di ALBERTO BRUZZONE
Non ha mai fatto così caldo. Per lo meno, non ha mai fatto così caldo da quando si effettuano le rilevazioni meteorologiche, e quindi a memoria d’uomo vivente. È un fatto che mette tutti d’accordo, sia a livello statistico e scientifico che a livello di sensazione diretta. Il pianeta ha la febbre, è stato detto più volte, le città sono diventate quasi invivibili, anche la Liguria non fa eccezione e la principale domanda che ci si fa in queste settimane è quanto durerà ancora tutto questo.
Ernesto Palummeri, che è uno dei principali e più stimati geriatri genovesi e che è il coordinatore del Centro di riferimento ligure per le ondate di calore di Alisa, spiega: “Nel mese di luglio, abbiamo avuto un aumento di mortalità per malori legati al caldo, ce lo dicono i numeri. Questo aumento riguarda i residenti ma anche la popolazione turistica”.
E quest’ultimo è un fattore non indifferente, specie nella Riviera di Levante dove la concentrazione di persone, in estate, praticamente è doppia rispetto all’inverno. “Luglio 2022 è stato il mese più caldo, secondo soltanto a quello del 2006; mentre nel 2003 il mese bollente era stato agosto. C’è da dire che abbiamo molte chiamate al 118 per casi di malore legati al caldo, poi però quelle che raggiungono i pronto soccorso sono meno”.
Secondo Palummeri, “l’emergenza riguarda soprattutto la Asl 3 Genovese, poiché il problema è sulle grandi aree urbane, legato alla cementificazione e alla carenza di aree verdi. Tanto che anche nel 2003 bastava spostarsi ad Arenzano perché la situazione cambiasse: fuori da Genova non si sono verificati fenomeni di mortalità legati al caldo. Sicché, la Asl 3 ha predisposto il blocco delle dimissioni ospedaliere di pazienti fragili e a rischio. A meno che siano dimissioni protette, ovvero seguite da cure e assistenza domiciliari. Inoltre, sempre la stessa Asl ha stipulato accordi con gli ospedali affinché facciano dei ricoveri delle persone suscettibili”.
L’aspetto in parte positivo è che “vent’anni fa non sapevamo cosa fare, mentre adesso abbiamo almeno le linee guida del Ministero. Queste sono fondamentali soprattutto nelle Rsa, dove infatti ci vengono segnalati pochissimi casi. La maggior parte degli eventi negativi dovuti al caldo in un ambiente tutelato, come le strutture ospedaliere e gli istituti che erogano assistenza socio-sanitaria, è efficacemente contrastabile predisponendo misure di prevenzione, un attento monitoraggio e un pronto intervento”.
In base ai numeri in possesso di Alisa, ci sono 5807 liguri che sono a rischio per le ondate di calore che stanno colpendo la regione in queste giornate: la lista è suddivisa sulle cinque Asl del territorio, per grado di rischio. “Il livello di rischio viene calcolato sulla base di vari fattori, tra cui criteri che hanno prodotto, anche per quest’anno, l’elenco di cittadini suscettibili agli effetti sulla salute delle ondate di calore. Sono l’età, l’assunzione di particolari tipologie di farmaci, l’esenzione per patologie croniche, i ricoveri ospedalieri relativi a una classe di patologie che segnalano particolare sensibilità ai periodi di caldo estivo”.
In Asl 1, Imperiese, ci sono 556 persone a rischio medio e 149 a rischio alto; in Asl 2 Savonese sono 883 a rischio medio e 234 alto; Asl 3, area genovese, conta 2205 pazienti a rischio medio e 584 alto; la Asl 4 di Chiavari invece conta 386 persone con rischio medio e 102 alto; infine Asl 5 Spezzina ha 539 persone segnalate per rischio medio e 169 per rischio alto. Gli elenchi sono a disposizione dei medici di famiglia, dei pediatri di libera scelta e delle Asl affinché possano monitorarne bisogni e condizioni di salute. Per i rischi da calore e per supportare la popolazione fragile è attivo anche in estate il numero verde regionale 800 593 235: valido su tutto il territorio regionale, risponde 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20 ed è a disposizione delle persone più fragili o anziani in difficoltà per la consegna dei farmaci o della spesa a domicilio da parte dei custodi sociali – circa 140 in tutta la Liguria di cui la metà a Genova a cui si affiancano anche i volontari – oltre che per il monitoraggio telefonico e per un servizio di compagnia telefonica.
