di DANILO SANGUINETI
Una prova di affetto. Si deve essere infatuati della scherma per volersi allenare in condizioni estreme e in spazi non pensati per essa. Vedere i ragazzi e le ragazze della Chiavari scherma che sudano, davvero, rinunciando a tute, spade e maschere, sui campi assolati dell’Entella Academy è uno spettacolo che fa bene al cuore perché testimonia come ci siano ragazzi che in piena estate e con tutte le difficoltà del caso riescono a mettere da parte ogni altra considerazione e proseguono ammirevolmente a fare sport. Spadaccini non solo di fatto ma anche nella mente, pronti a duellare non solo con gli avversari, ma pure con contrattempi ed incidenti vari. E va comunque bene così, perché è una fortuna che la società di calcio abbia instaurato un rapporto di partnership intelligente con un altro storico club della città, aprendo i campi della Colmata Mare. La Chiavari Scherma era bloccata dalla restrizioni imposte dai protocolli di sicurezza, aveva bisogno di spazio, non poteva appoggiarsi alla sua palestra posta sotto il piano terra di quella che una volta era la sede del Liceo Classico ed è oggi la sede di Wylab in via Delpino.
L’attività sportiva della Chiavari Scherma è così ripartita in totale sicurezza, all’aria aperta, a fine maggio. Fino al 31 luglio gli atleti verde-blu potranno tenere gli allenamenti presso il campo da calcio dell’impianto sportivo ‘F. Celeri’ in Colmata Mare.
Le sessioni di allenamento degli atleti si svolgono senza alcun assembramento, distribuiti in tutta l’area del campo, a porte chiuse, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e delle pratiche igieniche consigliate, seguendo il Protocollo ‘Covid 19’ adottato dalla Chiavari Scherma sulla base delle linee guida impartite dalla Federazione Italiana Scherma.
A vigilare sull’osservanza delle normative sulla tutela sanitaria delle attività sportive e sul rispetto delle norme federali è il medico sociale sportivo incaricato dalla Chiavari Scherma, la dottoressa Francesca Sadowski.
Durante il periodo di lockdown gli atleti, che si sono già affacciati al mondo delle competizioni, hanno continuato ad allenarsi con i maestri della Chiavari Scherma, seguendo da casa tramite i social network o videoconferenze un programma di esercizi per non perdere le capacità di base e mantenere allenati i movimenti tipici di uno schermidore che deve avere forza esplosiva ed essere reattivo ai massimi livelli.
Conferma il presidente della Chiavari Scherma, l’avvocato Nicola Orecchia: “Ci siamo rimessi in moto. Sulla base dei provvedimenti normativi, possiamo finalmente lavorare dal vivo con i nostri atleti, e lo facciamo all’aria aperta, rispettando scrupolosamente tutte le norme igienico sanitarie per garantire che gli allenamenti si possano svolgere in totale sicurezza. Ringraziamo soprattutto la dottoressa Sadowski che ha accettato di ricoprire il ruolo di medico sociale sportivo della Chiavari Scherma. Siamo, inoltre, molto contenti della sinergia sportiva che si è creata tra il mondo della scherma e il mondo del calcio. Si ringrazia per questo Entella Academy – Virtus Entella che ha condiviso con noi il campo da calcio e il Comune di Chiavari nella persona del sindaco Marco Di Capua, l’assessore allo Sport, Gianluca Ratto, e il consigliere delegato allo Sport, David Cesaretti, che si sono attivati per rendere tutto questo possibile per i nostri ragazzi”.
Ha funzionato soprattutto l’intesa con l’Entella: la Chiavari Scherma da anni ha intrapreso un intelligente rapporto di collaborazione e scambio di idee e progetti. Se ne esce anche così da una crisi che minaccia di essere epocale, unendo forze provenienti da ambiti ed esperienze differenti, apparentemente distanti.
Il direttore sportivo del club schermistico, Giovanni Falcini, alza il pollice: “Era vitale non arrendersi all’emergenza e agli enormi problemi del post lockdown. Certo la prima esigenza era quella di riaccendere i motori. Altrettanto importante era mantenere il gruppo. Se per gli agonisti – i ragazzi più avanti negli anni – non c’erano grandi dubbi, sapevamo che avrebbero continuato, oltretutto avendo le dispense per cominciare ad affrontarsi in faccia a faccia sia pure limitati sempre alle stesse due persone, cioè in duelli prefissati e immutati, avevamo paura di perdere per strada i più piccoli quelli che avevano appena iniziato”.
Cinquanta schermidori apprendisti, cinquanta ragazzini da tenere impegnati, a qualunque costo. “Dopo un mese di attività alla Colmata – prosegue Falcini – posso dire che abbiamo scavalcato anche questo monte, che la Chiavari Scherma si prepara all’auspicato ritorno alla normalità (allenamenti collettivi, gare e calendario regolari) speriamo per ottobre, novembre, con ragionevole ottimismo. Stiamo ricostruendo la squadra agonisti, i frutti di quanto stiamo facendo noi istruttori – io, Giacomo Falcini, Jessica Basso – si potranno vedere tra qualche tempo”.
Il peggio potrebbe essere alle spalle. Il che non può preoccupare chi è obbligato, per regolamento ed etica spadaccina, ad andare all’assalto sempre guardando in faccia gli avversari.