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Giovedì 30 ottobre 2025 - Numero 398

Claudio Vingiani e la stazione di servizio a Sestri Levante: quando un pieno di benzina è anche un pieno di umanità

“Fin dal cliente zero, il primo minuto dopo l’apertura, abbiamo abbinato al conto per il rifornimento il dono di una caramella. Sembra una stupidaggine ma non lo è”
La stazione di servizio di Sestri Levante riaperta di recente
La stazione di servizio di Sestri Levante riaperta di recente
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di DANILO SANGUINETI

I luoghi dai quali nella vita, prima o poi, si deve passare sono pochi: tra il grembo materno e l’ultima dimora “l’Homo Machina”, a meno che non scelga l’eremitaggio senza cedimenti, deve fare una capatina dal benzinaio. Nell’epoca della motorizzazione sfrenata non può non esserci un venditore di carburanti. Impossibile fare a meno del propellente indispensabile per la gran parte del mondo automotive, checché sognino gli ecologisti. Il benzinaio – raro esempio dove il nome del conduttore fa premio su quello del negozio – ovvero la stazione di servizio, era, fino a qualche decennio fa, un luogo se non di aggregazione sicuramente di monitoraggio. 

Luoghi che, a somiglianza delle edicole o delle drogherie, osservavano lo scorrere del tempo e delle persone, registrando ogni minimo mutamento. C’erano addirittura i benzinai di quartiere, sentinelle che di giorno e spesso pure di notte vegliavano sulla loro comunità. Il progredire dell’automazione ha escluso quasi completamente il fattore umano: prima le pompe di rifornimento, poi le casse per il pagamento ed i distributori di accessori, per mezzi e pure per le persone, infine gli autolavaggi “men free”. Addirittura siamo alla possibilità di verificare la vettura, in ogni sua parte, meccanica ed elettrica, senza intervento del meccanico; al controllo di possibili infrazioni da parte umani e strumenti tramite un sistema di vigilanza gestito da un computer e fatto di telecamere, microfoni e sensori sofisticati. 

In questa ottica la decisione del signor Claudio Vingiani di prendere in gestione la stazione di servizio Esso in via Vincenzo Fascie al n° 132 a Sestri Levante potrebbe suonare azzardata. Impegnarsi avendo passato i 50 anni in una battaglia che ai più appare di retroguardia non è per l’interessato né folle né azzardato. “Io ho passato una vita nelle aree di rifornimento. Per decenni ho lavorato in diverse parti del tronco autostradale italiano, sapevo bene che cosa chiedere a un simile business. E poi quando passavo per via Fascie e vedevo come la gloriosa stazione Esso “ingrigiva” e rischiava di diventare obsoleta ne ero profondamente dispiaciuto. Così due anni fa mi sono detto che volevo fermarmi un po’ e ripartire con una nuova avventura. Abbiamo rifatto il trucco all’area: sistema di rifornimento moderno, lo shop rimesso a nuovo, aperto l’autolavaggio con due opzioni – self service o completo di interni con operatore che sanifica con ozono. I nostri ragazzi possono effettuare a richiesta il cambio d’olio, e rimpiazzare parti meccaniche ed elettriche. Infine c’è la possibilità di rifornirsi di bevande fresche e gustare un caffè”. 

Insomma una stazione di servizio d’antan, con un tocco di gentilezza in più: “Fin dal cliente zero, il primo minuto dopo l’apertura, abbiamo abbinato al conto per il rifornimento il dono di una caramella. Sembra una stupidaggine ma chi si ferma per il pieno apprezza questa caramella quanto un “taglio sulle accise”. La gentilezza ha ancora un peso. Una parola scambiata con un estraneo, un consiglio sul percorso, un parere su cosa fare con il motore o le gomme non hanno un prezzo ma ci forniscono un valore che va a riflettersi sui nostri rendiconti. In neppure due anni siamo passati da erogare 900mila litri di carburanti vari a un milione e 400mila litri. Mezzo milione di incremento sono un risultato più che eccellente”. 

Claudio è a capo di una piccola squadra di benzinai giovani che si comportano come quelli di una volta: figure che univano mestiere, umanità e servizio. Non quelli delle pompe automatiche, fredde e impersonali, ma quelli che conoscevano per nome i clienti, che ti accoglievano con un sorriso e con una parola gentile, che non si limitavano a fare rifornimento, ma offrivano un servizio a misura d’uomo. Il signor Vingiani non intende fare solo il  supervisore e il gestore di servizi ma un “servitore alla pompa”.  Che non vuole sentir parlare di “Self Service” e di automazione. “La maggior parte dei distributori oggi funziona con pompe automatiche: il cliente inserisce la carta o i contanti, seleziona il carburante e fa rifornimento da solo. L’addetto interviene, sempre più raramente solo in caso di problemi tecnici o per supporto a chi non è pratico, sempre meno pure loro. Io ho pensato, e mi pare che in tanti l’abbiano capito, che in città piccole come Sestri un benzinaio che sapesse trasformare un gesto quotidiano in un incontro umano mancasse”. 

L’Esso di via Fascie è al centro esatto dell’agglomerato urbano della Bimare. “L’ho scelto proprio per questo. Siamo rimasti gli unici in città-città a pulire il parabrezza senza che lo chiedano, controllare l’olio, dare un consiglio sulla strada migliore da prendere”.

In quelle stazioni di servizio si respirava un senso di comunità. Il benzinaio era un punto di riferimento, un piccolo presidio di umanità lungo le strade. Non era solo un mestiere: era un ruolo sociale, un ponte tra chi viaggiava e chi restava, tra chi aveva bisogno e chi sapeva offrire una mano. Possiamo avere macchine più veloci, pagamenti più rapidi, pompe più efficienti ma nessuna tecnologia potrà mai sostituire la gentilezza di uno sguardo, la cura di un gesto, la dignità di un lavoro fatto con il cuore. Graham Greene nel “Fattore Umano” lo descrive come quello che nelle vicende del mondo introduce l’imprevedibilità. Un pieno di benzina può essere un pieno di umanità.

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