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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

“Così salviamo i noccioleti e tutto il territorio”: il lavoro mirabile della Cooperativa agricola Isola di Borgonovo

La vicepresidente Nadia Ginocchio: “Nel nostro entroterra c’è uno stato di abbandono pazzesco dovuto anche all’anzianità delle persone. Una volta lavorare la terra era un mestiere, ora non è più così”
La Cooperativa agricola Isola di Borgonovo si occupa di salvare sia noccioleti che uliveti
La Cooperativa agricola Isola di Borgonovo si occupa di salvare sia noccioleti che uliveti
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di ALESSANDRA FONTANA

Tenacia, determinazione e tanto amore per il territorio. Sono questi gli ingredienti che animano la Cooperativa agricola Isola di Borgonovo. Da anni ormai una delle missioni principali della Cooperativa è stata ed è il recupero dei terreni agricoli abbandonati, in particolare oltre agli oliveti quello dei noccioleti.

“Nelle foto si può notare il prima e il dopo della pulizia effettuata, dove la forestazione avvenuta naturalmente per abbandono che aveva coperto e soffocato gli alberi di nocciolo, è stata rimossa a ripristino della coltivazione – raccontano mostrando le immagini – Questo campo concluso sarà adesso recintato e si aggiungerà agli altri della Cooperativa per un totale di 10mila metri quadrati e mezzo di noccioleti ai quali possiamo aggiungere, per un totale di più di 16mmila metri quadrati, i noccioleti del Panificio pasticceria Barbieri, tutti insieme quindi recuperati, recintati e in conversione bio”.

Sono dieci anni che la cooperativa si impegna sul territorio e non solo a Mezzanego, a raccontarlo la vicepresidente Nadia Ginocchio: “Cinque o sei anni fa abbiamo iniziato recuperando un oliveto a Santa Giulia, era letteralmente invaso dai rovi, abbandonato dal proprietario. Nel nostro territorio c’è uno stato di abbandono pazzesco – spiega amaramente Ginocchio – dovuto anche all’anzianità delle persone. Una volta lavorare la terra era un mestiere, ora non è più così. Impensabile per chi lavora sei giorni a settimana portare avanti un appezzamento”.

Sono tante le persone che chiamano la cooperativa per la gestione: “Il bando del Gal Verdemare sul recupero dei noccioleti ci ha dato una grossa mano. Noi ne avevamo già preso uno in gestione e abbiamo deciso così di prenderne un altro sopra al nostro capannone, era praticamente un bosco e lo abbiamo recuperato”. È nata così la collaborazione con Piero Barbieri dell’omonimo panificio: “Ci piacerebbe uscissero più misure di aiuto, anche per i privati, questo potrebbe fare davvero la differenza. Avremmo un territorio più curato”.

E questo è il punto fondamentale, più cura è uguale a più sicurezza: “I noccioleti sono piante resistenti che aiutano anche a livello idrico, hanno radici più profonde rispetto agli ulivi e anche durante le frane ‘possono dare una mano’”. Boschi e sentieri rischiano di essere progressivamente abbandonati, meno persone che fanno la legna e che quindi puliscono e vivono queste aree dell’entroterra. “Bisognerebbe far capire alle persone che oltre al mare abbiamo un entroterra fantastico nel giro di un’ora puoi raggiungere i 1900 metri ed essere in montagna, o in provincia di Parma”. Il problema è antico, la promozione delle eccellenze meno conosciute: “Quando vengono qui gli stranieri apprezzano tantissimo le nostre zone, dovrebbero farlo anche le persone del posto”.

A livello di promozione è stata importante la collaborazione con Barbieri: “Il marchio Nocciole Misto Chiavari è una garanzia ormai consolidata e in crescita che affianca la produzione e vendita di prodotti locali a base di queste squisite nocciole che, insieme ai nostri Business Partners, abbiamo esportato negli Stati Uniti e in gran parte dell’Europa come Spagna, Olanda, Svezia, Svizzera, Cecoslovacchia e Inghilterra”, creando così un’agricoltura quindi che si rinnova: “Guardando al passato ma con occhio al futuro e sognando in grande anche se ormai il sogno è realtà ed è adesso!”.

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