di ALESSANDRA FONTANA
“Nessuno ha sparato ai cavalli”. La storia dei cavalli selvaggi ritrovati senza vita, o quasi, sul ciglio della strada 586 è destinata a far discutere ancora. Era la fine di gennaio quando i due esemplari sono stati avvistati tra La Squazza e il Passo della Forcella nel Comune di Borzonasca. Sia il Comune di Borzonasca, sia l’associazione che ormai da anni si occupa della tutela dei Cavalli Selvaggi, hanno ricevuto diverse segnalazioni: un cavallo era ormai privo di vita, l’altra era ferita.
Il sindaco di Borzonasca ha riassunto la vicenda raccontando dell’intervento di una veterinaria del settore privato, chiamata dall’associazione che avrebbe constatato sulla cavalla due ferite circolari, riconducibili, in un primo momento, a ferite d’arma da fuoco.
Evelina Isola, naturalista e volontaria de I Cavalli Selvaggi dell’Aveto Wildhorsewatching ci tiene a mettere i puntini sulle i dopo settimane di accese discussioni, tramite giornali, social e forse anche di persona: “Abbiamo chiamato questo veterinario perché quello dell’Asl non arrivava. Non avevamo nessun interesse o doppio fine nel diffondere la notizia delle ferite d’arma da fuoco, ci siamo limitati a fare la cronistoria e a riportare il referto, non abbiamo diffamato nessuno”.
Sì perché la polemica si è scatenata sul web a causa di commenti decisamente sopra le righe, commenti di cui la responsabilità di Isola è nei fatti indiretta in quanto l’associazione è il gestore della pagina: “Non abbiamo mai accusato né i cacciatori, né gli abitanti delle valli. Quando ho trovato commenti fuori luogo li ho cancellati, ma ormai erano stati visti”.
Ma c’è di più. La cavalla è stata trasportata – grazie all’intervento della Regione – all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino che ha eseguito l’autopsia che escluderebbe i colpi d’arma da fuoco. “Si presume una caduta, un trauma o una zuffa tra cavalli. Non si esclude nemmeno il tentativo di predazione da parte di un lupo o comunque di un altro animale”, ha spiegato il primo cittadino Giuseppino Maschio ribadendo l’estraneità degli abitanti della valle.
Mistero risolto? Fino a un certo punto, Isola infatti ci tiene a specificare un aspetto fondamentale: “Hanno cercato il Dna di lupo senza trovarlo, non sono stati attaccati da un lupo. Hanno riscontrato quello di cane ma questo è facilmente spiegabile, a soccorrere la cavalla sono state persone che hanno dei cani, da lì la contaminazione. E comunque qui in zona non ci sono cani selvatici che potrebbero attaccare dei cavalli”.
Se da un lato sindaco e comitato dei cittadini ci tengono a ribadire con forza che il loro malcontento contro i cavalli, che rovinano coltivazioni e rendono la strada decisamente pericolosa, non sfocerebbe mai nella violenza, con la stessa precisione l’associazione che difende quella che ritiene a tutti gli effetti una risorsa, i cavalli liberi, ci tiene a specificare che il dito non è stato puntato contro nessuno e che soprattutto nulla è stato inventato per fare clamore anche se sottolinea Isola: “I referti comunque non spiegano a cosa siano dovuti quei segni circolari, si esclude solo l’arma da fuoco”.
Amministrazione e comitato cittadini auspicano che si arrivi presto a una soluzione: al di là delle polemiche, la presenza degli esemplari lungo la strada è un problema prima di tutto di sicurezza, lo sanno molto bene i pendolari delle valli Sturla e Aveto che oltre alle curve sfidano la sorte durante le mattine e le sere buie.
Il caso dei cavalli è approdato, e di certo non per la prima volta, in Regione. “Proprio per garantire il benessere animale e per tutelare in primis la sicurezza degli abitanti e poi le colture agricole – spiega l’assessore Alessandro Piana, che è intervenuto in seguito all’interrogazione di Giovanni Battista Pastorino che riguardava la cattura di alcuni esemplari avvenuta l’autunno scorso – è in corso uno studio al fine di definire un progetto, questo sì, di iniziativa della Giunta. L’obiettivo è quello di consentire alla Regione e agli enti competenti, tra cui il Parco Naturale Regionale dell’Aveto, di provvedere alla gestione della popolazione di cavalli domestici inselvatichiti con un approccio multidisciplinare che può dare origine anche a ricadute positive dal profilo ambientale e dello sviluppo turistico. Ci terrei a puntualizzare che questa amministrazione è la prima ad aver stanziato dei fondi appositi per la sicurezza e la sanità animale, per gestire i cavalli e considerarli da ‘problema’ a risorse di un turismo ambientale sempre più apprezzato. Abbiamo anche valutato in passato l’ipotesi di affidamenti senza scopo di lucro, ma per le troppe difficoltà burocratiche e pratiche è una strada al momento non percorribile”.
Ora gli abitanti di Borzonasca organizzeranno un’assemblea per capire come porsi nei confronti della Regione e conoscere finalmente il progetto, auspicando che si tratti di una situazione definitiva e non soltanto l’ennesimo ‘tappullo’.