(r.p.l) ‘Là dove c’era l’erba ora c’è una città’. Adriano Celentano ne ‘Il ragazzo della Via Gluck”’descrive liricamente un fenomeno in realtà quanto mai prosaico: il consumo di suolo. Là dove c’era l’erba ora sorgono edifici, fabbricati, capannoni, strade, aree estrattive, discariche, cantieri, cortili, piazzali ecc. Strutture a volte indispensabili, a volte discutibili o perfino speculative.
Il consumo di suolo, che viene misurato grazie all’elaborazione di immagini satellitari, non solo non rallenta nel 2021, ma riprende decisamente a correre: questo è lo scenario che è emerso, in estrema sintesi, dalla lettura del Rapporto sul Consumo di Suolo. Dinamiche Territoriali e Servizi Ecosistemici, edizione 2022.
Tale occupazione del territorio – in Italia vengono persi circa 19 ettari al giorno, l’equivalente di 27 campi da calcio – è strettamente legata alla contestuale perdita dei preziosi servizi ecosistemici che un suolo sano è in grado di offrire, una diminuzione degli ambienti naturali che va a limitare fortemente la capacità di combattere i fenomeni incombenti di desertificazione, siccità e inondazione.
Anche nel Tigullio, tra il 2020 e il 2021, sono stati persi 1,6 ettari, ovvero ulteriori 16.000 metri quadrati di terreno. “Assistiamo ad un consumo continuo di suolo che equivale alla perdita di 44 metri quadrati al giorno in un territorio notoriamente fragile e che necessita di decise politiche di tutela, di salvaguardia e di valorizzazione delle istanze ambientali” – sottolinea il Circolo Legambiente Cantiere Verde. “Il nostro pensiero non può non andare allo scempio che incombe sulla piana dell’Entella con una perdita enorme non solo di terreno fertile sempre più raro, ma anche di preziose attività agro-economiche. È dagli anni Trenta del secolo scorso che assistiamo ad un consumo di suolo a dir poco inarrestabile. Negli ultimi dieci anni sono stati persi oltre 12 ettari, ovvero 120mila metri quadrati di terreno equivalenti a 18 campi di calcio”.
La poco invidiabile classifica invidiabile classifica dei comuni costieri e dell’entroterra del Tigullio per percentuale di suolo consumato è guidata dalla città di Chiavari (29%), seguita da Santa Margherita Ligure (19%) e Lavagna (18,9%).
Le preoccupazioni sollevate dal circolo locale di Legambiente hanno scatenato una dura replica da parte di Partecip@TTIVA, associazione culturale chiavarese d’impegno sociopolitico rappresentata in Giunta dall’assessore Silvia Stanig. “Leggendo le dichiarazioni espresse dal Circolo Cantiere Verde Legambiente, pubblicate sulla stampa locale e sui social alcuni giorni fa, sembra che il consumo di suolo nel comune di Chiavari sia assolutamente fuori controllo. Neppure troppo velate accuse agli amministratori chiavaresi di essere dei cementificatori, giungono nuovamente da alcuni esponenti del gruppo ambientalista” – spiega Andrea Torchio, presidente di Partecip@TTIVA. “Il dato rappresentato non ha alcuna correlazione con la condotta dell’Amministrazione di questi ultimi anni, ma fotografa una realtà storica che vede i comuni costieri liguri fortemente antropizzati ed un entroterra quasi interamente boscato. Partecip@TTIVA cerca di essere sempre a fianco di coloro che si battono per la difesa dell’ambiente, ma rifiutiamo la visione integralista e dogmatica che alcuni propongono”.
L’’Excusatio non petita’ di Partecip@TTIVA – nessuna accusa all’amministrazione chiavarese era stata sollevata da Legambiente – ci permette però di sollevare un tema: l’assenza di una legge nazionale che fornisca ai Comuni e alle Città Metropolitane strumenti utili per rivedere le previsioni di nuove edificazioni presenti all’interno dei piani urbanistici e territoriali vigenti. Il contrasto al consumo di suolo non può essere delegato alle singole volontà delle amministrazioni locali.