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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Muoversi e mangiare bene: compie cinque anni il bellissimo progetto ‘Corri, mangia, ama’ del dottor Renzo Prato e dei suoi attivissimi e appassionati pazienti

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di ALBERTO BRUZZONE

Già duemila e cinquecento anni fa Ippocrate, che è considerato da sempre il padre della medicina, teorizzò che il benessere fisico e psichico dell’uomo dipendesse da due fattori: una sana alimentazione e il movimento. Sono due concetti fondamentali, ma spesso dimenticati: perché manca il tempo, perché si è presi dalla frenesia della vita quotidiana e dei mille impegni, perché ci si prende troppa poca cura di noi stessi.

Invece è sempre vero che prevenire è meglio che curare e una buona prevenzione la si fa anche con l’attività fisica, come insegna, non solo a livello teorico ma soprattutto a livello pratico, il dottor Renzo Prato. Medico di medicina generale di lunghissimo corso, dal momento che opera da trentacinque anni, ha i suoi studi sia a Chiavari che a San Salvatore, è un professionista molto conosciuto e molto stimato in tutto il Levante genovese e da cinque anni ha lanciato, per i suoi assistiti ma un po’ per tutti quelli che lo desiderano, il progetto ‘Corri, mangia, ama’, che è una splendida iniziativa di benessere fisico, oltre che di partecipazione collettiva.

Dopo il periodo più nero dell’emergenza sanitaria, ‘Corri, mangia, ama’ ha ripreso con vigore e con vasta partecipazione: “Cinque anni fa – ricorda Renzo Prato, che oltre a essere medico di medicina generale è anche specializzato in cardiologia – ho frequentato a Milano un bellissimo corso di medicina anti-aging, che mi ha cambiato il modo di pensare. Sono diventato un runner, mi sono messo a fare sport e ho cercato di coinvolgere in tutto questo anche i miei assistiti”.

Secondo Prato, “la nostra medicina è ottima nella fase emergenziale, ma molto meno nella cura delle cronicità. Voglio dire che ci si focalizza sulla sintomatologia, ma non si vanno mai a vedere le cause. E, molto spesso, le cause di un malessere stanno nella cattiva alimentazione e nella mancanza di movimento”.

Ecco perché il dottor Prato ha deciso di puntare con grandissima convinzione su due medicine “di prevenzione e che soprattutto non costano nulla: mangiare sano e muoversi all’aria aperta. Mentre le medicine tradizionali costano, e vanno a curare quel sintomo in quel determinato momento. Non voglio dire che non servono, ci mancherebbe altro: ma che bisogna arrivare a prevenire, quello sì, perché in moltissimi casi lo si può ampiamente fare”.

Ecco allora che ‘Corri, mangia, ama’ (che ricorda quel bel film del 2010 con Julia Roberts, ‘Mangia, prega, ama’) è nata come community, anche sui social, dove ci sono oltre settecento iscritti, mentre a partecipare di persona sono all’incirca settanta persone. “Ci vediamo ogni martedì e ogni giovedì alle 19,45 in piazza Mazzini a Chiavari. Da lì partiamo per un bel giro nella nostra città, di corsa o con camminata veloce. Il bello è che tutto avviene sempre in presenza del proprio medico. Io sono quello che dice al paziente che cosa deve fare, ma poi sono anche il primo che lo fa, e questo indubbiamente funziona e rende tutto più credibile. I risultati? Ci sono eccome: le persone stanno meglio fisicamente, imparano a mangiare correttamente, dimagriscono, hanno meno acciacchi, sono anche migliorate come umore”.

Secondo Prato, ci sono “due pandemie della nostra epoca, che sono la sedentarietà e il cibo spazzatura: se iniziamo a eliminare quelle, automaticamente potremo stare già meglio”. Il medico dispensa ottimi consigli e altrettanto ottima pratica: ed ecco che ogni partecipante a ‘Corri, mangia, ama’ ha la sua pettorina gialla, indossa scarpe sportive e parte per la sua attività fisica due volte alla settimana, “ma non mancano anche le escursioni nel fine settimana, come quelle sul Monte Penna”. Ci sono anche cene e altri momenti per stare insieme, perché proprio lo stare insieme è pure questo alla base del benessere delle persone.

Tutti aspetti che il lockdown ci ha negato e che stiamo tornando a poco a poco a rivivere. A quei tempi, i runner venivano additati come gli untori. Ora, invece, sono tornati a essere quello che sono: l’immagine di come si possa vivere bene, volersi bene, star bene con se stessi. Ippocrate non si era sbagliato.

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