di ALBERTO BRUZZONE
Non c’è Natale senza la pista di pattinaggio su ghiaccio. Da New York a Genova, dalle grandi città del Nord Europa ai comuni della Riviera di Levante. Solo che a Chiavari, in questo 2019/2020, la tradizionale installazione ha rischiato veramente di saltare. Il discorso è scongiurato, ma qualche ritardo rispetto al solito ha fatto sì che in città si scatenassero le domande, i dubbi e i primi mugugni.
La pagina Facebook ad essi dedicata ha iniziato ad animarsi vivacemente nei giorni scorsi. È circolata la notizia (rivelatasi poi falsa) che la pista di pattinaggio non ci sarebbe stata. La questione è risolta e l’allestimento è fissato per la prossima settimana.
Ma è vero che qualche problema c’è stato, e neppure tanto piccolo. Essendo piazza Fenice, tradizionale cornice della pista, un sito d’interesse storico e culturale, tutto è rimasto vincolato al parere da parte della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggio, che ha dato il via libera solamente nei giorni scorsi e con alcune particolari raccomandazioni. È stato un lavoro d’incastro e di mediazione, che ha coinvolto Soprintendenza da una parte, Comune di Chiavari dall’altra e gestore dell’impianto dall’altra ancora.
Negli anni scorsi, questa trafila burocratica non si è mai verificata, ora che è entrata in gioco la Soprintendenza sì. Tutto nasce la scorsa estate. L’amministrazione comunale installa in piazza Fenice un palcoscenico fisso, per le rappresentazioni e gli spettacoli estivi. Un fondale nero, dietro il palco, fa inquietare uno dei commercianti della piazza, che lamenta una visibilità minore rispetto a prima, per colpa di quella quinta scenografica. E, fondamentalmente, dimostra che le sue ragioni sono sensate. Si rivolge prima a Palazzo Bianco, poi alla Soprintendenza. Ed ecco che quest’ultima raccomanda al Comune di Chiavari non solo di risolvere la questione, ma di segnalare qualsiasi trasformazione, spostamento o installazione che riguardi piazza Fenice, in quanto esiste un vincolo architettonico ben preciso.
“Ci siamo comportati secondo le indicazioni – spiega il sindaco Marco Di Capua – Così, quando c’è stato da portare avanti la consueta pratica della pista di pattinaggio, abbiamo mandato il fascicolo alla Soprintendenza. Se ne sono occupati gli uffici tecnici, come da prassi. Era la prima volta che questo accadeva, in passato le amministrazioni hanno sempre avuto la facoltà di concedere i permessi di loro iniziativa. Ma noi ci siamo adeguati, senza nessuna polemica né protesta”.
Peccato che la Soprintendenza, in primissima istanza, abbia detto no alla pista di pattinaggio, andando probabilmente a far contenti – anche se indirettamente – i tanti residenti che da tempo si lamentano per il disturbo, ma andando invece a scontentare i commercianti della piazza, per i quali avere persone in più significa maggiore indotto.
Alla fine, il Natale dei chiavaresi rischiava davvero di esser senza una delle tradizioni. “A quel punto – prosegue Di Capua – di fronte al diniego, abbiamo pensato di proporre piazza Roma, ma anche in questo caso stiamo parlando di una piazza storica, e pure qui c’è un vincolo da parte della Soprintendenza”.
Così, si è tornati alla soluzione di partenza: piazza Fenice, ma con delle raccomandazioni. Gli uffici genovesi si sono convinti dietro i precisi impegni sia da parte dell’amministrazione chiavarese che da parte del gestore della pista: “Dovrà installare una nuova biglietteria, in acciaio e cristallo trasparente, al posto di quella con il gabbiotto in legno. Per il resto, la pista potrà essere posata. La Soprintendenza ha concesso una sorta di deroga. Il lavoro dovrà esser fatto in corso d’opera, non necessariamente subito – conclude il sindaco – Ora i permessi per aprire sono arrivati, ed è la cosa più importante. Mi sarebbe dispiaciuto rinunciare alla pista di pattinaggio, anche perché porta indotto non solo ai commercianti della piazza, ma anche a tutti quelli del caruggio, come mi hanno confermato loro stessi. Sono contento perché è stato trovato il giusto compromesso”.
Resta il fatto che il Comune non abbia più la titolarità di concedere o meno una piazza, quando si tratta di un sito storico. Anche nel caso di una ‘innocua’ pista di pattinaggio. Ma questa è decisamente un’altra storia.