di DANILO SANGUINETI
Belli i tempi nei quali le imprese erano tali solo se producevano cose tangibili, che potevano essere individuate e spiegate al colto e all’inclita.
Poi vennero le mediazioni, i servizi, le connessioni, il terziario con accenni di quaternario. Oggi siamo alle aziende 3.0 quelle che non solo si occupano di prodotti immateriali ma lo sono loro stesse, agili come il vento e modulabili come una libreria Billy.
La Cweb di Cristiano Magri fa parte di questo mondo: è il guscio che racchiude la proposta di un web designer che crea portali e assiste imprese, supporta le pubbliche relazioni, fa un esercizio di creatività affiancando la creatività altrui. Consolidato anche in questi nostri luoghi così refrattari al cambiamento il concetto che “se non sei sulla rete non esisti”, c’è estremo bisogno del talento di Magri nel veicolare informazioni e rendere visibile l’operato di praticamente chiunque. Un ‘One man band’, uno capace di reinventarsi decine di volte, uno inquieto, uno che usa la Lanterna di Diogene per cercare sé stesso prima degli altri.
Nella sua descrizione dai toni minimalisti traspare molto della sua concezione del lavoro: “Cweb, inizialmente CristianWeb ed ora ComunicAzione, non è una società di comunicazione, è semplicemente un logo che rappresenta una passione sempre più crescente per la comunicazione da parte del sottoscritto. Passione che sicuramente è diventata un secondo lavoro che parte da molto lontano grazie al primo impiego ottenuto nel lontano 1987 a Brescia dove ho avuto la fortuna di poter imparare ad utilizzare i primi Pc e Mac”. Pare poco – trentasette anni fa – nel campo dell’informatica equivale a parecchie ere geologiche fa. Il World Wide Web era una cosa per iniziati, imperava il Dos, Bill Gates e Steve Jobs stavano ancora duellando, si trasmettevano informazioni tramite i floppy 3,5 inch, i computer erano scatoloni ingombranti. Cristiano Magri sfrutta la sua rete di umane conoscenze. “Infatti, grazie all’amico tecnico informatico Carlo Ghirardi di Brescia entrai nell’allora oscuro mondo de primi software Windows e Macintosh (oggi Apple) e successivamente i primi linguaggi per la creazione dei siti web (html, asp, ecc.ecc.). Il suo insegnamento fu fondamentale per addentrarmi nel mondo del web, e per questo lo ringrazierò sempre”. Magri ha passato i cinquanta ed è la rappresentazione vivente del refrain del maestro D’Anzi: “Non è mai troppo tardi” naturalmente per imparare.
“Lavoro come dipendente pubblico presso un Ordine Professionale a La Spezia. Questa mia passione innata per la ‘comunicazione’ si svolge nelle ore notturne e nei week end. Passione che mi ha portato ad ottenere nel 2022 un diploma di Tecnico dei Servizi Commerciali con opzione commerciale e pubblicitaria presso l’Istituto Caboto di Chiavari con un’ottima votazione finale. Nei mesi di ottobre-dicembre 2023 ho seguito il corso ‘Ufficio Stampa 2.0’ presso Wylab. Ecco come allargare le maglie della rete. “Nel corso diretto da Matteo Gerboni tra i docenti c’era il giornalista sportivo Xavier Jacobelli. Siamo rimasti in contatto e proprio lui ha deciso di pubblicare sul sito di Tuttosport un mio articolo di denuncia sulla violenza nel calcio giovanile ligure”.
Il sasso gettato nello stagno dell’informazione nazionale ha creato un cerchio che ancora oggi lambisce le sponde dello stagno italiano.
“Soprattutto ho potuto aggiornare le mie conoscenze e competenze maturate negli anni quasi esclusivamente da autodidatta. Tutto ciò va unito alla mia passione per la fotografia: ho frequentato corsi professionali, partecipato a concorsi nazionali con buoni risultati, allestito una mostra personale presso il Museo Nazionale di Fotografia”. La somma delle passioni mi ha portato a raggiungere i risultati odierni.