“Abbiamo esaminato nel dettaglio – racconta Palummeri – tutti gli interventi a supporto di eventuali situazioni di emergenza tra cui l’individuazione delle disponibilità di posti per anziani che presentano sintomi di disidratazione, potenziamento del servizio ‘Meglio a casa’, individuazione dei luoghi dove sia possibile trovare refrigerio sul territorio, modalità di messaggistica sui pannelli elettronici durante le allerte per caldo. Sono state inoltre analizzate e riassunte le raccomandazioni da fornire alla popolazione”.
Sono quindici i consigli utili individuati da Alisa: “Evitare di uscire e svolgere attività fisica nelle ore più calde della giornata; recarsi qualche ora al giorno in zone all’aperto ombreggiate; ripararsi la testa dal sole con un cappello; bere molto, almeno un litro e mezzo/due litri al giorno; usare tende per non fare entrare il sole e chiudere le finestre e le imposte, mantenerle invece aperte durante la notte; evitare bevande gassate, zuccherate, troppo fredde o alcooliche; fare pasti leggeri; indossare abiti leggeri di cotone o lino e di colore chiaro; non modificare o sospendere le terapie in atto senza consultare il proprio medico; evitare bruschi sbalzi di temperatura corporea; se si è affetti da diabete esporsi al sole con cautela; in caso di cefalea provocata da esposizione al sole, bagnarsi subito con acqua fresca per abbassare la temperatura; se si è affetti da patologie croniche con assunzione continua di farmaci consultare il proprio medico di famiglia per conoscere eventuali comportamenti particolari o misure dietetiche specifiche”.
Sul fatto della riduzione delle terapie, bisogna stare molto attenti: “Sì, alcune terapie possono essere ridotte – conclude Palummeri – ma dev’essere fatto assolutamente sempre in accordo con il medico di famiglia. I medici di famiglia, i pediatri e le Asl hanno a disposizione l’elenco dei propri pazienti che possono essere suscettibili alle ondate di calore per monitorarne i bisogni e le condizioni di salute. Oltre all’identificazione dei profili più fragili che sono in particolare gli over 75 con patologie bronchiali, cardiache e affette da demenza, e le persone che accedono agli ospedali cittadini, l’attenzione è rivolta anche alle persone al domicilio o ricoverate nelle strutture sociosanitarie che invitiamo a seguire tutti i consigli utili per combattere il caldo e le strategie da adottare per prevenire i problemi di salute derivanti dal caldo che caratterizza la stagione estiva”.
Ma quanto durerà ancora? “Nei prossimi giorni ci sarà uno stop al caldo africano e tanti temporali almeno fino a Ferragosto – prevede il meteorologo Lorenzo Tedici – L’anticiclone africano non proteggerà più l’Italia. L’alta pressione delle Azzorre dall’oceano si appresta a invadere i settori centrali e settentrionali fino a raggiungere le Repubbliche Baltiche. Sul bordo inferiore di questa vasta struttura inizieranno a scorrere correnti più fresche che raggiungeranno l’Italia facendo il loro ingresso dai Balcani. Queste correnti cacceranno l’anticiclone africano verso Algeria, Marocco e Spagna, lasciando l’Italia in balìa di un’accesa instabilità”.
Le correnti più fresche, afferma Tedici, “faranno gradualmente calare le temperature su tutte le regioni. Si stima una perdita di 2-4°C con i valori che torneranno nella media del periodo. L’instabilità atmosferica invece si manifesterà sotto forma di forti temporali con grandine e colpi di vento che colpiranno principalmente il Centro-Sud. Da venerdì 12, inoltre, una veloce bassa pressione sfiorerà l’Italia generando ancora tanti temporali che dal Nord si porteranno verso il Centro-Sud nel corso del weekend. L’atmosfera sembrerebbe rimanere un po’ turbolenta anche per il giorno di Ferragosto, quando altri temporali potrebbero minare i festeggiamenti, ma per ora siamo ancora nel campo delle ipotesi”.