di DANILO SANGUINETI
Giocano con le parole così come giocano con i sapori e le erbe e gli ingredienti per creare i loro liquori.
Scegliere come denominazione della loro ditta e delle creazioni il termine inglese Breakneck – letteralmente “rompicollo”, e per traslato “vertiginoso” – funziona da doppio gioco linguistico: da una parte serve a richiamare la sensazione di gradevole vertigine che l’assaggio del prodotto garantisce, dall’altra è un indizio del luogo di provenienza dei fondatori.
“Breakneck” rimanda a Breccanecca, frazione di Cogorno, toponimo conosciutissimo nel Levante, collina alle spalle di Lavagna dalla quale si gode uno scorcio privilegiato del Golfo Tigullio. Liquori dalle ambizioni internazionali che nascono in un sito molto particolare, difficile trovare qualcosa di più “glocal”…
C’è anche la voglia di scherzare infatti nei due autori della pensata. Sulla serranda del loro laboratorio c’è disegnata una bottiglia in mezzo al mare. Dentro c’è un messaggio che sta per uscire perché galleggiante su un liquido che si presume “forte” perché capace di far saltare il tappo di sughero. Una coppia di imprenditori capaci di autoironia ma che ha preso molto sul serio l’avventura nel settore della distilleria.
Appartengono alla generazione “millennial” Antonio De Giudici, 36 anni di Lavagna, e Paolo Aurora, 40 anni di Chiavari, che hanno fondato e che amministrano il Liquorificio Breakneck. L’idea nacque al dinamico duo diversi anni fa. Paolo ricorda: “Da un po’ di tempo avevamo in mente di provare. Pensavamo a un liquore a chilometro zero, cioè usando solo componenti che potevamo trovare fuori di casa nostra. Letteralmente dato che ne discutevamo in casa di Antonio a Breccanecca di Cogorno, guardando le piante e i fiori che si vedevano dalla finestra. Un’attrezzatura di fortuna, qualche prova, qualche tentativo con parenti e amici come cavie volontarie e poi dopo una festa nella quale avevamo visto come i nostri “prototipi” incontravano il favore degli astanti ci sedemmo, ci guardammo in faccia io ed Antonio e dopo un’altra occhiata agli alberi di limone e alle piante di salvia circostanti decidemmo che non era una idea così scema come ci era sembrato in un primo momento e che potevamo fare sul serio”.
Che per due come loro significa preparare un cronoprogramma, stendere un piano aziendale e procedere con ulteriori test e prendere ulteriori informazioni. “Sì, ne abbiamo fatto di strada in pochi mesi. Breakneck sarebbe stata un’azienda artigianale di liquori di alta qualità. Le primissime prove vennero testate da un gestore di un bar della zona, un intenditore che ci diede la piena approvazione sul risultato finale”.

Il cammino durò un paio di anni, necessari per mettere nero su bianco gli impegni e creare una ditta ad hoc. Il 23 marzo del 2022 la società Breakneck Srl ed il laboratorio di produzione di liquori a Lavagna erano finalmente diventati una realtà. “Alcuni proprietari di bar ci chiesero subito dopo aver provato delle forniture ad hoc. Dovemmo logicamente dire loro di no perché non avevamo i necessari permessi”. E qui Paolo e Antonio dovettero affrontare il vero pericolo: la lotta con gli uffici governativi dove i burosauri continuano a imperversare, a far cadere decine di teste, a insabbiare migliaia di idee promettenti. È stata una odissea nella carta bollata. Pensate che la società ricevette il via libera finale dalle ‘autorità preposte’ la scorsa estate”. Un anno e mezzo per mettere l’ultimo timbro. Se Bill Gates si fosse chiamato Guglielmo Cancelli sarebbe ancora aspettando il nulla osta per il suo sistema operativo Finestre 1.0…
“Tenete anche conto che io e Antonio facciamo anche altro nella vita. Io lavoro come educatore per il Consorzio Tassano sì, mi occupo di ragazzi che hanno varie problematiche, il mio socio lavora in fabbrica. E comunque non abbiamo pensato a Breakneck come ad un passatempo, o almeno se lo era, oggi non può esserlo dato il successo che ha avuto l’iniziativa”. L’azienda seppur giovanissima ha affrontato le prime tempeste e le ha superate con grande sicurezza. “L’anno scorso ad agosto siamo partiti fortissimo. Sia con la vendita in proprio sia conto terzi – nei ristoranti e aziende ricettive della zona le nostre bevande hanno ‘sfondato’ da subito – le richieste sono fioccate ed abbiamo dovuto rapidamente moltiplicare la produzione. Poi sono arrivati due mesi duri, gli ultimi per essere precisi. È logico che la nostra azienda segua l’andamento del settore turistico: gennaio e febbraio sono mesi morti qui nel Levante, la ristorazione, soprattutto, ha segnato il passo. Le scorte iniziali le abbiamo esaurite subito, diciamo che adesso abbiamo tempo per tornare a riempire il magazzino. Ed i segnali che con l’arrivo della stagione favorevole le richieste torneranno a essere pressanti ci sono tutti: tanto che abbiamo deciso di aumentare le linee di produzione e di portare a sei i tipi di liquore etichettati “Breakneck”. Abbiamo chiesto a due bravissime amiche di disegnarci il logo, di creare i tipi di bottiglie. Abbiamo fatto centro anche sotto questo aspetto”.
