Prosegue il nostro rapporto di collaborazione con la piattaforma ‘Jefferson – Lettere sull’America’, fondata e guidata dal giornalista Matteo Muzio. In questa puntata ospitiamo un articolo sulla italoamericana Lisa Franchetti. Il portale di ‘Jefferson’, con tutti i suoi articoli e le varie sezioni, è visitabile all’indirizzo https://www.letteretj.it, da dove ci si può anche iscrivere alla newsletter.
di ANTONIO JUNIOR LUCHINI *
È donna, italoamericana ed ha sulle spalle quasi quarant’anni di carriera ai vertici della US Navy, inclusa una lunga ed avventurosa esperienza come comandante della Sesta Flotta. Questo è il profilo dell’ammiraglio Lisa Franchetti, scelta da Biden per diventare il prossimo Chief of Naval Operations (CnO), l’ufficiale di più alto rango in tutta la gerarchia militare navale ed il rappresentante della marina statunitense nei Joint Chiefs of Staff, lo stato maggiore congiunto delle forze armate USA.
Classe 1964, Lisa Marie Franchetti approda in Marina nel 1985, dopo essere entrata a far parte della Riserva Ufficiali mentre studiava Giornalismo alla prestigiosa Northwestern University di Evanston, nell’Illinois. Una scelta inusuale, che la stessa Franchetti attribuisce al puro caso: un reclutatore notò il potenziale del futuro ammiraglio durante un evento universitario, convincendola ad intraprendere la carriera militare.
Una lunga carriera, che dopo le prime esperienze la porta a diventare prima capitano del cacciatorpediniere USS Ross, poi comandante di un intero squadrone di vascelli della medesima classe, incaricati di scortare la portaerei nucleare USS John C. Stennis. Dopo la promozione ad ammiraglio, assume il comando delle forze navali americane in Korea, per poi passare alla guida del Carrier Strike Group 9, il gruppo da battaglia della portaerei nucleare USS Theodore Roosevelt.
È al comando della Sesta Flotta di stanza a Napoli che Franchetti affronta le due sfide più complesse della sua carriera. Nel 2018, è al comando della missione navale statunitense incaricata di eseguire uno strike chirurgico contro l’arsenale chimico del regime di Assad in Siria, macchiatosi all’epoca di una serie di attacchi al cloro contro la popolazione civile.
In tale veste, Franchetti presiede con successo al primo utilizzo di missili di tipo ‘tomahawk’ da parte di un sottomarino di classe Virginia. L’ammiraglio ha inoltre coordinato le attività di supporto logistico e sanitario della US Navy intraprese all’indomani della pandemia di Covid-19 in Italia, ottenendo encomi dalla leadership della marina.
Davanti ad un curriculum imponente come quello della Franchetti, si è tuttavia erto un singolare ostacolo: l’acerrima opposizione del senatore repubblicano dell’Alabama Tommy Tuberville a tutte le nomine ‘militari’ dell’amministrazione Biden, determinata dalla sua volontà di ribaltare un provvedimento del Dipartimento della Difesa che assicura spese di viaggio pagate per le donne inquadrate nelle forze armate che non possono accedere all’interruzione volontaria di gravidanza a causa della legislazione locale di alcuni stati. Un’impasse che perdura ancora oggi, complicando il normale svolgimento delle attività di ricambio gerarchico del Pentagono. Basterà ad affondare la corazzata Franchetti?
(* giornalista e collaboratore del blog Jefferson – Lettere sull’America)