, ossia quella opposta alla fronda spezia di cui il futuro segretario fa parte.
Natale è, infatti, un’aderente alla mozione Schlein. Elemento che in Liguria fino a qualche settimana fa sembrava cruciale e divisivo, con molti notabili genovesi che non vedevano di buon occhio una guida di orizzonte massimalista. Tanto che anche una volta giunti alla convergenza sul nome da eleggere, la data dell’assemblea è stata ulteriormente rinviata di una settimana, in modo da garantire il sugello dell’accordo fra la segretaria nazionale e il presidente del partito.
Obiettivo chiaro: risollevare le sorti dem e provare a tornare a vincere, dai piccoli comuni, alla regione stessa. Con il primo banco di prova (non solo regionale), fissato alle europee 2024, che vedranno il futuro segretario impegnato al primo grande test da guida del partito, nella regione che esprime il capodelegazione dem in Europa, lo spezzino orlandiano Brando Benifei.
L’arrivo alla guida regionale di Natale, quindi, fa misurare negli ambienti democratici liguri un consenso allargato, con l’attesa di un percorso politico strutturato. Consenso che si espande anche nelle frange che alla Schlein e Orlando si oppongono con maggiore forza.
Per il futuro segretario sembra, dunque, profilarsi un impegno pieno di attese che saranno da confermarsi o smentirsi, ma che di sicuro da molti democratici liguri è visto come l’inizio di un nuovo percorso di dialogo e compromesso, voluto unitariamente sotto il must che il partito deve venire prima di tutto e tutti.
“Potremmo dire un cambio radicale di rotta”, sussurra tranchant un ex assessore regionale.