(r.p.l.) Sulla vicenda della riqualificazione dell’ex cantiere navale di Preli, a Chiavari, la Corte d’Appello di Genova ebbe a scrivere, nella sentenza pubblicata nell’agosto del 2011, che l’allora sindaco Vittorio Agostino e suo figlio Alessandro Agostino diedero vita a un “sodalizio criminoso” e condannò il primo cittadino a sei anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici anche per la sua conclamata “pericolosità sociale”.
Questo fu il verdetto penale, che sancì il definitivo tramonto dell’allora (e ancora) ‘Faraone’, poi venuto a mancare nel febbraio di quest’anno. Nei giorni scorsi, accanto a questo verdetto penale, poi confermato dalla Corte di Cassazione (mentre in primo grado, a Chiavari, Agostino padre e figlio erano stati assolti), è arrivata anche la sentenza civile, e pure questa vede soccombenti gli Agostino, mentre vengono fissati i risarcimenti economici per la società Scogli srl, a seguito di tutte le manovre di rallentamento dei lavori di riqualificazione scientemente causati dal “sodalizio criminoso”.
Il 12 luglio del 2017, il Tribunale di Genova dispose il sequestro conservativo dei beni di Vittorio e di Alessandro Agostino, decisione che è stata confermata anche dalla recente sentenza, datata 19 ottobre 2023. In più, ci sono cifre milionarie che la famiglia Agostino dovrà risarcire a Scogli srl, a cominciare dai circa due milioni e mezzo di euro che sono il mancato guadagno e conseguente mancato reinvestimento delle somme che la società avrebbe potuto avere se tutto il suo operato non fosse stato rallentato volutamente.
Il verdetto del Tribunale di Genova ricorda che i lavori per la realizzazione degli immobili al posto dell’ex cantiere navale sarebbero dovuti iniziare nel febbraio del 2011 e terminare nel 2015, e invece sono iniziati nel 2016 e finiti nel 2020. Questi cinque anni di ritardo, imputabili a comportamenti fuori dalle righe da parte dell’allora sindaco, hanno rappresentato un danno per Scogli srl, non solo dal punto di vista del mancato guadagno, ma anche per le maggiori spese sostenute.
Ed ecco che la sentenza recente quantifica anche questa parte. Quindi, oltre ai due milioni e mezzo del mancato guadagno, a Scogli srl andranno corrisposti anche 310mila euro per il pagamento degli interessi del mutuo, andato avanti per cinque anni in più; 129mila euro per il pagamento dei cinque anni in più di fidejussione; 1800 euro per il pagamento di cinque anni in più di canoni demaniali; 300mila euro per il danno non patrimoniale causato da Agostino padre e figlio. A tutto questo, va aggiunta la liquidazione delle spese legali, che è quantificata in 61mila euro.
Significa che il portare avanti un “sodalizio criminoso” e il manifestare “pericolosità sociale” è costato agli Agostino quasi tre milioni e mezzo di euro, oltre alle condanne penali. La pagina più triste della vita amministrativa chiavarese ora mostra anche un danno di natura economica, con dei numeri accanto. Ecco fin dove può arrivare la cattiva politica. Non proprio un bel traguardo, per chi lo raggiunse e per i sedicenti successori di questo modo di amministrare.