Insomma finita la fase di consolidamento si intuisce che Paolo e Antonio punteranno ad altre migliorie. “Ci stiamo pensando. E vogliamo farlo dopo ulteriori prove. È vero che siamo partiti da poco, ma il successo dei nostri prodotti non arriva dal nulla, o per una ispirazione fortunata. Abbiamo fatto oltre 200 prove prima di arrivare alla miscela definitiva, e posso assicurare che alcuni dei prototipi erano completamente sballati. Bisogna sbagliare molto per creare qualcosa di grande”.
In pratica la definizione in salsa moderna del motto dell’Accademia del Cimento “Provando e riprovando”. “In cantiere abbiamo un vermouth e un altro tipo di limoncello e un mandarinetto. Possiamo lavorarci grazie all’arrivo in ditta di un grande tecnico”. Il terzo uomo ha completato la squadra: “Un evento che ha cambiato in meglio le sorti dell’azienda è stato sicuramente l’arrivo di Tomas Narder, il chimico del nostro team. Grazie ai suoi studi specialistici e alla sua esperienza maturata anche all’estero nel settore della mixologia, ha saputo affinare le ricette e trovare nuovi processi di produzione garantendo standard di qualità ancora più elevati”.

Per il 2024 Breakneck funzionerà a pieno regime: “Oltre ad espandere la nostra gamma di liquori con nuovi gusti, offriamo ai nostri clienti anche la possibilità di creare liquori personalizzati tramite il nostro servizio di produzione conto terzi: dalla selezione delle materie prime alla personalizzazione delle etichette, studiamo dei pacchetti modulari in modo da riuscire a soddisfare tutte le richieste che ci si possono presentare, dalle prove pilota alle grandi quantità”.
In via Edoardo Riboli 54 a Lavagna la sede dell’azienda, su Instagram e Facebook le pagine ufficiali nelle quali apprezzare il prodotto e la sua originale e inconfondibile confezione. Le specialità ́ attuali sono sei, con il sostrato fatto da due prodotti localissimi come le carote della piana dell’Entella e la Salvia di Breccanecca. “Caròtta” a base di carote, “Milla” a base di camomilla, “Noctis” a base di liquirizia, “Salvia di Breccanecca” a base di salvia, “Scarlet” a base del pregiato tè sud africano al Rooibos, e “Wanda” a base lavanda. “Se le cose marceranno come previsto, amplieremo sia la nostra sede che il laboratorio, per vedere di portare Breakneck il più lontano possibile. Quanto lontano? Beh perché porsi dei limiti?”.
Il giusto coraggio, un impeto commovente in una zona dove gli slanci creativi non abbondano e se ci sono trovano numerosi scettici blu pronti ad… abbatterli. Per fortuna ogni tanto saltano fuori questi ardimentosi giovani imprenditori. Dei “Rompicollo” appunto, o almeno così appaiono ai “posapiano” che ritengono come il gettarsi giù da una discesa senza troppo preoccuparsi delle conseguenze sia da matti. Pazzi forse, ma con metodo. Che è poi una qualità tipica degli artisti, dei creatori.