di DOMENICO DEL FAVERO *
Provo ad aggiungere qualche riflessione al confronto che ‘Piazza Levante’ sta stimolando su Chiavari e le sue possibili prospettive, auspicando un futuro confronto pubblico, in presenza, quando ci saranno le condizioni.
Come premessa imprescindibile, secondo me, va considerato che, in un territorio articolato e parcellizzato come il nostro, chi pensa di fare da solo ha perso in partenza, danneggiando anche gli altri. Chiavari è stata per troppi anni isolata dal proprio contesto territoriale, ma da alcuni anni la tendenza si sta positivamente invertendo.
Bisogna insistere e restituire a Chiavari il ruolo propulsore nell’affermazione del Tigullio e Golfo Paradiso come area vasta, pur senza disconoscere gli assetti istituzionali esistenti.
Chiavari, assieme a buona parte del Tigullio, sta recuperando sull’inverno demografico che per anni ha contraddistinto negativamente la nostra zona. La tendenza è sicuramente più confortante di quella del capoluogo, quindi se siamo diventati più attrattivi bisogna approfittarne, interrogandoci su tipologia e motivazioni dei nuovi insediamenti, sfruttandone le opportunità offerte e inventandone altre, promuovendo insediamenti e attività.
Bisognerà essere più decisi nei confronti dei livelli istituzionali superiori, nel rivendicare importanti infrastrutture attese da anni: tunnel della Fontanabuona e prolungamento di viale Kasman, solo per citarne due. Così come la messa in sicurezza contro il rischio idrogeologico, ricordando che la zona dell’Entella è tra quelle più a rischio censite a livello regionale. Sicurezza del territorio dal rischio frane e alluvioni, migliorandone contestualmente la viabilità, renderebbero sicuramente più appetibile il nostro territorio per investimenti e insediamenti produttivi.
Ricordiamo che Chiavari e quasi tutto l’entroterra fanno parte delle aree di crisi non complessa, con possibilità di attrarre o rilanciare insediamenti attraverso finanziamenti, parte a fondo perduto e parte a tassi agevolati. Il tutto senza pregiudicare l’equilibrio tra ambiente, turismo e attività produttive che ha sempre caratterizzato Chiavari e tutto il nostro territorio.
Anche il Recovery Fund, occasione interessante, non ha visto i comuni protagonisti nel confronto e nel coordinamento, con disegni e programmi condivisi, interloquendo con i livelli decisionali superiori.
Una maggiore attenzione all’utilizzo dei fondi europei sarebbe necessaria, considerando che su Chiavari sono stati presentati molti progetti, ma in modo frammentato e non rispondente all’obiettivo di promuovere sviluppo e occupazione, sia per Chiavari che per il territorio.
Per rilanciare il turismo, si potrebbe puntare anche su quello congressuale, realizzando le necessarie opere di supporto, non solo le sale congressi, ma anche le strutture complementari. Con la conseguente destagionalizzazione degli alberghi, ne beneficerebbero anche i livelli occupazionali.
Rilanciare la connotazione di Chiavari come città della cultura, facendo tesoro del patrimonio artistico e culturale presente, anche in sinergia con i centri limitrofi, favorendo la promozione di eventi di qualità, ritengo sia possibile, con la necessaria determinazione e condivisione di obiettivi. Credo anche che vada ridisegnata e potenziata la situazione di quasi tutti gli istituti e plessi scolastici presenti, considerata la storica, importante e baricentrica posizione di Chiavari nel sistema dell’istruzione.
Va riconosciuto lo sforzo da parte dell’amministrazione comunale, nell’opera di riqualificazione e miglioramento estetico di molte porzioni della nostra città, rendendola ancora più piacevole e vivibile, ma dobbiamo chiederci, tutti assieme, dentro alla nostra bella scatola Chiavari, cosa pensiamo di metterci e farci nell’interesse della città e del territorio?
(* Responsabile CGIL Zona Tigullio e Golfo Paradiso)