di ALBERTO BRUZZONE
Non è una sconfitta, ma un importante punto di partenza. Così dev’essere vista la partecipazione del Tigullio alla designazione della Capitale Italiana della Cultura per il 2024. Perché è stato dato un segnale di unità territoriale fondamentale, è stato seguito uno schema di comuni intenti che potrà certamente essere utile per il futuro, è stato messo in campo un modo di ragionare in maniera extraterritoriale, ma soprattutto extra campanile, che non può che condurre lontano.
Ieri mattina l’apposita giuria ha comunicato al ministro della Cultura, Dario Franceschini, di aver scelto Pesaro come Capitale Italiana della Cultura per il 2024. Le altre candidate giunte in finale, oltre al Tigullio con Sestri Levante come capofila, erano: Ascoli Piceno, Chioggia (Ve), Grosseto, Mesagne (Br), Siracusa, l’unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento (Sa), Viareggio (Lu) e Vicenza.
La designazione durerà un anno e prevede un milione di euro di finanziamento pubblico. Appena saputa la notizia, il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, ha annunciato la dedica della vittoria alla città ucraina di Kharkiv, martoriata dalla guerra. L’assessore alla Cultura della Regione Marche, Giorgia Latini, ha invece dichiarato che la vittoria di Pesaro è un “grande orgoglio”, che “fa salire le Marche sul gradino più alto”.
Commentando la vittoria su Facebook, il primo cittadino pesarese ha scritto che la comunità cittadina è pronta a cogliere la grande opportunità: “Con la cultura si impara a vivere insieme; si impara soprattutto che non siamo soli al mondo, che esistono altri popoli e altre tradizioni. Si impara e si cresce. E il mio desiderio è proprio questo. Portare il Comune di Pesaro ad essere ancora più grande ed aperto, a costruire un nuovo rapporto con lo spazio, sostenibile e innovativo, fondato sempre di più sulla bellezza e sulla cultura del fare. Buon lavoro a Pesaro e ai pesaresi”.
Il ministro della Cultura Franceschini, dopo la proclamazione della vittoria, è tornato sulla decisione del Comune di Pesaro di dedicare la vittoria all’Ucraina: “È molto bello il gesto con cui il sindaco di Pesaro ha dedicato la vittoria a Capitale Italiana della Cultura 2024 a Kharkiv. Veramente un gesto molto simbolico e molto forte. Dobbiamo continuare a guardare avanti, speriamo che nel 2024 tutto questo sia da molto tempo alle spalle”.
E ha aggiunto: “Ogni anno questa competizione diventa più virtuosa e di qualità e anche le nove città che non hanno vinto il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024 potranno fregiarsi del titolo di finalista, come avviene per gli Oscar. Entrare nella short list e competere sino alla fine è già un grande risultato”.
Questa competizione, ha detto infine il ministro, “è davvero una bella storia anche in questo momento così complicato, in cui abbiamo incontrato di nuovo la guerra, che ci impone di riflettere e agire in tutti i modi possibili. Ma guardiamo con fiducia e speranza al 2024”.
Giusta la posizione di Franceschini: per Sestri Levante e il Tigullio essere nelle dieci finaliste è già un successo enorme, un premio al lavoro svolto e, soprattutto, alla comunanza di prospettive. È proprio in prospettiva che ora occorre ragionare, come fanno notare i sindaci dei comuni che hanno aderito a questa candidatura del Tigullio: oltre a Sestri Levante, sono Chiavari, Rapallo, Santa Margherita, Camogli e Recco.
“Ci complimentiamo con la città vincitrice e con i suoi progettisti – spiegano i sindaci del nostro territorio – È stata una gara entusiasmante che ha ribadito ancora una volta la straordinaria importanza del capitale culturale del nostro paese. Ed è stata un’opportunità eccezionale anche e soprattutto perché, nonostante la mancata vittoria, il nostro impegno non si ferma qui. Siamo convinti di aver vissuto un momento storico per il Tigullio. Abbiamo impostato un metodo di lavoro fin qui inedito per il nostro territorio, che si è unito per la prima volta verso un obiettivo comune, in cui la cultura è centro e motore. Siamo riusciti per la prima volta ad avviare un processo di co-progettazione unendo le amministrazioni pubbliche, l’associazionismo culturale, il terzo settore, gli enti di formazione”.
Un merito importante va alla sindaco di Sestri Levante, Valentina Ghio, dalla quale tutto è partito un anno fa. Adesso, nel primo periodo, “il risultato è l’Atlante culturale del Tigullio, un progetto in cui la cultura è attivatore economico e sociale: un’opportunità strategica per il rilancio del territorio che ha trovato la sua conferma non solo nella grande partecipazione che abbiamo suscitato ma anche nel riconoscimento ottenuto dalla giuria della Capitale Italiana della Cultura, che lo ha inserito tra i dieci finalisti”.
L’intera commissione si è complimentata per il dossier presentato dal Tigullio, giudicato ricco di contenuti rappresentativi del territorio e di spunti da cui partire per la sua valorizzazione oltreché innovativo nel metodo con la proposta dell’Atlante culturale del Tigullio, e si è raccomandata di portare avanti il percorso.
“Ripartiamo da qui, con la volontà di dare gambe al piano strategico della cultura per costruire uno sviluppo concreto e co-progettato per tutto il nostro territorio – concludono i sindaci – Ringraziamo i progettisti e tutti i soggetti che hanno collaborato alla realizzazione del progetto e li invitiamo a un incontro, in tempi brevi, per riprendere il lavoro che abbiamo impostato in questi mesi”.
Concorde su questa posizione anche l’assessore regionale alla Cultura, Ilaria Cavo: “La mia presenza a Roma nel giorno della designazione testimonia quanto abbiamo creduto nell’importanza di questa competizione e di questo titolo per il quale fino all’ultimo siamo stati in corsa. Essere qui significa mettere la faccia su una proposta, quella dell’Atlante culturale del Tigullio, che resta un progetto di valore e che va capitalizzato. Lo stesso ministro Dario Franceschini, prima di proclamare la capitale, ha premesso chiaramente che la qualità della competizione si sta elevando sempre di più e che i territori presenti in questa sala ‘devono cominciare a fregiarsi del titolo di finalisti’ perché è un grande titolo e un grande risultato. Non lo diciamo solo noi. È un concetto ribadito dalla presidente della giuria: ‘Siate orgogliosi dei progetti che avete presentato’, ci ha detto Silvia Calandrelli e noi lo siamo, nella consapevolezza che quello che è stato proposto non è un progetto per un anno, ma un modello fatto di mappe che creano percorsi per far vivere e scoprire il Tigullio partendo dalla cultura: la cultura dei saperi, dei sapori, del saper fare, del paesaggio. Regione Liguria, dunque, è pronta ancora volta a svolgere un ruolo di regia perché quest’opportunità trovi una sua concretezza esaltando un territorio che, nella sua eterogeneità, sa muoversi in maniera compatta per valorizzarsi. Da oggi si va avanti”. Avanti senza divisioni. Si è visto che funziona egregiamente.