di ALBERTO BRUZZONE
Continua a tenere banco in città a Chiavari il futuro del Palazzo della Cittadella, ovvero di quello che fu sede per molti anni del Tribunale. Ma tanto più questo argomento interessa e stimola dal punto di vista culturale, tanto più l’opinione pubblica e l’ambiente culturale stesso – fatto di tante associazioni e realtà storicamente operanti sul territorio – vengono tenuti fuori dal dibattito e soprattutto fuori dalle stanze dove si prendono le decisioni.
‘Piazza Levante’ ha già trattato il tema nei numeri passati e ci torniamo in questo numero perché, nei giorni scorsi, anche a seguito di ripetute pressioni e richieste formali da parte delle minoranze di Palazzo Bianco, è stata convocata una commissione apposita, con l’obiettivo di condividere, almeno in parte, le intenzioni dell’amministrazione comunale circa la Cittadella stessa e gli altri ‘contenitori’ museali e culturali della città.
Le mosse della maggioranza
È ormai noto che, su proposta da parte della vicesindaco e assessore alla Cultura, Silvia Stanig, in questo appoggiata dal suo collega di Partecip@ttiva, il consigliere Giorgio Canepa, e ufficialmente da una parte della maggioranza (la lista Avanti Chiavari, mentre la lista Marco Di Capua Sindaco è rimasta per un primo tempo defilata), il futuro del palazzo che ospitava il Tribunale, in piazza Mazzini, sarà stabilito in base a un accordo con la Soprintendenza, in particolare con la Direzione Regionale Musei della Liguria. E questo perché, già dal 2019, esiste un finanziamento di circa 650mila euro che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha stanziato in favore del Comune di Chiavari, a patto che sia presentata una progettualità precisa e ben definita a proposito della Cittadella e della risistemazione di tutto il patrimonio museale cittadino.
Solo che, un po’ come accaduto con le piste ciclabili, per non perdere i contributi si ragiona nell’ottica della fretta e della scarsissima condivisione. Con il risultato che i percorsi per le biciclette sono diventati un obbrobrio in termini di sicurezza e anche di logica (i casi di corso Colombo, di via Tito Groppo e di corso Millo sono assai eclatanti), ma la priorità era non lasciarsi scappare le sovvenzioni europee; e con il risultato che la risistemazione del Palazzo della Cittadella, analogamente, rischia di diventare un obbrobrio e un vero pasticcio in termini di logica, ma la priorità è non lasciarsi scappare le sovvenzioni ministeriali.
Il rischio di spendere male i soldi
Non è però che sia un gran pregio spendere i soldi, quando poi vengono spesi male, anzi. E perché i soldi della cultura verrebbero spesi male? Perché quello che s’intende fare al Palazzo della Cittadella è un pout-pourri con poco senso, come più volte ribadito e messo in evidenza non solo da questa testata e dalle opposizioni, ma soprattutto dall’ambiente culturale cittadino, ovvero da chi la cultura la fa e la promuove tutti i giorni.
In una Liguria che è sempre più a trazione turistica, emergenza sanitaria a parte che si spera finisca il più presto possibile, è chiaro che le città, anche quelle della Riviera, possono e devono diventare attrattive con iniziative di buon livello, che siano appunto legate anche alla cultura e non solo a un indotto di tipo ‘balneare’. E questo perché la cultura e le iniziative di livello possono garantire presenze e arrivi per tutti i mesi di tutto l’anno.
Per questo, come detto da più parti, un rilancio in grande stile per il Palazzo della Cittadella sarebbe stato un’enorme occasione. Invece, questa ‘svendita’ alla Soprintendenza a fronte del contributo di 650mila euro viene vista e vissuta malissimo.
Sono tutti argomenti che sono stati toccati in occasione della Commissione Consiliare, alla quale hanno partecipato, in veste di esterni, anche Alessandra Guerrini, che guida la Direzione Regionale Musei della Liguria, Antonella Traverso, direttrice del Museo Archeologico di Chiavari, e Daniela Barbieri, che si occupa della gestione del patrimonio museale ligure.
Il progetto dell’amministrazione
Il progetto del Comune di Chiavari prevede che il Palazzo della Cittadella ospiti al primo piano la nuova sede del Museo Archeologico, con il fiore all’occhiello rappresentato dalla Necropoli, che risulta essere la principale del Nord Italia con le sue centoventisei tombe, oltre ai corredi funerari e agli oggetti.
Quindi, al piano terra dovrebbero sorgere un museo per i bambini, alcune sale di consultazione e l’archivio storico. Infine, al secondo piano sono previste sale di lettura, di studio o destinate a conferenze.