CWeb, nella sua prima configurazione, prende vita nella natia Lombardia. “Tutto ebbe inizio negli anni ’90 a Brescia con alcune collaborazioni con società per le quali creavo siti web e con il Csi di Brescia per il quale avevo sviluppato un database collegato al loro sito per la gestione dei risultati e le classifiche dei campionati di calcio e pallavolo. Arrivato in Liguria, vivo qui in pianta stabile dal 2011, ho iniziato ad unire la fotografia alla scrittura con i primi commenti alle gare dei miei figli che in quegli anni, 2014/2015, giocavano nelle leve giovanili della Lavagnese. Creai un ‘giornalino’ della leva che di mese in mese veniva sempre più richiesto. Il passo successivo è stato breve: mi chiamarono dalla prima squadra, assieme al dirigente Davide Focacci creammo il primo ‘giornalino’ settimanale denominato ‘Calcio Bianconero’ che è uscito online per un paio di anni”. La catena del calcio funziona: “Da quel momento iniziai a propormi alle società del territorio, iniziando con il Rupinaro Sport grazie a Nicolò Scarlassetta, poi con il Rivasamba grazie al direttore sportivo Ameri e al direttore generale David Cesaretti”. Altro tassello del puzzle: le società sportive non calcistiche. “Presi in carico l’Amis-Admo Volley grazie a Simone Cremisio e Marco Dalmaso; la Chiavari Ring Lotta grazie a Adriano Osimani e Stefano Braschi; la Polisportiva Leivese grazie a Roberto Valente; la Bocciofila Chiavarese grazie a Roberto Costa e Antonello Solari; il Circolo Tennis Lavagna grazie alla Maestra Nazionale Jennifer Rodino. Il tutto senza tralasciare il CSI Chiavari – sono un tesserato del Centro Sportivo Italiano di vecchia data – del presidente Cristiano Simonetti che dal 2016 seguo costantemente sotto ogni aspetto comunicativo. Il fiore all’occhiello del dossier CSI è la promozione del Torneo di Calcio dei Sestieri con Paolo Garzia”.
Siamo quasi alla chiusura del cerchio. Anzi alla quadratura. Si esce dall’ambito sportivo. “Ho preso in carico Pro Loco di Vobbia per la promozione del territorio dell’entroterra Genovese, e da lì via via fino all’ultima arrivata, la ditta AMS Idraulika Klima di Casarza Ligure della famiglia Alaia. Nel 2019 seguii anche la campagna elettorale del comune di Lavagna, con la dottoressa Corsi dell’associazione ‘100% Lavagna’ una esperienza impegnativa, intesa ma molto stimolante”.
CWeb lavora in multitasking. “Per tutte queste realtà gestisco e/o ho gestito le pagine social, Facebook, Instagram, Whatsapp, LinkedIn, i siti internet, i comunicati verso i giornali e televisioni, grazie a collaborazioni strettissime con i giornalisti locali. Mi occupo di tutto, dalla grafica ai testi, cercando di essere il più veloce e preciso possibile nella divulgazione e promozione delle loro attività. Il fiore all’occhiello del mio lavoro penso siano i Magazine, naturalmente in formato digitale: quelli settimanali raccolgono i risultati e le immagini delle gare della settimana mentre quelli mensili servono per approfondimenti tematici, interviste e ricostruzioni storiche. Sono semplici pdf che raccolgono in un unico documento tutto ciò che accade per la società in quella settimana oppure in quel mese. Tutto questo lavoro, dopo aver individuato le persone idonee, viene gestito, per velocità e comodità, direttamente nella chat di WhatsApp create appositamente con ogni società/azienda”.
Il futuro potrebbe riservare una grande sorpresa Cristiano Magri non vuole spoilerare nulla. “I prossimi mesi saranno decisivi per il mio ingresso in una realtà locale molto importante. Il sogno nel cassetto resta quello di aprire una vera e propria società di comunicazione ma visti i tempi e la concorrenza non voglio fare il passo più lungo della gamba. Nel frattempo, continuo a lavorare proponendo le mie idee a chiunque volesse affidare la comunicazione della propria società/azienda al sottoscritto il quale si adopererà per promuovere al meglio ogni aspetto che sarà condiviso con i responsabili incaricati di passare dati, immagini e informazioni prima di ogni divulgazione”.
I piedi ben saldi sul territorio, la testa che guarda oltre l’orizzonte ottico. Suona familiare? È il basso continuo nel concerto che questo settimanale prova a suonare dalla prima riga del primo numero, sei anni or sono. Essere Glocal significa pensarla come Magri e gli altri come lui che tentano di farci uscire dal nostro guscio nel quale sembra di stare caldi e al sicuro. Sembra, appunto.