di DANILO SANGUINETI
I recenti avvenimenti e le polemiche susseguite alle rivelazioni di una inchiesta giornalistica sulle atlete azzurre hanno gettato un’ombra pesante sulla ginnastica ritmica. Un’ombra che questo sport complesso e allo stesso tempo affascinante non merita perché ha conosciuto in Italia nell’ultimo decennio una crescita accompagnata da successi internazionali come non si era mai visto. La considerazione che non si possa fare di tutta l’erba un fascio e non si possano fare di tutte le farfalle delle vittime sacrificali lo dimostrano i risultati senza ombre raggiunti senza scorciatoie da parte della Ginnastica Riboli.
Proprio il mese scorso la società lavagnese ha portato una sua atleta sul gradino più alto del podio a un campionato italiano di livello assoluto. Ed è proprio guardando alla storia di questa atleta, figlia di una famiglia emigrata dalla Moldavia e perfettamente integrata nel tessuto sociale ligure, che si può tornare ad avere fiducia nella ginnastica ritmica.
Corinna Negru si è laureata a Catania campionessa italiana J1 alle clavette, nel corso del Campionato Italiano Individuale di Specialità Gold Junior e Senior di ginnastica ritmica. Nella stessa categoria, altre due atlete della Ginnastica Riboli si sono qualificate per la finale alla palla: sono Beatrice Vigolungo e Cecilia Tripaldi, che hanno chiuso la gara rispettivamente in quinta e settima posizione. Da segnalare è anche il sesto posto conquistato da Emma Garibaldi, sempre della Riboli, nella finale al cerchio della categoria J2/3. Tripaldi al nastro ottiene un ottimo punteggio classificandosi tredicesima
Il presidente della Ginnastica Riboli Eugenio Perrone prende spunto dal titolo italiano di Negru per raccontare questi anni belli e complicati per il suo club e per il suo sport, la ginnastica. “Alle spalle abbiamo due stagioni molto complicate. Questa è la prima del ritorno alla normalità. Io sono un ottimista ma non pensavo sinceramente che avremmo recuperato così in fretta il terreno perduto. Abbiamo le palestre occupate al pieno della capienza e le nostre sezioni, sia la ritmica che la artistica, che tornano a fare i numeri del 2019, ossia di prima della pandemia. Abbiamo il nostro daffare per dividere i vari corsi – che ricordo vanno dalla propedeutica che riguarda le bambine e i bambini di 3 anni, alle Junior – tra i vari impianti. Al momento abbiamo la ritmica alla palestra scolastica delle scuole medie, poi a Carasco e Cogorno mentre l’artistica alla palestra del rione Scafa. Tantissime allieve, tantissimi risultati positivi, il titolo tricolore di Corinna ci ha fatto inorgoglire ma non è stato un lampo nel buio, anzi rappresenta il primo frutto di una crescita costante della squadra. Non a caso quest’anno affronteremo per la prima volta il campionato di serie B”.
Trattasi di bravura, non di fortuna. “Nel nostro sport senza preparazione e organizzazione non vai lontano. Noi siamo tornati velocemente in sella perché abbiamo mantenuto e anzi migliorato l’interazione con le istituzioni, quelle comunali e quelle scolastiche, in primis. L’amministrazione lavagnese si dimostra ricettiva, lo stesso con la nuova dirigenza scolastica locale, con la quale abbiamo in programma diverse iniziative in comune. E poi c’è intesa anche tra le varie società e i vari sport della città, stiamo facendo fronte comune per superare i problemi”.
Impossibile tacere su quanto sta accadendo alla nazionale di ritmica. Le inchieste giornalistiche, il dito puntato sui tecnici che imporrebbero stili di vita malsani alle ragazze per farle primeggiare. “Io non metto la testa nella sabbia. Il problema esiste e noi della Ginnastica Riboli lo abbiamo affrontato prima di molti e, oserei dire, con grande coraggio. Oggi è diventato obbligatorio per ogni club ma prima della pandemia in pochi potevano vantare come noi la presenza fissa in società di un nutrizionista e di uno psicologo. Pur non essendoci da noi le esasperazioni che inevitabilmente ci sono nei team di vertice volevamo che la crescita e il benessere delle ragazze non fosse minacciato da alcunché. È stato un sacrificio dal punto di vista economico. Andava fatto e credo che da qui in avanti saranno in molti a seguire il nostro esempio”.