di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *
I più attenti osservatori e appassionati di ciclismo sanno da mesi che il Giro attraverserà Chiavari. La passione per la bici vanta una lunga tradizione nel territorio del Tigullio: già nel 1904 i ciclisti del Touring Club Chiavari partecipano all’inaugurazione del Velodromo di Rapallo; il punto di ritrovo è previsto per le ore 15 del 21 agosto in piazza Carlo Alberto, oggi piazza Mazzini.
Davanti all’Agenzia Marittima Sambuceti i dirigenti del Touring di Chiavari predispongono la partenza per tempo, così da poter partecipare alle gare previste per l’inaugurazione dell’impianto. Alle 15 hanno inizio le competizioni con una “Corsa Libera aperta a tutti i dilettanti del Circondario di Chiavari”, mentre la seconda gara è per i soli iscritti al Touring Club e si conclude col “Match Velodromo Rapallo”.
Gli aderenti al prestigioso Touring Club di Chiavari erano 91 nel 1903, anno di fondazione del sodalizio, 123 l’anno successivo e 146 nel 1905. Ancora oggi a Rapallo è in uso un toponimo popolare per indicare il vasto spazio compreso tra il Municipio, l’Oratorio e la Stazione Ferroviaria. Quest’area, indicata come “La Pista”, ricorda il luogo della cronaca cicloamatoriale del 1904.
Solo pochi anni dopo giungerà la notizia del primo evento ciclistico nazionalpopolare: il Giro d’Italia. Nella prima edizione, organizzata tra il 13 e il 30 maggio del 1909, la tappa Firenze-Genova prevedeva il transito per Chiavari. La Gazzetta di Chiavari, uno dei tanti settimanali d’informazione cittadina, richiamava con forza l’evento: “Il desiderio di acclamare i forti campioni della gara ciclistica concorrenti al Giro d’Italia, hanno destato in Chiavari tale entusiasmo da sembrare matta. Le scuole ebbero vacanza e i battenti della Corte d’Assise vennero aperti con ritardo. Mentre una folla di persone in bicicletta e a piedi accorreva alla salita delle Grazie, per meglio godere lo spettacolo degli sfidanti l’erta aspra del monte, altra numerosa falange di spettatori si assiepava al traguardo volante di Corso Dante e lungo Via Vittorio Emanuele”.
Credo utile rammentare che la bicicletta era il mezzo di locomozione più diffuso. In città erano già presenti società sportive che organizzavano specifici eventi, il pedalare era un’attività di successo e quest’occasione lo confermava. Il passaggio del Giro, perciò, vede mobilitate tutte le società sportive di Chiavari per ‘effettuare il servizio d’ordine per evitare disgrazie, che non sarebbero mancate perché imprudentemente da taluni genitori furono lasciati ragazzi abbandonati a sé lungo le vie che i corridori dovevano percorrere’.

Vediamo come era organizzata la tappa Firenze-Genova: la partenza poteva avvenire anche nel cuore della notte, in questo caso fu intorno alle 5 del mattino. I 127 ciclisti iscritti dovevano percorrere 294 km, e le strade erano in terra battuta e spesso sconnesse. Vinse la tappa a Genova, con un tempo di 11 ore e 30 minuti, Giovanni Rossignotti della Legnano, che ottenne il riconoscimento di “Bandiera d’Italia”.
La “Carovana” giunge a Chiavari alle 14,35; quando transita la vettura della giuria il pubblico è in delirio. Il primo ciclista, partito con gli altri da Firenze alle cinque del mattino, giunge a Chiavari alle 14,50. Leggiamo ancora il cronista della Gazzetta di Chiavari: “Taglia il traguardo Carlo Galletti, calorosamente acclamato dalla folla. Fatta la doccia, ripartì veloce quale il lampo”.
Prima di ripartire Galletti viene premiato con una medaglia d’oro donata dal Touring di Chiavari e con altri premi predisposti dalle altre società sportive cittadine.
Le cronache del Giro d’Italia interesseranno le pubblicazioni cittadine per molti anni successivi, e Chiavari sarà per diverse edizioni punto di transito e traguardo a punti.
Poi i tempi risentiranno del clima internazionale, in particolare delle tensioni politiche tra gli stati europei del tempo: sono le prime avvisaglie del prossimo conflitto mondiale. Lo sport si adegua, in particolare si adegua il Tiro a Segno Nazionale con corsi di preparazione per i chiamati alla leva militare; i giovani coscritti partecipano a dimostrazioni, corsi specifici di tiro e uso delle armi.
In questo clima l’Ufficio di Presidenza del T.S.N. aderirà al progetto per un nuovo Corpo Nazionale: i “Volontari Ciclisti Automobilisti”; nel gennaio del 1913 si costituisce il nuovo reparto in Chiavari con l’appoggio di tutte le autorità cittadine”. Noi plaudiamo vivamente alla patriottica iniziativa della Benemerita Presidenza del Tiro a Segno, perché in Chiavari potrà fiorire un numeroso reparto di volontari, avuto riguardo al numero rilevante di giovani ciclisti qui residenti. Raccomandiamo alla gioventù amante di siffatto genere di Sport di voler secondare il nostro appello”.
Nella ricca storiografia delle attività sportive chiavaresi, il ciclismo troverà uno spazio davvero prestigioso grazie allo Sport Club Aurora, una delle società più antiche e gloriose di Chiavari. L’Aurora taglia quest’anno il traguardo dei 105 anni, essendo stata fondata il 20 luglio 1919 da un manipolo di autentici pionieri dello sport cittadino che hanno saputo riprendere quelle antiche tradizioni, in particolare l’entusiasmo di quel lontano giorno di maggio del 1909, quando il “giro” passava da Chiavari.
Siamo giunti al 2024, da giorni si parla di questa nuova occasione con entusiasmo e curiosità, il tema principale e più discusso riguarda il luogo per assistere al passaggio della Carovana. Personalmente sono stato con un nutrito gruppo d’amici davanti alla Stazione Ferroviaria a testimoniare ad un tempo l’entusiasmo per il Giro e la contrarietà all’operazione depuratore in colmata a mare. Eravamo in tanti, indossavamo una speciale maglietta preparata per l’occasione e tutti abbiamo gridato “Viva il Giro d’Italia”.
(* storico e studioso di tradizioni locali)