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Giovedì 16 ottobre 2025 - Numero 396

Carpenterie Tigullio, l’avventura senza fine dei maestri Roberto Razzetti e Giorgio Bertetta

“La passione è intatta, bisogna però confrontarla con la realtà oggettiva. La paura che il nostro mestiere sia prossimo all’estinzione c’è”
Uno dei lavori eseguiti dalla Carpenteria Tigullio
Uno dei lavori eseguiti dalla Carpenteria Tigullio
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di DANILO SANGUINETI

C’è chi è capace di battere il ferro anche quando non è caldo. Coloro che avevano queste doti in un tempo neppure troppo remoto erano considerati figure mitiche, demiurghi che sapevano far fruttare l’ultimo dono di Prometeo e manipolare i metalli anche fuori dai vulcani e senza essere monocoli. Passato è il tempo dei fabbri e rischia il tramonto quello dei carpentieri. Per fortuna la sapienza manuale nel piegare ed assoggettare i metalli – persino a temperatura ambiente – conserva abbastanza fascino da convincere un discreto numero di intenditori a cercarli e chiamarli in causa, affidandogli lavori che richiedono la sapienza e il gusto dell’artigiano. La multiforme e variabile creatività umana fa premio sulla brutalità dello strumento meccanico. La cura nel creare, curando con estrema precisione ogni dettaglio del prodotto, crea un’alternativa alla omologazione e la massificazione delle finiture create dalle macchine. 

Il carpentiere non è solo un tecnico, è un artigiano-creatore. La sua arte consiste nel trasformare materiali grezzi in strutture solide e armoniose, capaci di durare nel tempo. In molte culture, il carpentiere era visto come custode di un sapere antico, quasi simbolico: costruire significa dare forma e stabilità al mondo umano. Qui da noi, oggigiorno, ci sono due signori, Roberto Razzetti e Giorgio Bertetta, più vicini ai sessanta che ai cinquanta, che hanno dato vita a Carpenterie Tigullio. Base in via Divisione Coduri 23 a San Salvatore di Cogorno, una piccola azienda artigianale con esecuzione che si risolve nella esecuzione dato che il team creativo si confonde con quello esecutivo, basato sulla coppia di titolari e un unico aiutante. “Fino a poco tempo fa avevamo due giovani a bottega – noi la chiamiamo così perché la vediamo come un laboratorio di artigiani – adesso solo uno dato che il nostro mestiere è impegnativo e che come corrispettivo ha più soddisfazioni ideali che ricompense materiali (leggi vil denaro N.d.r). Uno dei due ragazzi, aveva “solo” 26 anni, ha intrapreso un’altra strada”. 

Il 57enne Giorgio Bertetta disegna lo stato dell’arte della carpenteria senza indulgere in toni malinconici. Si potrebbe dire che analizza la situazione con “metallica razionalità”. “Noi eseguiamo lavorazioni in ferro e acciaio inox, effettuiamo installazioni di serrande, basculanti e automazioni per cancelli. Il nostro campo è quello della carpenteria leggera. Lavoriamo Ferro e Inox, possiamo intervenire per riparazioni e pitturazioni”. 

A grandi linee la carpenteria metallica può andare dai ponti ai capannoni, passando per scale ed accessi anche enormi. L’ambito della “Carpenterie Tigullio” è più ridotto. “Un po’ perché non potremmo solo in tre assumerci incarichi troppo grandi e lunghi, un po’ perché per contrastare le grandi ditte che producono manufatti a ritmo infernale ed a costi ridottissimi, non c’era altra scelta che specializzarsi, nell’offrire qualcosa di diverso e permettetemi di dirlo, migliore. Almeno dal punto di vista della resa estetica”. Razzetti e Bertetta si sentono portatori di conoscenze e di abilità che hanno le radici nella storia. 

In breve: L’arte del carpentiere è una delle professioni più antiche e fondamentali dell’umanità. In origine il carpentiere era colui che costruiva carri, armi e strutture in legno o metallo. Con l’avvento delle grandi costruzioni in ferro e cemento, il ruolo del carpentiere si è ampliato, includendo la carpenteria metallica. Richiede conoscenza dei materiali, precisione tecnica (misurazioni, tagli, assemblaggi), capacità progettuale (interpretare disegni tecnici e adattarli in cantiere) e, cosa non secondaria, forza e resistenza fisica unite a un forte senso estetico e funzionale. 

Un creatore con i muscoli. “E che deve contrastare la montante marea delle grandi catene commerciali. Per fortuna il nostro approccio diverso è sempre stato apprezzato e continua ad esserlo”. Nonostante gli aiuti “dall’alto” non ci siano stati o quando sembravano esserci si sono rivelati delle trappole. “Se mi chiedete se il tanto discusso bonus edilizia ha servito alla nostra causa vi rispondo con un enorme No. Eviterò di elencare il numero e il valore dei lavori dai quali abbiamo ricavato poco o niente perché fatti in subappalto. Le ditte appaltatrici assumevano decine di incarichi per poi cederne la riscossione del bonus statale a vari istituti di crediti: noi, presi nel mezzo, spesso e volentieri abbiamo avuto meno se non zero di quanto pattuito. Adesso passato questo periodo turbolento riusciamo ad andare avanti perché, grazie al cielo, la nostra opera rimane apprezzata e richiesta, non solo qui da noi ma anche fuori Liguria. Le difficoltà non ce le creano i clienti ma la burocrazia”. 

Razzetti e Bertetta sono giunti a un punto del loro itinerario, esistenziale e professionale, che debbono interrogarsi sul domani. “La passione è intatta, bisogna però confrontarla con la realtà oggettiva. La paura che il nostro mestiere sia prossimo all’estinzione c’è, inutile negarlo”. E sarebbe un delitto. L’arte del carpentiere rischia di scomparire a causa della perdita di maestri, dello spopolamento dei borghi (naturale brodo di cultura di questi artigiani), della modernizzazione produttiva e della scarsa trasmissione intergenerazionale delle competenze. Poche nuove leve scelgono l’artigianato specialistico come percorso professionale, la pressione della produzione di massa è quasi insostenibile, gli oggetti metallici prodotti industrialmente riducono la domanda per pezzi fatti a mano. 

“Il giorno della resa arriverà quando invece di venire da noi a chiederci “vorrei una scala fatta così e così, o un cancello che si intona con la mia villetta” vedremo uscire decine di persone che “camallano” decine di scatole con su impresso Leroy Merlin per assemblare alla bell’e meglio strutture metalliche dentro e fuori le loro abitazioni”. 

Resistete signori Razzetti e Bertetta. Usare il maglio (anche senza l’accompagnamento della falce) è pur sempre un atto significativo in un mondo dove i più pensano che se brandisci un martello stai interpretando il “Mitico Thor” e sei diretto a un raduno di cosplayer cresciutelli.

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