Che cos’è che non convince? Intanto la non organicità dell’allestimento, l’errata collocazione della Necropoli in spazi al chiuso, la mancata programmazione degli altri spazi culturali cittadini, a cominciare da Palazzo Rocca, in relazione al nuovo spazio di piazza Mazzini.
E poi, i numeri. Quanto indotto può portare un museo archeologico? Non sarebbe meglio puntare su un progetto alternativo capace di portare cifre maggiori? E quanti soldi servono per condurre a compimento tutto il recupero del Palazzo della Cittadella?
Le riflessioni della minoranza
Sono i tanti dubbi che vengono sollevati. Silvia Garibaldi di Noi di Chiavari stigmatizza “la fretta con cui è stata portata avanti questa vertenza, quando invece è più di un anno che il progetto giace nei cassetti di Palazzo Bianco e non è mai stato condiviso con la città. Ora ci vengono invece a dire che bisogna fare presto per non perdere il finanziamento da parte del Ministero, che risale al 2019 e scadrà dopo quattro anni. Dov’era prima l’amministrazione Di Capua?”.
Secondo la consigliera comunale, “i 650mila euro basteranno a malapena per l’allestimento del ‘nuovo’ Museo Archeologico. E poi le sale di lettura e tutto il resto? E i lavori a tutto il complesso del palazzo?”.
Il Comune risulta aver stanziato la cifra di 980mila euro nel piano triennale dei lavori pubblici per il 2020/2022, mentre altri soldi, come comunicato dall’assessore Massimiliano Bisso, sono stati già spesi nel 2019 per i rilievi strutturali del palazzo, gli studi di staticità, i ponteggi della Torre Civica e la verifica dei solai. Un altro contributo è poi previsto da parte della Soprintendenza regionale, per quanto riguarda l’archivio storico cittadino, ma l’importo non è stato reso noto.
Gianni Giardini ha fatto presente che “non ha senso ragionare sul Palazzo della Cittadella senza poi avere idea di come verranno riorganizzati gli altri spazi cittadini”, mentre Sandro Garibaldi ha rimarcato il fatto che “di tutto questo progetto non ci sia stata la minima condivisione con la città”.
La controproposta esiste
Altro punto, come mai c’è una proposta alternativa che non viene minimamente presa in considerazione?
Eppure c’è, esiste ed è assolutamente vera e di livello. Si parla di un museo per l’arte moderna e contemporanea, con lo spazio principale riservato alle tante personalità del Levante genovese, e poi di uno spazio per esposizioni temporanee anche di importante livello, in modo da rappresentare un traino e un interesse per tutta la città.
Le altre opzioni sulla Necropoli
Nel contempo, ben venga un ripensamento complessivo per Palazzo Rocca. E, quanto alla Necropoli, l’idea che trova più riscontri è quella appoggiata, ad esempio, dallo storico Giorgio ‘Getto’ Viarengo, secondo il quale “per quanto riguarda la sua collocazione sono diverse le ipotesi già avanzate e mai approfondite e non valutate dall’attuale amministrazione o comunque discusse pubblicamente: si va dal completamento del progetto Montagni presso Palazzo Rocca, al riuso del chiostro presso San Francesco, sino a quella più affascinante e certamente più attrattiva, cioè ricomporre la Necropoli là dove era stata scoperta, nell’area di corso Millo. A questo riguardo, ci riferiamo alle aree comprese tra l’edificio Bancalari Artigianelli e salita Levaggi: questa ipotesi deve vedere da subito l’apertura di un confronto con l’amministrazione dell’istituto pubblico di assistenza e beneficenza. La sintesi è rappresentata da due straordinarie risorse, la Cittadella e la Necropoli, che devono essere valutate per le loro potenzialità culturali che rappresentano, e non sovrapposte. Qui una domanda: perché avviare il trasferimento della Necropoli da Palazzo Rocca? Per gli spazi non adeguati? La Necropoli attende il suo rimontaggio complessivo e la Cittadella non può garantirlo”.
Questa amministrazione, che ha già gettato alle ortiche un’area strategica come la Colmata a mare per ospitarvi il depuratore di vallata, sta per gettare alle ortiche anche un polo strategico con il Palazzo della Cittadella. Il tutto senza che ci sia ancora una minima idea su cosa realizzare nelle aree dell’ex Italgas di via Trieste. Davvero va tutto bene?
LA SEDUTA INTEGRALE DELLA COMMISSIONE CONSILIARE
https://www.youtube.com/watch?v=3IckgS4pInw&feature=youtu.be