di DANILO SANGUINETI
Nessuno diserta. L’adunata dei volenterosi non ha confini, in terraferma come in mezzo alle onde si risponde all’appello. Il Circolo Velico S. Margherita Ligure ha pensato di sfruttare la settima e ultima giornata, domenica 2 settembre, di uno dei più prestigiosi trofei, il ‘Renato Lombardi’ riservato alle classi Dinghy e Laser, ed ha chiesto ai propri soci, partecipanti e non alla competizione, di aggiungere una donazione alla quota di iscrizione che è stata interamente devoluta dalla società al fondo per le vittime del crollo del ponte Morandi.
“Un’iniziativa – spiega Gianni Castellaro, presidente del C.V di Santa Margherita – che abbiamo ideato seguendo la traccia indicataci da ‘Stelle nello Sport’, che sta mobilitando le forze di ogni società della regione perché crei eventi, associ manifestazioni alla raccolta di fondi. E’ andata molto bene, la somma è già stata versata sui conti correnti messi a disposizione dall’associazione di Michele Corti. I nostri velisti sanno essere solidali non solo tra i flutti ma anche… a secco”.
Una vittoria del cuore, come ricorda l’azzeccato logo del movimento (un ponte che viene unito da uno stormo di cuori volanti che a loro volta formano un gigantesco cuore), i velisti hanno voluto omaggiare un ponte che varcava un fiume. “Vi abbiamo aggiunto una barca azzurra che avanza a vele spiegate per confermare che il ponte spezzato riguarda anche noi che stiamo in mare ma anche nei corsi di acqua dolce, che siano fiumi o laghi”.
Perché il Circolo Velico S. Margherita è l’equivalente dello Yacht Club Italiano per quanto riguarda i pesi piuma delle regate, i piccoli monotipi Dinghy e Laser, le classi che rappresentano i banchi di prova dei grandi campioni. Si dice che i migliori si mettano in luce in queste categorie, e non è detto che poi prendano altre strade. Di certo i più forti in Italia sono concentrati nella piccola insenatura che protegge il porto di Santa.
Il presidente Cavallaro senza falsa modestia lo conferma. Gli basta snocciolare alcuni nomi: “Da 66 anni abbiamo un nome tra le classi dei monotipi. Paolino Viacava, 11 titoli italiani nella categoria Dinghy, Filippo Jannello, Vittorio D’Albertas e Francesco ‘Paco’ Rebaudi. Senza dimenticare i dieci titoli di Oneto. Classiche come il ‘Bombola d’Oro’, il ‘Città di Santa’ (20 edizioni), il ‘Lui e Lei’, il ‘Nonno e Nipote’. Siamo un punto di riferimento per l’intero movimento, abbiamo spesso dominato nella Penisola e nel Mediterraneo”.
Grazie anche a un club molto ben organizzato e con solidissime basi nel territorio ma che sa anche lavorare con gli altri sodalizi nel Nord Italia.
Il presidente Castellaro coccola con lo sguardo l’accogliente Sede/Segreteria sulla Calata del Porto presso la Casa del Mare. Poco diastante base nautica in prossimità di bar, ristoranti e shipchandlers, completamente attrezzata per l’alaggio delle imbarcazioni, il ricovero di vele e alberi. ‘La spiaggia’ è anche un piacevole punto di incontro e ritrovo per familiari e amici dei soci.
“Abbiamo uno spazio relativo, in pratica solo 4-5 posti barca nel porto di Santa ma abbiamo un sacco di ‘ripari supplementari’. Alcuni soci hanno a disposizione delle rimesse nel Golfo, poi ci sono gli altri siti. Sfruttiamo i legami con i laghi del Nord Italia, dove andiamo a gareggiare quando la stagione agonistica nel Levante langue. Per Dinghy e Laser il momento d’oro è la tarda primavera e l’estate, in autunno e inverno si va a Como, Iseo, Garda. E sfruttiamo a dovere questo flusso migratorio. I campioni che vantiamo sono assi proprio perché sanno destreggiarsi in qualsiasi specchio acque e cavarsi di impaccio con qualunque condizione meteo. Da un apparente handicap sappiamo trarre gli opportuni vantaggi”.
Forse un domani ci sarà un porto più grande nel quale il benemerito e stravincente C.V Santa avrà maggior spazio. “Qualche colloquio a questo proposito con l’amministrazione comunale c’è stato. Speriamo di conservare un nostro spazio se si arriverà all’ampliamento, se invece dovessimo attendere ancora non faremmo drammi. La nostra attuale casa ci va benissimo”.
Piccolo è bello, soprattutto è sicuro.