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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Chiavari, le Commissioni Consiliari convocate dopo tre mesi dal primo Consiglio e dopo una segnalazione al Prefetto. Ritrosia verso la partecipazione democratica?

Il centro storico di Chiavari con la Cittadella e il Comune in primo piano
Il centro storico di Chiavari con la Cittadella e il Comune in primo piano
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(r.p.l.) Il ballottaggio per il sindaco della città di Chiavari risale allo scorso 26 giugno, il primo Consiglio Comunale è stato convocato per il 6 luglio ma le Commissioni Consiliari permanenti non sono state formate sino al 4 ottobre, dopo un sollecito delle minoranze sia alla presidenza del Consiglio Comunale di Palazzo Bianco che una successiva segnalazione alla Prefettura di Genova.

Che a Chiavari ci fosse e ci sia un serio problema di partecipazione democratica e di scarso rispetto del ruolo dei consiglieri, in particolare di quelli di opposizione, non è argomento che si scopre né oggi né una settimana fa, ciò che invece dispiace è che si vada pervicacemente avanti con questo modus operandi, nonostante i ripetuti impegni e le promesse di trasparenza.

E non è Chiavari il solo problema: da varie parti il ruolo dei consiglieri comunali è sempre più marginale, si va avanti a delibere di Giunta e le pratiche arrivano in Consiglio con enorme ritardo. Non c’è più la percezione di un tempo, di quanto un consigliere potesse incidere nella vita politica cittadina e forse è anche questa la ragione della scarsa affluenza alle urne e della scarsissima propensione dei cittadini a candidarsi.

Chi però lo fa e viene anche eletto, non ha certo vita facile, quando – e torniamo al caso specifico di Chiavari – servono tre mesi per attivare le Commissioni Consiliari che dovrebbero essere (se non altro sulla carta) il luogo deputato per approfondire le questioni, per svolgere audizioni, per migliorare alcune pratiche, per mettere in pratica il proprio impegno verso la città.

Nel mirino, anche questa volta, è finito il presidente del Consiglio Comunale, Antonio Segalerba. A criticare il suo operato è stata la minoranza in blocco, attraverso un comunicato stampa congiunto che è stato emesso dopo i solleciti e dopo la lettera al Prefetto. A firmare la segnalazione sono stati Silvia Garibaldi, Alessandro Calcagno, Mirko Bettoli, Antonio Bertani, Giovanni Giardini e Nicola Orecchia.

Secondo i consiglieri, “occorre che il presidente convochi la prima adunanza di ciascuna Commissione per la nomina del presidente e del vicepresidente e per l’indicazione dei membri. Le Commissioni Consiliari sono fondamentali per la vita istituzionale, per l’approfondimento degli argomenti di competenza del Consiglio Comunale, per la comprensione da parte di consiglieri e cittadini dell’azione politica posta in atti dall’attuale maggioranza. La mancata convocazione di Commissioni Consiliari non limita solo l’attività dei consiglieri di minoranza, ma penalizza anche l’attività di gran parte di colleghi della maggioranza che sono oggi inermi e limitano la loro azione all’alzata di mano in sede consigliare. L’attuale amministrazione pare temere anche il minimo confronto, il dibattito, la critica, come dimostrano gli atti posti in essere e le parole spesso offensive utilizzate verso chi osa pensarla diversamente”.

Questo comunicato veniva emesso alle 9,22 dello scorso 4 ottobre. Intorno alle 11, prima attraverso i social network e poi dalla comunicazione istituzionale del Comune di Chiavari (pure questo un curioso modus operandi), giungeva la replica di Segalerba, nell’ormai consueto stile di Palazzo Bianco che tende a spegnere il contraddittorio in maniera brusca: “Sono state regolarmente costituite le Commissioni Consiliari con delibera di Giunta in data odierna a seguito delle designazioni fatte da tutti i capigruppo delle forze rappresentate in Consiglio nei giorni scorsi. Il presidente del Consiglio Comunale, Antonio Segalerba, ha pertanto potuto fissare la convocazione di tutte e cinque le commissioni per sabato 8 ottobre 2022 dalle 8 alle 10 presso la sala consiliare per le nomine di presidente e vicepresidente. La minoranza continua a fare comunicati stampa inutili anziché semplicemente confrontarsi con gli uffici che avevano già predisposto tutto per tempo”.

Ma la minoranza non ci sta e alle 17,28 rimarca: “Prendiamo atto che, dopo la nostra insistenza già nell’ultimo Consiglio Comunale, l’esposto al Prefetto fatto domenica da Silvia Garibaldi e il sollecito appunto, alle 12,30 la convocazione è finalmente arrivata. Constatiamo però che il presidente del Consiglio Comunale come solito manca di rispetto e ‘rovescia la frittata’ rispetto alla nostra azione. La dichiarazione dei gruppi consiliari di appartenenza è stata fatta in luglio da tutti e quindi la delibera di Giunta della nomina componenti, effettuata in tutta fretta questa mattina, poteva essere pronta da molto tempo. La vicenda è quindi il solito salvataggio in corner del presidente che si è attivato, a nostro parere, perché sono state date comunicazioni in Prefettura, forse perché sa che la mancata convocazione di commissioni e consigli sono una delle gravi mancanze nel suo ruolo. Non crediamo che tutto fosse già stabilito da tempo: in tal caso egli avrebbe potuto, a nostro avviso, preannunciarlo nel Consiglio Comunale ultimo scorso o nelle repliche alla stampa dei giorni scorsi. Non ci dica che dovevamo, prima di sollecitare, chiamare gli uffici: è lui che deve convocare, la Pec della delibera di giunta è delle ore 12:01. La convocazione per sabato delle 12,24. Posteriori alle sue esternazioni social di critica per il nostro sollecito”.

Touché. Il senso è esattamente questo. Ci sono voluti due solleciti, una segnalazione al Prefetto e un comunicato stampa per veder convocate a Chiavari le Commissioni Consiliari permanenti. Così è andata la storia, altro che “tutto pronto da tempo”.

La politica del “non disturbare il manovratore” piace troppo a certi amministratori locali, per ‘perdere tempo’ con Consigli e Commissioni. Il problema è che più si depaupera il ruolo dei consiglieri comunali, più la politica viene percepita come lontana, più perde il suo ruolo di servizio al cittadino, più è frequente la critica “quello lì non ha fatto nulla, prende il gettone e basta”. E anche quest’inerzia fa male alle istituzioni democratiche nel suo insieme.

Quanto sarebbe bello, invece, un palazzo aperto e più partecipato. Se davvero l’amministrazione comunale agisce in piena trasparenza, che cosa ha da temere? Che motivo ha di rifiutare un confronto più aperto e allargato? Non dovrebbe averne alcuno.

Due anni fa, sulle pagine di ‘Piazza Levante’, aprimmo un dibattito che coinvolse sia maggioranza che opposizione sulla necessità di inserire anche nei Consigli Comunali di Chiavari le interrogazioni a risposta immediata, ovvero il cosiddetto ‘question time’. Tutti si dissero d’accordo sull’opzione, compresi i membri della Giunta. È stato fatto? Assolutamente no. Ci mancherebbe: potrebbe disturbare il manovratore, tanto quanto le Commissioni Consiliari.

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