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Giovedì, 25 maggio 2023 - Numero 271

Chiavari e il Tigullio: ultima chiamata. Adesso serve vincere le sfide del presente per costruire il futuro

Arrestare i processi di declino è particolarmente duro e difficile, per farlo occorre avere visione chiara, fare sistema e avere capacità di progetto
Panorama di Chiavari da Villa Rocca
Panorama di Chiavari da Villa Rocca
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di ANTONIO GOZZI

Venerdì 31 marzo alle ore 17 presso il Teatro Caritas in via Marana a Chiavari, nella ricorrenza dei 5 anni dalla nascita di ‘Piazza Levante’, in collaborazione con il ‘Secolo XIX’ (collaborazione che ci onora) si terrà un convegno sugli argomenti del titolo di questo editoriale.

Quasi 9 anni fa, sempre in collaborazione con il ‘Secolo XIX’, fu organizzato all’Auditorium San Francesco un analogo convegno dal titolo ‘Tigullio al bivio’, che ebbe un grandissimo successo di pubblico, e che affrontò le grandi questioni di questa parte di Liguria. Fu un confronto vero al centro del quale, ancora una volta, vennero messe in risalto la specificità del Tigullio, le sue straordinarie risorse ma anche le sue debolezze, la volontà di non essere un’anonima appendice del capoluogo metropolitano, l’insofferenza nei confronti di Genova spesso matrigna.

E si cercò una riflessione e una convergenza generale per costruire il futuro.

Se facciamo un bilancio di ciò che è avvenuto da allora ad oggi, senza voler entrare nella polemica politica ma limitandoci a fare un’analisi la più oggettiva possibile di ciò che è stato, e provando a rispondere alla domanda se siamo più avanti o più indietro di nove anni fa nella costruzione di una prospettiva per il futuro, dobbiamo onestamente ammettere che la situazione di Chiavari e del Tigullio, dal punto di vista demografico, economico, sociale, culturale e dei servizi non è migliorata e già dire così è un eufemismo.

Le questioni più gravi che continuano a permanere mi paiono tre:

  • Disoccupazione giovanile, con la continua inesorabile fuga di giovani formati e qualificati che non trovano lavoro nel Tigullio;
  • La situazione sempre più difficile dell’entroterra, dove l’unico presidio dello Stato resta il ruolo straordinario di quelli che più volte sulle pagine di ‘Piazza Levante’ abbiamo definito ‘Sindaci eroi’;
  • Il progressivo depauperamento di servizi a favore della città capoluogo a causa di logiche superate di accentramento delle funzioni che non inducono risparmi e non risolvono i problemi, come ha ben dimostrato l’esperienza della pandemia, ma peggiorano soltanto la qualità della vita dei cittadini.

Le grandi questioni quindi restano tutte aperte e ad esse si aggiunge, o forse di esse è concausa, quella relativa agli equilibri, o meglio squilibri, con il capoluogo, che negli ultimi anni è ulteriormente peggiorata. Un capoluogo anch’esso in crisi demografica ed economica da decenni ma che, con l’arrivo delle amministrazioni Bucci, sembra vivere una nuova fase, sembra riaver acquistato una prospettiva e una visione e giganteschi mezzi per realizzarle. Si parla di 18 miliardi di euro da spendere su Genova nei prossimi anni: una dotazione di risorse maggiore di quella a disposizione di Milano.

Quanto di queste risorse andranno al Tigullio? Ben poco, se si fa eccezione dei fondi disponibili per il tunnel della Fontanabuona che, come onestamente ammesso dallo stesso Bucci, interessa anche i genovesi come primo elemento della gronda di levante.

In questo contesto difficile Chiavari, tradizionale capoluogo del Tigullio, città guida per storia e dotazione di servizi, ha visto negli ultimi trenta anni un inesorabile declino dal punto di vista delle funzioni e delle attività direzionali in essa localizzati, declino emblematicamente rappresentato dalla perdita del Tribunale avvenuta proprio nel 2014, ma aggravato dalla scomparsa dell’Agenzia delle entrate, della Commissione tributaria e dalla chiusura di altri servizi ancora, e dall’incapacità delle Amministrazioni che si sono succedute di riportare direzionalità, pubblica e privata, nella nostra città e quindi di recuperare il ruolo perduto.

