di DANILO SANGUINETI
Più che calciatori sembrano dei raminghi, perché di settimana in settimana, anzi quasi di giorno in giorno, rimbalzano da una parte all’altra, da un’idea all’altra nel tentativo di giocare, completare o almeno di far ripartire quei campionati che sono fermi dallo scorso ottobre. I Dilettanti studiano una via di uscita in condizioni generali sempre più problematiche e tra mille intoppi particolari. Situazione intricata al punto da far dubitare che tutte le società possano e vogliano tornare in campo.
La proposta partita dalla Lega Nazionale Dilettanti di far tornare in campo almeno la categoria di Eccellenza, e fatta propria dal Comitato Regionale Ligure, ha incontrato pareri discordanti in regione, segnatamente nella nostra zona. Si dibatte anche accanitamente sull’opportunità di riprendere il torneo interrotto a fine ottobre con nuove modalità e con un regolamento in parte diverso.
Ci sono i favorevoli, i moderatamente favorevoli, i perplessi e non mancano i dichiaratamente contrari. Il calendario proposto a inizio marzo dalla Figc Ligure con tanto di nuovo format e di modalità per riprendere l’attività in sicurezza doveva essere restituito, approvato o respinto, entro martedì 16 marzo.
I club soprattutto criticavano il diktat per quelle squadre che dopo uno stop di cinque mesi avessero deciso di rinunciare. “Chi dà forfait è tenuto a darne comunicazione scritta esclusivamente a firma del Presidente della stessa, all’indirizzo pec del C.R. Liguria, entro e non oltre le ore 19 di martedì 16 marzo 2021. La mancata comunicazione nei modi e nei tempi sopra indicati è da considerarsi a tutti gli effetti assenso alla prosecuzione del Campionato. Si precisa, infine, quanto segue in relazione alle società che decideranno di non riprendere l’attività: le stesse incorreranno nel blocco dei ripescaggi per le prossime due stagioni sportive; saranno tenute al pagamento di quanto dovuto per l’iscrizione al Campionato di Eccellenza s.s. 2020/2021; non sarà loro consentita in alcun modo la ripresa degli allenamenti collettivi”.
In una prima fase erano solo otto le società che si dichiaravano favorevoli alle nuove condizioni e alla ripartenza: Albaro, Baiardo, Campomorone, Cairese, Fezzanese, Ligorna, Rapallo e Sestrese. Erano sei le società che chiedevano di giocare senza rischiare retrocessioni o rischiare di pagare i danni: Alassio, Finale, Genova, Molassana, Pietra Ligure, Varazze. Alassio e Finale erano orientate ad alzare bandiera bianca. Poi c’erano le altre sette squadre che restavano silenti. O meglio sei (Albenga, Busalla, Cadimare, Canaletto, Ospedaletti, Taggia) perché il RivaSamba che voleva rinunciare, di fronte alla minaccia di pagare dazio, si arrendeva.
Il direttore generale Simone Ameri ammette: “Saremmo stati bloccati nella categoria per altri due anni, ci farebbero pagare l’iscrizione. A questo punto siamo costretti a ripartire, e quindi rivediamo la nostra posizione. In un primo tempo ci avevano promesso che sarebbe tornato in campo solo chi se la sentiva, poi la situazione e le posizioni sono cambiate, anzi sono state capovolte”.
Ad alleggerire la posizione dei club sono arrivati negli ultimi giorni ‘aggiustamenti’ da parte della Figc. La più autorevole da parte del presidente federale Gabriele, che scriveva alla Lega Nazionale Dilettanti una lettera dettagliata: “Ferma restando la ribadita volontà di far riprendere l’attività per stabilire sul campo le promozioni nei campionati nazionali di categoria superiore, la Figc ha stabilito alcune linee guida che mirano a mettere ordine in un quadro molto diversificato, con l’obiettivo di non mortificare la competitività degli stessi campionati regionali e creare il giusto bilanciamento su tutto il territorio italiano Questi i principi esposti nella comunicazione alla LND: tenuto conto della non obbligatorietà, non è prevista alcuna sanzione per chi non riprende l’attività, ad eccezione dell’esclusione dalla graduatoria per i ripescaggi per la sola stagione sportiva 2020/2021; deve essere previsto un numero minimo di squadre per ogni girone (è ammessa la facoltà di poterli organizzare con altri Comitati Regionali) che garantisca l’auspicato equilibrio tra promozioni in Serie D e retrocessioni in Eccellenza; previste specifiche tutele sul tesseramento per le calciatrici e i calciatori. Il presidente federale ha poi confermato l’impegno affinché, nel cosiddetto decreto legge ‘sostegno’ di prossima adozione da parte del Governo, sia anche previsto un contributo a fondo perduto in favore delle società della Lega Nazionale Dilettanti a ristoro delle spese sanitarie derivanti dall’applicazione del protocollo in essere per il campionato di Serie D”.
In soldoni, restano le punizioni di tipo sportivo per chi non tornerà in campo ma sull’altro piatto della bilancia viene messo un contributo economico per affrontare la non lieve spesa di tamponi e sanificazioni obbligatori prima di ogni gara ufficiale. A stretto giro di posta il presidente regionale Ivaldi specificava cosa accadrà in Liguria: “Si va avanti con i due gironi, Ponente e Levante, con i quali si era partiti lo scorso settembre, le voci sul girone unico da Ventimiglia alla Spezia sono infondate”.
Ad oggi le regole sono queste. La nuova prima fase del campionato viene definita come segue: sono mantenute valide le quattro giornate di gara già disputate il 4, 11, 18 e 25 ottobre 2020 e verrà completato solo il girone di andata della ‘prima fase’ originariamente prevista. Verranno così definite due classifiche, una per ciascun girone, che stabiliranno le ammissioni alla seconda fase di play off. Saranno ammesse ai play off le società classificate dal primo al sesto posto di ciascun girone.
Nella Seconda Fase le squadre si affronteranno con gare di sola andata. Saranno ammesse alle semifinali le società classificate al 1° e 2° posto di ciascun girone.
Semifinali: gare di andata e ritorno. Finale: Gara unica in campo neutro. La squadra vincente la gara di finale è promossa al Campionato Nazionale di Serie D 2021/2022. La squadra perdente la gara di finale concorrerà all’assegnazione dei 7 posti riguardanti le gare spareggio-promozione tra le squadre seconde classificate nei Campionati di Eccellenza. Blocco delle retrocessioni e quindi non verrà disputata alcuna fase di play out. Programma ridotto all’osso, precauzioni e reti di protezione ovunque. Bisogna adattarsi, c’è da fare buon viso a cattivo non gioco ma periodo.