(r.p.l.) Teatro Cantero… eppur si muove. Dietro quella saracinesca di piazza Matteotti a Chiavari, ormai abbassata dal 31 dicembre del 2017 (l’ultima proiezione fu il film ‘Star Wars’), sembra non muoversi nulla e la proprietà già da altrettanto tempo non comunica nulla, in nessuna direzione e senza dare alcuna ufficialità.
Una scelta discutibile perché lascia adito in città a mille illazioni e pettegolezzi (almeno tre volte il Cantero è stato venduto, notizia poi rivelatasi priva di alcun fondamento). Ma, intanto, il gestore Pier Enrico Dallorso, che si occupa di amministrare questo importante patrimonio (non solo dal punto di vista storico, ma anche culturale e soprattutto economico) in capo alle famiglie Chiarella, Dallorso e Devoto, si sta dando da fare e, nel prossimo futuro, potrebbero esserci novità.
Risulta a ‘Piazza Levante’ che la proprietà abbia ottenuto nei giorni scorsi un finanziamento di centocinquantamila euro dalla Filse, ovvero la Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico, braccio operativo della Regione Liguria. Dallorso già da tempo aveva presentato in Regione un progetto per il rilancio del Cantero, non solo come teatro e cinema, ma anche con le annesse attività di ristorazione, in modo da poter ampliare il business e poter tenere in piedi una struttura che indubbiamente ha i suoi costi e che non riusciva più ad andare avanti con la sola programmazione culturale (negli ultimi tempi, Dallorso ha sempre riferito che il bilancio si chiudeva con un leggero attivo o una leggera perdita in coincidenza con gli anni di uscita dei film di Checco Zalone).
La Filse aveva inserito il progetto Cantero in graduatoria, ma non ai primissimi posti, sicché il finanziamento si è fatto attendere parecchio. Ora che sarebbe stato concesso, la proprietà ha un anno di tempo per iniziare i lavori prospettati, altrimenti la sovvenzione andrà perduta e passerà a un altro progetto in graduatoria.
A questo punto, le incognite sono due: ‘Ico’ Dallorso riuscirà a mettere d’accordo i vari soci del Cantero, cosa che, sino a questo momento, è sempre stata molto difficile come lui stesso ha riferito più volte? Secondo aspetto: basterà un finanziamento di centocinquantamila euro (non è chiaro se sono a fondo perduto o sotto forma di prestito) per far ripartire l’intera struttura?
Al momento della chiusura, il gestore parlò di cinquecentomila euro necessari per rifare l’impianto elettrico e i servizi. Come intenderà regolarsi con questi lavori, assolutamente necessari per avere i permessi di riaprire? Un piccolo spiraglio c’è, insomma, ma occorre ragionare con cautela.
Anche il discorso delle cucine rimbalza da tempo presso la comunità chiavarese. Il progetto gira nelle stanze di Palazzo Bianco, della Regione, della Filse, ma ufficialmente non è mai stato presentato. Il gestore continua a ribadire che il Teatro Cantero è una proprietà privata. E su questo bisogna dargli pienamente ragione. Non è tenuto a comunicare nulla. Non è obbligato.
Lo status di privato, oltre tutto, non lo favorisce: perché il Cantero è nel ‘cul de sac’ di non poter richiedere un solo euro di contributo pubblico (anche l’ultimo viaggio a Roma insieme al sindaco Marco Di Capua, in tal senso, risulta esser stato piuttosto infruttuoso), ma al tempo stesso è vincolato dalla Soprintendenza come bene culturale storico. Quindi il margine entro il quale muoversi è veramente ristretto e complesso.
Quello che la proprietà dovrebbe capire, però, è che nel pieno rispetto dei diritti di riservatezza chi possiede il teatro, il Cantero ha avuto una ricaduta pubblica enorme, è un teatro molto amato dai cittadini, uno dei motori culturali di tutta la città e dell’intero comprensorio. Ed è chiaro che ci sia grandissima attesa, oltre che speranza, in una sua possibile riapertura.
