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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Crisi energetica e transizione ecologica: ne parlano Antonio Gozzi, Carlo Stagnaro e Domenico De Angelis. Le strategie per risparmiare durante i mesi più freddi

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(r.p.l.) Un piano per limitare i consumi di gas durante l’inverno. È questo l’ultimo tentativo del Governo, almeno in ordine cronologico, di rispondere alla crisi energetica. Il documento è stato rilasciato, non a caso, dopo l’annuncio di Gazprom di prolungamento del blocco del gasdotto Nord Stream 1 a causa di fantomatici problemi tecnici.

La strategia italiana – elaborata dal ministero della Transizione ecologica e parte di un più ampio piano europeo di risparmio energetico – agisce su due aspetti: la contrazione dei consumi interni e la massimizzazione della produzione di energia con fonti alternative al gas. Si punta quindi a una riduzione volontaria dei consumi di gas di 6,1 miliardi di metri cubi e, in parallelo, all’aumento della produzione di energia da carbone e combustibili derivati da sostanze vegetali per un risparmio totale pari a 2,1 miliardi di metri cubi di gas.

Al momento le industrie non sono state coinvolte nel piano di riduzione dei consumi, anche se il Governo, in collaborazione con Confindustria, sta preparando un piano d’emergenza.

In realtà, però, molte aziende italiane hanno iniziato da tempo a razionare i consumi di gas ed elettricità a causa dell’esponenziale aumento dei costi. Le industrie più vulnerabili all’oscillazione verso l’alto dei prezzi sono quelle maggiormente energivore: metallurgia, vetro, carta e ceramica, ma la forte crescita interessa tutti i settori manifatturieri così come i negozi.

L’Ispi, grazie ai dati forniti da Snam, ha calcolato che i consumi del comparto industriale sono calati del 16% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il vertiginoso aumento dei prezzi dell’energia è una delle principali conseguenze dell’invasione russa in Ucraina e delle conseguenti sanzioni europee verso la Russia. Il gas russo, da cui molti stati europei dipendono, è un’arma di ricatto nelle mani del Cremlino che chiede, in modo più o meno diretto, lo stop alle sanzioni. Il dibattito sulle sanzioni è acceso anche sul fronte italiano con Salvini che più volte ne ha messo in dubbio l’efficacia. La battaglia russa sul prezzo del gas sembra però smentire la preoccupazione del leader leghista.

Fin dalle prime settimane dall’inizio dell’invasione l’Italia si è mossa per ridurre la quota di gas importato dalla Russia. Nei primi sette mesi dell’anno è stato importato il 38% in meno di gas russo rispetto al 2021 e la quota russa sul totale delle importazioni è passata dal 40 % di dicembre al 18% di luglio.

L’Unione Europea, nel frattempo, sta procedendo verso l’introduzione di un tetto al prezzo del gas. Questa e altre misure per contenere i prezzi dell’energia verranno discusse venerdì dai 27 ministri competenti. “Putin sta usando l’energia come arma tagliando l’offerta e manipolando i nostri mercati energetici. Fallirà. L’Europa prevarrà. La Commissione UE sta preparando proposte per aiutare le famiglie e le imprese vulnerabili a far fronte ai prezzi elevati dell’energia”, ha detto Ursula von der Leyen.

La necessità di sopperire alla riduzione delle forniture di Gazprom – oltre ai problemi di natura economica già citati – è diventata anche un elemento di ostacolo al processo di transizione ecologica avviato in questi anni. I tempi lunghi per l’implementazione di rinnovabili e nucleare stanno favorendo il ritorno al fossile. In uno studio effettuato da Legambiente è emerso che ogni kWh prodotto dalle centrali a carbone emette più del doppio dell’anidride carbonica di quelle a gas naturale. Anche il ministro dell’economia Daniele Franco, parlando a Cernobbio sabato scorso, ha detto: “Stiamo cercando di usare più carbone, che non è una bellissima cosa, ma nell’immediato ci aiuta”.

Di crisi energetica e transizione ecologica si parlerà approfonditamente venerdì 9 settembre alle ore 18 nel Giardino dei Lettori della Società Economica di Chiavari. Parteciperanno al dibattito Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, Carlo Stagnaro, direttore delle ricerche dell’Istituto Bruno Leoni e Domenico De Angelis, condirettore generale Banco Bpm.

Intanto, la bolletta rischia di essere salata su più fronti e un altro allarme viene lanciato dagli amministratori di condominio. “Nei nostri preventivi per l’anno prossimo abbiamo già inserito aumenti delle bollette del gas per circa l’80%, ma ho l’impressione che non basterà così e che andrà anche molto peggio”. A dirlo è Pierluigi D’Angelo, presidente della sezione genovese di Anaci e decano degli amministratori di condominio in città. Lo studio guidato da D’Angelo gestisce oltre duecento caseggiati e da sempre ha un importante polso della situazione: “La maggior parte dei palazzi ha il riscaldamento centralizzato, quindi qui la gestione spetta a poche persone, mentre chi ha il riscaldamento autonomo si dovrà regolare da solo”.

Il tema sono i due gradi in meno di temperatura e le due ore in meno di funzionamento: “Mi paiono decisioni inevitabili, perché stiamo parlando di una situazione veramente grave”. D’Angelo non ricorda di aver mai visto niente del genere: “Neppure negli anni Settanta. Ora siamo al collasso: molte famiglie si troveranno senza la possibilità di sostenere le spese di amministrazione, non potranno pagare le bollette e in più molte persone perderanno il lavoro. Genova è una delle città in Italia dove la percentuale di morosità è più alta: un appartamento su quattro non paga le spese di amministrazione. Lo scenario che ci aspetta sarà ben peggiore”.

Il presidente di Anaci ricorda che “i fornitori di gas sono disposti a venire incontro rispetto alle bollette non saldate, ma lo sono molto meno i fornitori dell’acqua, che dopo due fatture non pagate sospendono il servizio”. E c’è un altro problema nella gestione dei condomini: “Il bonus 110%: le banche non concedono più prestiti e quindi le famiglie rischiano di dover pagare di tasca propria quanto invece avrebbe dovuto essere finanziato. Stiamo parlando, quindi, di uscite su ogni fronte: la bolletta dell’energia, quella del gas, le spese di amministrazione, la brutta sorpresa rappresentata dalle spese straordinarie. Una famiglia dovrà pensare a cosa mettere in tavola, ma se non riuscirà a far quello, figuriamoci a gestire tutto il resto”. Anaci parlerà di tutti questi argomenti nel corso di una riunione nazionale prevista per oggi, prima del Consiglio Europeo fissato per discutere la questione energetica a livello continentale. Intanto, mentre si discute, i costi sono già alle stelle.

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