Chiavari città di professioni, commercio, servizi e istruzione, finito il vecchio modello molto incentrato sul Tribunale e sul suo indotto, sembra non riuscire a riprendere una direzione strategica. Eppure la qualità della vita è ancora altissima, la qualità urbana buona, la formazione dei giovani molto importante. Cioè esisterebbero i fondamentali per fare un bellissimo lavoro.

Ma manca la visione; e l’incredibile vicenda del depuratore localizzato sul waterfront, che in tutte le città di mare è la risorsa più pregiata, così come quella dello stato deprimente dell’edilizia scolastica per una città che ambisce ad essere capoluogo di istruzione, sono tristemente lì a dimostrarlo.

Unico elemento di significativo avanzamento della città e del Tigullio Orientale è stata la nascita di Wylab, il primo incubatore sport-tech italiano, che in sei anni di vita ha cresciuto decine di startup, è riuscito a raccogliere oltre 15 milioni di euro per finanziarle, ha creato più di 150 posti di lavoro per giovani qualificati, ed oggi è partner nazionale di Cassa Depositi e Prestiti e di ‘Sport e Salute’ per la realizzazione di progetti strategici. E tutto ciò senza un euro di soldi pubblici.

Una vicenda ormai di valore nazionale e internazionale, che dimostra ancora una volta come, soprattutto nell’era del digitale “…anche a Chiavari si può….”.

Anche a Sestri Levante il tema dell’innovazione ha visto l’iniziativa importante del polo dell’Annunziata, dove la mano pubblica ha invece giocato un ruolo significativo. 

L’altro elemento indubbiamente positivo è la rinascita alberghiera. Un’attività per decenni in crisi anche nelle location più prestigiose come Santa MargheritaRapallo e Sestri Levante, ha ritrovato negli ultimi anni nuovo slancio con investimenti in strutture e servizi che hanno migliorato l’offerta. Vi è stato anche un minimo di coordinamento nelle azioni promozionali e di marketing che hanno valorizzato il comprensorio.

Vi è stata inoltre l’esplosione dei B&B, che ha ridato funzione a una parte del patrimonio immobiliare per lungo tempo inutilizzato, integrando il reddito delle famiglie e quindi portando benessere.

Il tema turistico richiama l’importanza di preservare le bellezze naturali e ambientali che fanno del Tigullio una meta ancora ambita per le popolazioni del nord Italia e per tantissimi turisti stranieri.

Ciò spiega l’impegno che anche ‘Piazza Levante’ ha messo per contrastare scelte sbagliate come la diga Perfigli e il depuratore in Colmata, scelte che hanno mostrato gravi carenze di approccio sia della Regioneche della Città Metropolitana.

Le città, come le imprese, le famiglie, le istituzioni culturali o crescono o declinano. Sia la crescita che il declino sono meccanismi autopropulsivi, ma arrestare i processi di declino è particolarmente duro e difficile. 

Per farlo occorre avere visione chiara e fare sistema, capire quali sono gli snodi strategici, concentrare su di essi tutte le risorse possibili pubbliche e private, avere capacità di progetto e di esecuzione.

Fino ad oggi questa chiarezza e queste capacità sono mancate. Speriamo che il convegno di venerdì aiuti a trovare la via. La presenza del Sindaco metropolitano Marco Bucci e del Magnifico Rettore dell’Università di Genova Federico Delfino, che grandemente ringraziamo per aver accettato l’invito, è un’occasione da non perdere per un confronto franco sul futuro di Chiavari e del Tigullio, e per il lancio di alcune idee-forza sulle quali Genova non deve essere matrigna ma generosa e di supporto.

Il convegno del 31 marzo a Chiavari

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