Tornando a bomba, le cucine. A cosa servirebbero? Lo scorso 7 giugno, in una intervista a ‘Piazza Levante’, Dallorso spiegava: “Esiste già una progettualità. Che prevede il mantenimento di teatro e cinema e l’aggiunta di un servizio di ristorazione. Le cucine verrebbero realizzate in una zona vicina ai bagni, mentre i piatti verrebbero serviti sui palchetti. È una soluzione, teatro+food, che ho visto a Broadway e mi è piaciuta molto. Anche perché permetterebbe di allargare il business”.
È su questo punto, il ristorante, che in città c’è stata la maggiore ‘fuga di notizie’. “Non mi stupisco – commentava Dallorso – ne ho sempre sentite di tutti i colori. Ma ribadisco che si tratterebbe di un’aggiunta. Nessun cambio di destinazione d’uso. E non abbiamo alcuna intenzione di venir meno ai vincoli monumentali del Cantero. Nulla in sala, in platea o sui palchi verrà spostato. Semplicemente, si metterebbero dei tavolini le sere dedicate alla ristorazione. Nulla più”.
L’intervento per le cucine sarebbe pienamente autorizzato, anche perché al Cantero era operativo un bar, quindi pure in questo caso non vi sarebbe alcuna modifica. La presenza di quest’attività, inoltre, consentirebbe alla proprietà di garantire servizi di catering, quindi d’immettersi pure sul mercato dei convegni, dei congressi e delle conferenze. E tutti sanno quanto manchi, in tutto il Tigullio, quando c’è da organizzare un evento un po’ più importante e affollato del solito, una sala da mille posti come poteva essere il Cantero.
Nell’attesa che la proprietà magari voglia battere un colpo, se non altro per il bene che la città vuole a questa storica istituzione, va registrato anche il recente appello da parte degli Amici del Teatro Cantero, giunto il giorno dopo la messa in scena, a Genova al Teatro della Corte, del tradizionale spettacolo di beneficenza con i politici del Tigullio sul palco (quest’anno il ricavato è andato agli sfollati del Ponte Morandi e tra gli ‘attori’ c’era anche il sindaco di Genova Marco Bucci).
Gli ‘Amici’ si sono rivolti nel testo proprio ai sindaci del territorio. Argomento, la questione Teatro Cantero. “Nei giorni scorsi siete stati protagonisti di un’iniziativa encomiabile a sostegno delle popolazioni colpite dal crollo del Ponte Morandi. Il Teatro della Corte di Genova è stata la degnissima cornice del vostro successo e di quanti hanno operato per dare vita all’evento. Con questo documento vorremmo richiamare la vostra attenzione sulla chiusura del Teatro Cantero che per molti anni ha ospitato il tradizionale show. Vorremmo che la vostra disponibilità trovasse il tema della riapertura del teatro chiavarese non solo come auspicio, ma come reale e concreto obiettivo. Gli Amici del Teatro Cantero hanno sottoscritto un manifesto per richiamare l’attenzione di quanti hanno a cuore la riapertura del prestigioso spazio culturale e siamo convinti che i sindaci del Tigullio siano sensibili a questa indicazione”.
Secondo gli ‘Amici’, “riaprire il Teatro Cantero è una priorità per il futuro di Chiavari e del Tigullio. Desideriamo innanzitutto riconoscere alla proprietà il merito di avere a lungo mantenuto in attività una struttura indubbiamente impegnativa, soprattutto in anni caratterizzati da processi di continua e convulsa innovazione dell’industria dell’intrattenimento e dello spettacolo. Data la situazione attuale, avanziamo alla proprietà e alle istituzioni, prima tra tutte il Comune di Chiavari, e coinvolgendo soggetti privati che hanno già garantito la propria disponibilità, la proposta di avviare un percorso che porti alla realizzazione di una specifica ‘Fondazione Teatro Cantero’. La proprietà deve intendere questa proposta come uno strumento razionale che le garantisce i suoi requisiti, aprendo al contempo alla partecipazione più ampia, al reperimento di fondi e finanziatori. La proprietà sia coraggiosa e disponibile, il comune e le pubbliche istituzioni diano prova di sensibilità e responsabilità offrendo tutto il loro sostegno all’avvio e alla realizzazione di quest’iniziativa. Ci auguriamo di vero cuore che la prossima edizione dello show che vi vede impegnati possa essere a Chiavari, col Cantero gremito di pubblico, plaudente e a conferma della riapertura del prestigioso teatro del Tigullio”.