(r.p.l.) Chi da martedì per un allenamento o una partitella tra amici entrerà nel campo dei Frati di via Trieste a Chiavari percepirà immediatamente un’assenza, un vuoto. Quel ‘corridoietto’ stretto che porta all’ingresso in campo era il regno di Vinicio, il custode. Filtrati dalle maglie della rete metallica, i suoi occhi, in più di 50 anni di onorato servizio, hanno osservato su quel rettangolo verde migliaia di gol, di contrasti. Diceva di averci visto giocare anche Marco Van Basten, di cui conservava, quello è certo, un autografo. Fuori dal campo aveva stretto amicizia con tutti, per i piccoli calciatori aveva sempre un consiglio, per gli allenatori una critica costruttiva, per i genitori intrattenimento garantito.
Antonio Cassano – che ha frequentato a lungo ‘i Frati’ per seguire gli allenamenti del figlio – uno che sa stare al gioco, era ormai entrato in confidenza con lui e tra sfottò e battute reciproche, ogni volta, lo spettacolo era assicurato.
Quando il suo campo non ospitava nessun campioncino o calciatore della domenica, potevi trovarlo seduto al bar Entella, quasi sempre a discutere animatamente di calcio, la sua passione più grande. Ne parlava sempre, con tutti, e con grande competenza. In modo semplice, genuino, scanzonato, a volte sopra le righe è vero, ma chi andava oltre, chi stava ad ascoltare, scopriva un tecnico preparato, moderno, ma soprattutto innamorato del gioco. Nella sua parentesi in Perù conquistò, prima da giocatore e poi da allenatore, la promozione nel massimo campionato nazionale. Ne capiva e aveva grande voglia di condividerlo con tutti.
Era un grande tifoso dell’Entella, amato dai giocatori con cui si scambiava calorosi saluti mentre li guardava passare, dal suo posto in prima fila nel dehor del bar di via Gastaldi, diretti all’allenamento. Con alcuni di loro, con la stessa passione con cui si rivolgeva ai bambini dell’academy, si intratteneva a lungo per un consiglio o una battuta.
“La tua passione per il calcio era travolgente, così come il tuo affetto incondizionato per i colori biancocelesti. Sempre presente al Comunale incitavi l’Entella e non perdevi occasione per commentare ogni gara anche con un velo di ironia” il ricordo del club chiavarese.
Il suo vero nome era Carmelo, Vinicio l’aveva scelto lui, lo sentiva più suo, e quel nome per cinquant’anni è stato un simbolo, un’istituzione. “Stasera andiamo da Vinicio”, “l’altro giorno da Vinicio ho fatto un gol incredibile”, frasi dette e ridette perché tutti, a Chiavari, almeno una volta sono passati da quel campo e hanno incrociato il suo sguardo.
Peli sulla lingua zero. Raccontava di aver incontrato un ex allenatore di serie A a fare benzina e dopo una rapida discussione calcistica, affermava di avergli detto che lui di calcio non capiva nulla. Questo era Vinicio, un animo libero, ironico, pungente e spensierato.
Mancherai a tutti gringo, grandi e piccini.